eclissi di cuori "tra i raggi del sole e i misteri della luna"

CAPITOLO 15 "il dolce abbraccio del silenzio"

"Nel dolce abbraccio del silenzio, trovammo la quiete e la serenità che tanto desideravamo."

La notte era un'infinita odissea di inquietudine, una successione di ore in cui il sonno si dimostrava elusivo, intrappolata com'ero nei meandri dei miei pensieri più tormentosi. Il morbido abbraccio del letto si rivelava una prigione, le coperte diventavano catene invisibili mentre la mia mente vagava tra le pieghe di un mistero irrisolto.

Ravi. Il suo nome risuonava nella penombra della stanza, carico di interrogativi senza risposta. Che cosa gli era successo? Che segreti nascondeva nella sua borsa delle medicine? Le ipotesi danzavano nella mia mente come ombre inquietanti, trasformando la quiete della notte in un tumulto di ansie e paure.

La borsa delle medicine, abbandonata lì nel buio, rappresentava un enigma irrisolto che continuava a sussurrare il suo richiamo sinistro. Cosa nascondeva? Perché Ravi non me lo aveva detto? Avevo bisogno di risposte, di comprendere la verità dietro il suo silenzio impenetrabile.

Decisi di distogliere la mente, di cercare sollievo nelle parole di un'amica. Maddy, la mia compagna di avventure al collegio, sarebbe stata la mia ancora di salvezza in questo mare tempestoso di incertezze. Con le dita afferrai il telefono e cominciai a digitare, cercando conforto nella connessione virtuale con lei.

"Ciao Maddy, come va al collegio?" scrissi, sperando che la normalità delle sue risposte potesse offrirmi un momento di distrazione dalla tempesta che infuriava nella mia mente.

La sua risposta arrivò poco dopo, piena di quella tipica disillusione che solo le lezioni di matematica del collegio potevano generare. Sorrisi debolmente di fronte alla sua ironica lamentela, ma la mia mente tornava inesorabilmente a Ravi, al suo stato di salute incerto che pesava come un macigno sul mio cuore.

Quando le confidai che mi trovavo in Canada, la sua curiosità si accese e si manifestò nella rapidità delle sue domande. Esitai prima di rispondere, incerta su come affrontare la situazione con lei. Ma alla fine decisi di essere sincera, di condividere almeno una parte del mio tormento.

"Sì, sto bene, ma Ravi si è sentito male ieri sera," scrissi, sentendo il nodo nella gola stringersi mentre le parole prendevano forma sullo schermo.

La sua risposta arrivò quasi istantaneamente, carica di preoccupazione e ansia per il benessere di Ravi. "Ma come? Ora come sta?" chiese, la sua voce virtuale trasmettendo tutta l'emozione che avrebbe espresso anche di persona.

"Non lo so," risposi, sentendo il peso dell'incertezza opprimere il mio petto. "Domani, se lo dimettono dall'ospedale, torneremo al collegio."

Maddy mi mandò un messaggio di conforto, esprimendo il suo dispiacere per Ravi e la sua attesa per il mio ritorno. "Mi dispiace per lui. Non vedo l'ora che tu torni. Ciao," concluse, e io risposi con un semplice "Ciao", sentendo un senso di gratitudine per l'amicizia che ci legava, anche a distanza.

Dopo aver chiuso il telefono, mi ritrovai di nuovo sola con i miei pensieri. Ravi era ancora un'incognita, ma sapevo che avrei fatto tutto il possibile per aiutarlo a superare qualsiasi cosa lo affliggesse. E anche se l'incertezza continuava a stringere il mio cuore, sapevo che non sarei stata sola ad affrontarla.

avevo il cuore che batteva forte nel petto, ossessionata dal bisogno impellente di fare chiarezza su tutto ciò che stava accadendo. La tensione nel mio corpo era alle stelle mentre mi alzavo dal letto e mi avvicinavo alla borsa di Ravi, che giaceva abbandonata su una sedia accanto al suo letto.

Con le mani tremanti, afferrai la cerniera e tirai delicatamente, rivelando il contenuto della borsa. Lì, di fronte a me, c'erano scatole di medicinali con nomi che mi erano sconosciuti eppure mandavano brividi lungo la mia schiena. Carboplatino, Paclitaxel, Vinorelbina, Cisplatino... i nomi risuonavano nella mia mente come un sinistro ritornello.