Cap.10

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"What do you mean ohh when you nod your head yes but you wanna say no What do you mean" continuai canticchiare mentre mi preparavo la colazione.
"When you don't want me to move but you tell me to go What do you mean" ballando impiattai il mio capolavoro.
What do you mean era sparata a tutto volume, in casa c'ero solo io ed i vicini erano ad un campeggio, nessuno mi avrebbe sentito.

"Is it too late now to say sorry? 'Cause i'm missing more than just your body" mi accorsi che il cellulare stava squillando, presi di corsa il telecomando e abbassai per poter sentire meglio.

"Ehy" risposi con voce acuta. Nel frattempo portai un boccone di pancake alla bocca, dovevo ammetterlo, ero abbastanza brava a cucinare.

"Piccola" il boccone mi andò di traverso, ma con un sorso di succo d'arancia riuscii a mandarlo giù.

"Dio Justin! Perchè cambi numero in continuazione? Mi fai prendere dei colpi assurdi ogni volta." Mi portai una mano al petto per ristabilire il respiro affannato.

"Scusami piccola, sono ancora in città. Volevo sapere se ti va di passare un po di tempo insieme."

"È inutile chiedere, tanto la risposta è sempre si." Risposi ovvia, alla sua risposta.

"Quella in sotto fondo è What do you mean?" Sembrava sorpreso, ma ormai What do you ma era dappertutto.

"Amore mio, What do you mean è diventata un tormentone, ti stupisce che io la stia ascoltando? Poi io sono la tua fan numero 1." Mi vantai con lui, essere belieber mi aveva cambiato la vita, in meglio ovviamente.

"Fatti trovare pronta per le 2" una risatina prima di staccare la chiamata mi rallegrò la giornata.

O mio Dio quanto lo amo?
Si può amare una persona così tanto?
Senza lui io ero il nulla.
Senza lui io non avevo una vita.

Misi una maglia rossa e una camicetta nera, del leggins e dei tronchetti neri. Mi aggiustai leggermente i capelli che avevo deciso di fare mossi e mi precipitai giù dalle scale.

Chiusi la porta di casa dietro di me e corsi verso la macchina con i vetri oscurati che mi stava aspettando.

"Hei piccola" Justin mi accarezzò la gamba, gli sorrisi e allacciai la cintura.

"Allora? Dove andiamo?" Chiesi curiosa, mi eccitavano le sorprese.

"Sorpresa." Sorrisi inconsciamente e mi appoggiai al sedile, rilassandomi.
Justin accese lo stereo e i'll show you partì.

"Justin amo questa canzone." Chiusi gli occhi e ascoltai quella bellissima melodia.

"Ne sono felice" aprii per un instante gli occhi e vidi che mi stava guardando con un bellissimo sorriso, ricambiai volentieri.

"Fino ad ora non ho pubblicato niente da tre anni, ma ora sembra che tutti stiano pensando meglio sulla mia musica." Continuò a guidare, con un piccolo sorriso sulle labbra.

"Te lo meriti, hai avuto dei momenti no che ti hanno portato a fare determinate cose, ma ora è tornato tutto come prima. Mi piace vederti sorridere, sai più di me quanto questo mi abbia tenuta viva quando pensavo a te e sapevo che saresti stato un sogno irraggiungibile. Mi aggrappavo al pensiero che noi eravamo sotto lo stesso cielo e che il tuo sorriso sarebbe stata la cura per ogni cosa."mi azzardai a fare una domanda.

"È dedicata a qualcuno in particolare?" Vidi che per un primo momento si irrigidì e poi un piccolo sorriso si fece spazio sul suo volto scolpito dagli dei.

"Forse" rispose vago.

"In che senso 'forse'?" Chiesi per saperne di più, ero molto curiosa.

"Forse si, forse no." Concentrata su quello che stava dicendo, non mi accorsi che eravamo arrivati.

"Ecco la sorpresa." Mi fece segno di girarmi e spalancai gli occhi.
Eravamo allo zoo, il mio posto preferito.

"Ora mi spieghi come fai a saper che io amo lo zoo?" Mi girai verso di lui.

"Intuito piccola." Quella parola, suonava così bene detta da lui.

Andammo a vedere tanti tipi di animali diversi, mi divertii un mondo nel fare facce buffe davanti ai vetri e a lanciargli da mangiare quando potevo.
Justin era fissato con i leoni e le scimmiette, era così tenero quando cercava di infilare la mano tra le sbarre che ci dividevano dai vari animali.

Stavo bene con Justin, ma mi sentivo osservata, speravo solo che nessuno lo avesse riconosciuto.

"Maia! Maia! Guarda!" Mi voltai di scatto verso di lui e vidi che una quaglia gli si era appoggiata sulla testa.
Scoppiai a ridere e presi il cellulare, scattai una piccola ed innocente foto alla tenerezza fatta in persona e poi rimisi il cellulare in tasca.

Quando la quaglia volò via, Justin prese la mia mano e iniziò a correre per una meta non precisa; facemmo slalom tra le persone e saltellammo lungo le scale.

Stavamo passando per una piazza ferrata, in mezzo c'era un delfino, stavamo camminando tranquillamente quando all'improvviso mille getti d'acqua ci arrivarono addosso.
Iniziai a gridare e a ridere, Justin si limitò a boccheggiare visto che uno spruzzo era puntato verso la sua faccia.
Lo presi per il braccio e lo portai via da quella trappola, continuando a ridere.
Aveva i capelli zuppi d'acqua e il ciuffo gli era caduto sull'occhio, cercai di spostarglielo, ma con scarsi risultati.

"Oddio non posso crederci" cercai di limitare la mia risata.

"È stato divertente!" Justin mi attirò a se e mi baciò i capelli.
Sentii alcuni click e lì capii che non eravamo soli e che si erano accorti di Justin, mi voltai leggermente verso quel suono e vidi un paparazzo tra un cespuglio.

"Justin, c'è un paparazzo che ci sta scattando delle foto." Cercai di restare calma, ma in realtà stavo tremando.

"Cazzo!" Justin strinse la mascella e mi prese la mano in una ferrea stretta vigorosa, iniziò a correre e io lo dovetti seguire.
Usciti dallo zoo i flash erano ancora di più e più accecanti, mi coprii gli occhi con una mano e l'altra era ancora stretta in quella di Justin.

Raggiungemmo la macchina e Justin sbattè le mani sul volante per un paio di volte, stava scaricando la tensione.

"Mi dispiace Justin è tutta colpa mia. Se non fosse stato per me ora tu non.." Mi ritrovai le sue labbra sulle mie e la mia schiena piantata contro lo sportello.
Passai le mie mani trai suoi capelli e lo spinsi più vicino a me, ero senza fiato; lentamente si staccò e mi sorrise.

"Se vogliono le foto, noi gli daremo un soggetto da fotografare." Detto questo tornò a baciarmi con passione e sorrisi alla sua tenerezza.

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