Cap.6

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-perchè sei a casa così tardi, perchè sembri un agente della c.i.a in incognito e di chi sono quegli occhiali?-mi chiesero i miei genitori quando tornai a casa.
-mi hanno trattenuto per un progetto, faceva freddo fuori e mi sono coperta e gli occhiali sono di una mia amica perchè avevo male agli occhi, sapete che effetto ha il sole sui miei occhi-diedi la risposta a tutte le loro domande, mentendogli ancora una volta.
Ora ero distesa sul letto della mia camera con il mio diario e la scritta KIDRAUHL si illuminava in modo tenue con i vari colori dell'arcobaleno, tutti stavano dormando, tutto taceva, non si sentiva un minimo rumore se non lo scrivere della mia penna sul taqquino che veniva comunemente chiamato diario, non lo definivo segreto, ma aveva tutti i miei pensieri e paure, sentimenti e sensazioni annotate sopra, lo definivo un diario personale.
Caro diario,
Sono riuscita finalmente ad incontrare il mio eroe, il mio idolo, il mio tutto.
Come ben saprai io ho sempre avuto paura di stare in luoghi affollati, chiusi, perchè sono claustrofobia, come il signor. Justin, ma la notte scorsa è stata fantastica, non ne hai nemmeno idea.
Ho parlato con tante persone che condividono i miei stessi interessi musicali, nel vestire e sopratutto ho scoperto di avere una famiglia anche fuori da casa mia, le beliebers sono la mia seconda famiglia.
Sono fantastiche, come delle sorelle che non ho mai avuto e Justin, Justin è davvero fantastico, dal vivo è ancora più bello.
Gli ho parlato, in realtà ci siamo incontrati per caso, mi è venuto incontro facendomi cadere, mi ha aiutato a rialzarmi e poi...poi sono successe tante cose, ad esempio oggi, mi ha mandato 2 messaggi e mi ha seguito fuori da scuola chiedendomi di pranzare con lui, ma ho dovuto rifiutare, se nó chi li voleva sentire i miei genitori.
Ha un sorriso bellissimo, le foto non sono niente a confronto, ti manda tante di quelle scariche elettriche lungo la schiena che...non lo so, forse è perchè sogno di incontrarlo da quando avevo 7 anni, ma quel ragazzo mi ha rubato il cuore e nessuno sarà in grado di essere al suo pari.
Ora devo proprio lasciarti, altrimenti domani mattina sarà un'impresa svegliarmi.
Per sempre tua, Maia.
Rimisi il diario nel cassetto
Feci saltare Damon sul letto, spensi la luce e mi addormentai.

-c'erano queste fuori alla porta questa mattina. Sono per te-ero mezza addormentata e stavo mangiando la mia solita ciotola di latte con i cereali, era una noiosa domenica mattina, chi mi cercava di prima mattina?
Vidi che la mano di mio fratello reggeva due bellissime rose bianche, erano meravigliose, la mano destra reggeva un biglietto anch'esso bianco.
Scivolai giù dalla sedia e glieli tolsi dalle mani, annusai il soave profumo della mia rosa preferita e lessi il biglietto.
"Nowhere but up, form here , my dear"
Questo era il ritornello di up, una delle mie canzoni preferite di Justin, mi stupivo che qualcuno potesse scrivere queste parole, nessuno oltre Jennifer sapeva che sono una belieber e poi ero appena arrivata in questa scuola.
-di chi sono?-mio padre confuso guardó le rose che avevo in mano.
-le ho trovate fuori alla porta mentre prendevo il giornale-spiegó mio fratello.
-sono per Maia-continuó.
-davvero amore?-arrivó anche la mamma che prese le rose dalla mia mano e anche il biglietto.
Lesse ad alta voce il testo contenuto nel bigliettino.
-sai il perchè te le abbiano mandate?-mi chiese mio padre perplesso, ma credo anche un po' geloso.
