Cap.13

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Ero sul divano di casa a guardare uno di quei film noiosi, giusto per passare la giornata.

I miei capelli erano un disastro, la mia faccia era ridotta peggio e i miei vestiti puzzavano, come d'altronde puzzavo anch'io.

Ero chiusa in casa da quattro fottuti giorni e non avevo visto la luce del sole da quando avevo messo piede in casa da quella sera...

La mia vita consisteva dal passare dal letto al divano, mangiare cibo spazzatura e guardare stupidi film.

Mia madre e mio padre ci avevano rinunciato, non avevo detto nulla a loro, non volevo che iniziassero a tormentarmi con i loro: "te lo avevo detto!" Da saputelli.

Mio fratello? Non era mai a casa.
Stessa cosa i miei genitori, erano sempre a lavoro.

La scuola era l'ultimo dei miei problemi, anche perchè c'era un periodo di pausa.

Le chiamate di Jessica mi intasavano il cellulare, ma di Justin nemmeno l'ombra di un messaggio, niente.

Forse avrei dovuto dimenticarlo? Dimenticare il nostro incontro e tornare ad essere una normale belieber con il cuore spezzato.

Non avevamo nemmeno passato tanto tempo assieme, non ero riuscita a capire cosa provasse veramente verso di me, sempre se provasse qualcosa nei miei confronti.

Le parole del suo manager mi avevano ferito, avevano rotto il mio fragile cuore..io, una dolce e gentile ragazza, che veniva considerata una puttana da Scooter Brown.

Mi mancava il tocco di Justin, mi mancava abbracciarlo e passare quei strani momenti che solamente noi vivevamo, senza telecamere o quant'altro, non che a me importasse la cosa, ma a lui davano fastidio i flash e tanta gente.

Quella era la sua vita, se avessi potuto farne parte, lo avrei sostenuto in tutto.
Non avrei mai fatto come la sua ex ragazza faceva, lo lasciava sempre solo e abbandonato a se stesso.

Ricordo che al compleanno di quest'ultima, vidi delle foto e dei video dove lei avanzava felice e sola verso il locale dove lei e Justin avrebbero dovuto mangiare e il povero Justin circondato da telecamere che cercava di tenere il suo passo tanto da arrivare a correre per starle dietro.

L'unica cosa che Justin adorava ed passare tempo con le sue beliebers, loro sono tutto per lui.

"Sei ancora qui?" La porta sbattè e dei passi colpirono il pavimento in legno del soggiorno.

"Dove vuoi che sia?" Mi girai svogliatamente verso mio fratello.

Lui fece il giro del divano e venne a sedersi vicino a me, strizzando gli occhi e arricciando il naso, si allontanò di qualche metro da me.

"Dio! Da quanto tempo non ti fai una doccia? Puzzi da morire." Girai il volto verso lo schermo ignorando ciò che aveva appena detto.

"Ehi Maia! Sto parlando con te!" Si mise davanti alla televisione, impedendomi la vista.

"Levati." Ringhiai a denti stretti, assottigliando gli occhi.

"Altrimenti cosa mi fai?" Chiese sfidandomi, ma non aveva idea di quello che avrei potuto fare.

"Ti lancio il telecomando in fronte." Alzai il braccio con l'aggeggio stretto nel pugno.

Lui spaventato, si spostò, ma venne verso di me e mi prese per le braccia.
Mi tirò con se, su per le scale, e mi butto sotto la doccia, aprendo l'acqua e chiudendo le porte subito dopo, lui era fuori con le braccia conserte e io sbattevo i denti per l'acqua fredda che stava colpendo il mio corpo.

Spensi in fretta il getto e con i pugni iniziai a sbattere contro le porte di vetro, pregando mio fratello di farmi uscire.

"Ora io vado fuori. Tu ti spogli e fai una doccia come si deve, poi scendi perchè voglio parlarti." Si diresse verso la porta e la chiuse quando uscì, ovviamente le chiuse a chiave.

Mi spogliai completamente e decisi che era arrivato il momento di smettere di piangersi addosso e continuare la solita vita monotona di un'adolescente in piena crisi ormonale.

Mi rilassai sotto l'acqua, strofinando il mio corpo con dei sali profumati e lasciai che ogni preoccupazione mi scivolasse addosso, mi ritrovai a piangere involontariamente e mi appoggia contro il muro in preda ad una crisi isterica.

Odiavo sentirmi in quel modo, il mio cuore batteva all'impazzata appena il mio cervello pensava alla parola Justin, ma i miei occhi piangevano perché il mio cuore era ferito e lacerato, come pensavo di poter essere alla sua altezza?

Finita la doccia, mi asciugai e misi una vecchia maglia di mio padre con dei pantaloncini di qualche anno fa.

Scesi le scale con i capelli ancora bagnati e gocciolanti, così presi un asciugamano e lo avvolsi intorno ai miei capelli.

Con paura e timore mi misi a sedere sul divano, dove mio fratello mi stava aspettando.

"Voglio sapere il perchè. Perchè ti piangi addosso?" Si avvicinò a me prendendo le mie mani.

"Ecco.."

"Non mentirmi." Il suo sguardo mi trafisse l'anima.

"Io, ho provato ad essere alla sua altezza, ma non ci sono riuscita.." I miei occhi diventarono lucidi al solo pensiero.

"Alla sua altezza? Davvero dici? Quel bastardo non si merita nulla di quello che ha!"
Si alzò di scatto dal divano.

"Non parlare di lui in quel modo." Mi alzai di scatto, molto irritata.

"Ma ti vedi? Lo stai difendendo anche ora che ti ha spezzato il cuore. Non riesco a capirti." Si passò una mano sul viso e poi la fece passare nel suo ciuffo.

"Io non smetterò di amarlo, comunque vadano le cose." Abbassai lo sguardo sulle mie scarpe.

"Patetica." Tornai a puntare il mio sguardo in quello di mio fratello, scioccata dalla sua ultima parola.

"Come scusa?" Mi avvicinai di qualche passo.

"Sei patetica. Ti rendi conto che a lui non frega un cazzo di te e ha voluto solamente usarti? Ho fatto bene a dubitare di lui sin dall'inizio." Buttando le mani all'aria, tornò a sedersi sul divano, tendendo la testa sollevata dalla mano sinistra.

"Smettila ok?! Io non lo sto difendendo, non sto dicendo che non sia ferita, non sto mettendo in discussione il fatto che lui mi abbia mai amato o meno, sto solo dicendo che come prima, non è cambiato nulla nei miei confronti verso di lui."

"Quindi continuerai ad essere sua fan, ad andare ai suoi concerti, a comperare la sua musica anche quando sai cha ha preferito delle puttane al posto tuo?" Una lacrima scese veloce sulla mia guancia, ma fui molto veloce a nasconderla.

"Si. Lo farò. Voglio solo che lui sia felice." Ma in fondo un po di felicità me la meritavo anch'io, giusto?

Believe in BieberWhere stories live. Discover now