Cap.5

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-bhè, vogliamo fare due passi?-chiese rimettendosi il cappuccio.
Il mio cuore fece una giravolta, stavo per fare una passeggiata con Justin Bieber.
-da..davvero tu..tu..vuoi..insomma-rise e mi bloccó le spalle per guardarlo negli occhi.
-respira-mi fece vedere come fare, non avevo mai avuto problemi nel farlo, ma in sua presenza ogni cosa era difficile, persino far battere il mio cuore costantemente.
-dai, andiamo-mi prese la mano, oddio! Milioni di brividi percorsero la mia schiena.
Percorremmo le strade meno affollate per non dare troppo nell'occhio, ma mi fece vedere tutte le cose più importanti dalla città.
-no, dico sul serio. Tutto quello che faccio è grazie a voi, siete il mio unico giubbotto di salvataggio-
Ci appoggiammo alla ringhiera di un ponte.
-ah, che bella sensazione-
Inaló l'aria pulita e rilassó le spalle, chiudendo gli occhi.
-quale?-chiesi avvicinandomi a lui.
-il silenzio, la calma, la tranquillità e sopratutto niente paparazzi. Siamo fortunati che ancora non ci abbiano beccati-
Vidi le luci accese della città, ma in lontananza, il cielo si stava colorando di un flebile rosa, doveva essere davvero tardi se avevamo fatto l'alba.
Presi il cellulare dalla tasca della felpa e vidi che erano le 5 di mattina, cavolo era tardissimo.
-cavolo Justin, sono le 5 di mattina-dissi allarmata.
-e allora?-mi chiese, non sapeva che io ero scappata da casa per lui.
-io devo tornare a casa prima che i miei mi scoprano-dissi tirandomi i capelli.
-sei scappata di casa? Perchè?-secondo me questo non ci stava con la testa, era ovvio che non mi avesse visto al concerto, con tutte quelle persone poi..
-per venire al tuo concerto-mi morsi il labbro, ogni minuto che passava era un minuto in meno della mia vita.
-ma io non voglio tornare a casa, voglio rimanere con te ancora un po'. Dopo di questo non ci vedremo mai più-iniziai a singhiozzare.
-o mio dio sembro una poppante-mi coprii la faccia con le mani.
Il mio cuore stava morendo lentamente, non volevo lasciarlo andare. Avevo programmato già da quando avevo 12 anni che se lo avrei incontrato un giorno mi sarei attaccata alla sua gamba e non mi sarei più staccata, ma credo che non sarei riuscita a farlo in questo momento, avevo le gambe bloccate.
-Ehi no, non fare così- mi abbracció ed io avvolsi le braccia attorno al suo collo.
-non voglio lasciarti Justin, sei il sogno della mia vita, puó sembrare sciocco, ma la mia vita sarebbe uno schifo senza di te- rifugiai la testa nel'incavo del suo collo, mi accarezzó i capelli.
-vuoi camminare ancora un po' con me?-chiese e tirando su con il naso scossi la testa in senso di consenso.
Camminammo ancora per una buona mezz'ora, poi si fermó davanti ad una macchina, in suv nero.
Prese delle chiavi dalla tasca, presse un pulsante e le luci della macchina scattarono, facendo sì che anche la serratura fosse aperta.
Mi sorrise a mi aprì la portiera.
-ti porto a casa-
Sospirai sconfitta, la mattina seguente sarebbe ritornato tutto come prima, ma avevo passato il miglior momento della mia vita, milioni di ragazze avrebbero voluto essere al mio posto.
Mi sedei, lui chiuse lo sportello e fece il giro della macchina, per poi sedersi di fianco a me nel posto del guidatore.
I miei occhi viaggiavano per tutta la macchina, i finestrini erano oscurati, i sedili in pelle, gli sportelli anti proiettile.
La radio funzionava semplicemente toccando con le dita lo schermo, c'erano alcuni porta bicchieri, persino un mini frigo sotto i miei piedi.
-ti piace la macchina?-chiese vedendo la mia espressione sul viso.
Cavolo, non me ne fregava un cazzo della macchina a me importava solo di essere in macchina con Justin Bieber.
Abbassai lo sguardo e lui ridacchió.
-sei così timida e silenziosa, sei molto meglio di quelle che ti si buttano addosso solo per scopare-
Arrossii ancora dipiù.
-deve essere difficile-dissi infine,lui mi guardó per sapere a cosa mi riferivo, ma poi tornó con gli occhi sulla strada.
-intendo, stare sempre sotto i riflettori, senza un momento per te, stare sempre attenti a ciò che si fa, ai paparazzi-mi spostai sul sedile per guardarlo meglio.
La sua mascella era rilassata, il suo profilo ben definito era ben visibile sotto le prime luci dell'alba.
-si. Dov'è casa tua?-si giró sorridendomi.
-a due isolati da qui-
Guardai fuori dal finestrino, non volevo piangere di nuovo.
Si fermó poco più lontano da casa mia.
Si giró e mi lasció un sorriso che sarebbe restato per sempre nei miei ricordi, chissà cosa diranno i miei figli quando gli racconteró tutto questo.
Gli sorrisi anche io, con gli occhi appannati dalle lacrime, ma non piansi.
Aprii lo sportello, ma mentre stavo per scendere lui mi bloccó il braccio.
-lo sai vero?-
Cosa dovevo sapere? A cosa si riferiva? Gli lasciai un'occhiata confusa.
-lo sai che non puoi raccontare di questo a nessuno, intendo di me e te-
Ora il mio cuore non c'era definitivamente più.
Lui me l'aveva preso, se l'era messo sotto i piedi e ci aveva ballato sopra.
-non l'avrei detto comunque a nessuno-abbassai lo sguardo e chiusi lo sportello.
-non ti dimenticheró Maia Wollas-disse abbassando il finestrino, sorrisi e una lacrima scappò dal mio controllo.
-neanche io Justin Bieber-
Mi attaccai al primo ramo della vecchia quercia di casa mia e con veloci movimenti mi ritrovai in camera mia, sul letto e l'anima spezzata.

Believe in BieberWhere stories live. Discover now