-non ne ho idea, forse potrebbero essere a riguardo dal ballo di primavera, ma non ne sono sicura-mi toccai l'orecchio, imbarazzata.
-sbaglio o questa è una frase di una canzone di Justin?-chiese mamma dalla cucina.
-si ed è questo il bello, nessuno oltre a Jessica sa che mi piace Justin, non l'ho detto a nessun altro-mi buttai a peso morto sul divano.
-possiamo lasciare stare le rose e guardare un film insieme? È domenica e voi non dovete lavorare-
I miei genitori si scambiarono uno sguardo, di scuse che poi lo scambiarono anche con me. Oh no...anche oggi?!
-scusaci tesoro, noi..-li interruppi ormai adirata dal loro comportamento, ne avevo abbastanza.
-andate pure io resteró con Braian-anche lui abbassó lo sguardo in cerca di scuse plausibili, non potevo crederci!
-anche tu? È domenica! Nessuno lavora la domenica e tantomeno fa allenamento la domenica-fulminai mio fratello con lo sguardo.
-ok, fate come vi pare. Io sono in camera, se vi serve qualcosa, ma pensateci due volte prima di bussare e dopo pensateci un terza-corsi su per le scale e mi chiusi in camera.
Accesi la radio e "my world" , l'album di Justin, partì.
Il mio telefono inizió a vibrare e senza abbassare la musica accettai la chiamata.
-cosa c'è Jessica? Sono impegnata in questo momento-mi buttai sul letto.
-sei impegnata ad ascoltare me?-quella non era la voce di Jessica, mi si bloccó il respiro e tornai seduta composta sul letto.
Con la mano tremante abbassai il volume così che ora fosse solo un leggero sottofondo.
-J..Justin-la voce non era più la mia, era stridula e cadente.
-sei scappata via da me-la sua voce era calma, grave e sexy.
-no, io..-le parole mi morivano in gola.
-si, sei scappata-sentii il rumore di una sedia che si spostava.
-io, avevo paura della tua reazione-chiusi gli occhi e inspirai a fondo.
-sei sola in casa?-che strana domanda..
-non so, i miei dovevano lavorare e mio fratello ha un allenamento...-mi interruppe.
-preparati, vengo a prenderti. Ah e rivoglio i miei rayban- lo sentii ridacchiare e il mio cuore si scaldó in meno di un secondo.
-ok-riuscii solamente a dire prima che lui attaccasse la cornetta.
Justin Bieber stava venendo a prendermi per portarmi non so dove, ma sinceramente del luogo non me ne fregava molto.
Feci una doccia veloce, misi l'intimo azzurro, scelsi un maglione rosso e dei jeans skinny neri.
Il vibrare del mio telefono, mi segnaló l'arrivo di un messaggio.
Da: il mio eroe
Sono sotto casa.
Presi di corsa le vans rosse , le infilai e corsi vero la porta, ma mi bloccai sui miei passi.
-i rayban cazzo!-corsi al piano di sopra, li presi, li indossai e finalmente uscii di casa, respirando l'aria fresca e pulita.
Un movimento veloce e sofisticato mi infilai all'interno dalla macchina.
-Ehi-disse lui, lo guardai e per poco non scoppiavo a ridere.
Aveva il volto quasi completamente coperto, sembrava un agente in incognito.
-qualche novità agente?-mi alzai il cappuccio anche io.
-agente? Ah..lo so, ma non posso farmi vedere in giro con te-
Wow, colpito e affondato, Justin Bieber sapeva anche come distruggere il cuore di una persona in meno di un minuto, ma cosa mi aspettavo?
-io non intendevo..-cercó di giustificarsi, ma lo bloccai con un gesto veloce della mano, mi spostai sul sedile e cercai di reprimere le lacrime.
-ho capito-dissi con voce roca.
-no, davvero Maia, io vorrei farmi vedere con te, ma poi non ti lascerebbero più in pace. Finiresti su tutti i giornali con scritte del tipo: la nuova amica di Justin o la nuova fiamma di Bieber..-sospiró sconfitto.
-la nuova fiamma di Bieber?-mi voltai verso di lui con sorriso sarcastico.
-si..si inventano di tutto-
Ci fermammo davanti ad una piccola villetta di campagna, il giardino era molto curato con fiori di tutti i tipi e colori, le piante erano messe in modo elegante tutte in torno al perimetro per dare una certa riservatezza.
La casa era di un dolce color crema, con rifiniture in marmo e ghisa.
-vuoi scendere o restare qui?-mi ritrovai Justin davanti a me con lo sportello aperto per farmi scendere, un vero cavaliere.
Presi la mano che mi aveva porso e mi feci portare all'interno della casa.
Pavimenti in parquet, mobili moderni, una favolosa vista su una bellissima piscina, due rampe di scale che andavano ad intersecarsi al piano di sopra è un soffitto pieno di luci.
A lato c'era un bellissimo pianoforte e poco distante da lui un impianto stereo di ultima generazione.
-sei molto legato alla musica-constatai accarezzando con i polpastrelli i tasti del piano.
-riesco ad esprimermi con la musica-si avvicinó a me e seguì i miei movimenti lenti e ispettori all'interno dalla stanza.
-hai fame?-
Guardai il moderno orologio attaccato alla parete e vidi che segnava l'una, il mio stomaco inizió a brontolare, che situazione imbarazzante!
Ridacchió e mi prese per mano trascinandomi verso quella che era la cucina.
-lo prendo come un si e poi ti devo ancora quel pranzo che hai rifiutato gentilmente l'ultima volta-ridacchiai e mi lasciai trascinare.
Era sui toni del bianco e nero, piena di elettrodomestici di quale io conoscevo solamente la metà, un frigo in acciaio inox con espelli vivande incluso, un bellissimo bancone e delle sedie rosse altissime.
Cercai di sedermi, ma le sedie erano troppo alte per me.
Lui rise e venne verso di me, mi prese per i fianchi e mi sollevó, finchè il mio sedere incontró il tessuto di pelle della sedia.
Gli feci una linguaccia e mi sistemai meglio sulla sedia, attenta a non cadere, feci penzolare i piedi come una bambina divertendomi da sola.
-certo che sei una bambina-disse in modo scherzoso, tirandomi la punta del naso con due dita.
-Ehi-mi misi la mano contro il petto - io ho un cuore- gli presi la mano, con fatica e la appoggiai sopra il cuore per fagli sentire- proprio qui-
Ci guardammo l'uno negli occhi dell'altra e una strana sensazione si propagó per tutto il mio corpo, il punto dove lui teneva la mano, bruciava.
-lo sento-la sua voce si era abbassata di due toni e i suoi occhi avevano una strana luce.
Continuai a tenere la mia mano sulla sua.
All'improvviso il suo telefono inizió a suonare e lui con uno scatto lo afferró e se lo portó all'orecchio.
-si Scooter? Lo so...ma..no oggi è il mio giorno libero..ok..certo...a domani, ciao Scoot-riagganció e si voltó verso di me.
-scusami, era Scooter Brown..-lui voleva spiegarmi chi fosse? Oh amore mio, io so tutto di lui e lo ringrazio ogni giorno per avermi salvato la vita scoprendoti.
-so chi è Justin, non nel senso che so tutto di lui, ma che Dio benedica quell'uomo per averti scoperto-giocai con le dita delle mie mani e vidi che in viso aveva un espressione contrariata, oh no cazzo è vero!
-scusami, non volevo pronunciare il nome di Dio invano, perdonami- Justin è sempre stato molto legato alla chiesa e gli dava molto fastidio che le persone parlassero di Dio senza rispettarlo.
I suoi muscoli si rilassarono e anche la sua espressione cambió, mi sorrise e mi accarezzó il braccio.
-tranquilla-mi rassicuró.
-allora cosa vuoi mangiare?-prese una pentola e ci mise dentro dell'acqua.
-cosa sai cucinare?-balzai giù dalla sedia e mi avvicinai a lui.
-so cucinare molte cose, ma vado pazzo per gli spaghetti-disse prendendo un pacco di spaghetti, prevedibile.
-lo so, so che vai pazzo per gli spaghetti, ma non odiarmi- non continuai la frase.
-perchè dovrei odiarti?-mi chiese confuso.
-perchè io odio gli spaghetti-mi coprii la faccia con le mani per evitare i colpi, il canovaccio colpì le mie mani.
-fuori da casa mia-pensavo stesse scherzando, ma la sua espressione era più che seria, indietreggiai pensando di aver fatto una cavolata, andai verso la sedia e presi la mia borsa.
-no, ehy, stavo scherzando-mi afferró per un braccio a mi attiró a se, stringendomi in un abbraccio, rilasciai un respiro profondo che non mi ero accorta di trattenere.
-mi hai fatta spaventare, pensavo davvero che volessi che me ne andassi-appoggiai la guancia contro il suo petto muscoloso.
-non vorrei mai che te andassi-mi sussurró all'orecchio e un brivido percorse la mia schiena.
-io non ti lasceró mai Justin, qualunque cosa succeda, io ci saró sempre per te-avvolsi le mie mani intorno al suo collo e gli lasciai un piccolo bacio sulla guancia, sorrise.
-l'ultima volta non mi hai baciato sulla guancia-mi sorrise in modo malizioso,diventai subito rossa.
-scusami io..non so cosa mi sia preso quella volta-mi girai dandogli le spalle.
-oh no signorina, ora ti giri e parli con me-le sue mani finirono sulle mie spalle e mi girarono.
-io..ho sempre sognato di dare il primo bacio a te-mi nascosi tra i capelli che mi cadevano sul viso.
-ma quello non si poteva definire bacio..-alzai la testa per capire ció che intendeva e le sue labbra furono sulle mie in meno di un secondo.
Mi mise una mano dietro la schiena è una dietro al collo per tenermi ferma con la testa.
Le sue morbide labbra accarezzavano le mie in modo dolce e lento come per insegnarmi il movimento.
Titubante cercai di ricambiare il bacio, essendo inesperta, non ero molto sicura di quello che facevo.
Le sue mani finirono sul mio fondoschiena e lo strizzarono,così dalla sorpresa emisi un gemito che mi fece aprire la bocca e lui non perse occasione per infilarci la lingua.
Le nostre lingue si toccarono e lui sporse la testa vero il lato opposto al mio per avere più accesso alla mia bocca. Mi prese le mani e me le agganció intorno al suo collo e io portai le dita trai suoi capelli leggermente corti dietro alla nuca, lui gemette e si spinse ancora dipiù verso di me.
Mi prese le gambe e me le face avvolgere intorno al suo bacino posandomi poi sul ripiano della cucina, la situazione iniziale era molto scomoda, io in punta di piedi e lui comunque piegato su di me a causa della mia statura, eccessivamente minuta.
Continuammo a baciarci mentre le nostre mani accarezzavano ogni parte l'uno dell'altra, ma poi mi accorsi di quello che effettivamente stava succedendo, stavo baciando Justin Bieber e non era giusto nei confronti delle altre beliebers, mi staccai di scatto da lui, ancora con gli occhi chiusi.
-non è una cosa giusta-lui aprì gli occhi e mi prese la testa tra le mani.
-me ne fotto di ció che è giusto-e con questo riprese a baciarmi e coccolarmi durante il bacio, io lo amavo, ma lui mi amava?
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Ciao girls come va?
Avete saputo che tra meno di 28 giorni uscirà il nuovo singolo di Justin "what do you mean" ?
Io non vedo l'ora che esca!!!
Vi è piaciuto il capitolo? Vi sta piacendo la storia? Fatemelo sapere con tante stelline e tanti commenti💕
Continuo a 6 stelline, kiss

Believe in BieberWhere stories live. Discover now