Prologo - Il sogno / [REVISIONATO]

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Mi svegliai di soprassalto dal mio incubo, tutta tremante. Gocce di sudore freddo mi scendevano sulla fronte e sul viso e, come se non bastasse, avevo il fiatone. Avevo fatto un sogno orribile: la marina era riuscita a catturare e uccidere Barbabianca, venendo poi nel mio villaggio per ucciderne gli abitanti, perché accusati di essere in combutta con lui e la sua ciurma e di averli aiutati a saccheggiare molte navi. Nel sogno, ho visto morire la mia sorellina Lucy, giustiziata da un marine.

Mentre ripensavo a quell'incubo, Lucy entrò nella stanza, sbattendo la porta. «Sorellona, che succede? Perché hai urlato?» chiese preoccupata, saltando sul letto e guardandomi con i suoi grandi occhi del colore del mare. Non mi ero nemmeno accorta di aver urlato. Probabilmente l'avevo fatto d'impulso a causa delle immagini che avevo appena visto.

Il mio respiro era ancora un po' irregolare, ma le sorrisi, mettendole la mano sulla testa e scompigliandole i lunghi capelli scarlatti. «Sta' tranquilla, Lucy. Era solo un brutto sogno» le dissi, baciandole la fronte per rassicurarla.

«Cos'hai sognato?» chiese insistente. È sempre stata una bambina curiosa, che faceva domande a raffica su qualsiasi cosa. Ma non potevo raccontarle il mio sogno, pieno di sangue, morte e caos. Era pur sempre una bambina.

«Una cosa molto brutta» le dissi semplicemente. «Quando sarai più grande, forse te lo racconterò»

«Ma io sono già grande. Guarda che 8 anni sono tanti!» ribattè lei, guardandomi imbronciata perché non le volevo raccontare il mio sogno.

Mi sforzai di ridacchiare e la presi in braccio, appoggiandomela sulle gambe. «Sì, è vero, 8 anni sono tantissimi. Ma ho sognato una cosa davvero molto, molto brutta. Non voglio che tu diventi triste per un sogno». Vedevo nei suoi occhi che c'era ancora il desiderio di sapere cos'avevo sognato, ma rinunciò.

Sì, 8 anni sono un'eternità, soprattutto se devi crescere da sola una bambina appena nata: mio padre partì per mare 8 anni prima, lasciando me, Lucy (che allora era nata da pochi giorni) e mia madre da sole. Prima di partire con i suoi compagni, ci fece una promessa: «Tornerò». In 8 lunghi anni, di mio padre non ho mai visto neanche l'ombra. L'unica cosa che so è che, nel giro di pochissimo tempo, divenne un noto pirata. Mia madre morì poco dopo la sua partenza a causa di una grave malattia e a me rimase solo Lucy. «Sorellona, tu sogni ancora di diventare un pirata?» mi chiese.

Ci pensai su qualche istante e risposi: «Sì, ma non se devo lasciarti».

Voglio diventare un pirata per ritrovare mio padre, ma non posso abbandonare la mia sorellina, né tantomeno portarla con me. Questa, ovviamente, non è l'unica ragione per cui voglio diventare pirata: ho sempre amato il mare, e come mia sorella voglio scoprire sempre cose nuove. Se diventassi un pirata, visiterei nuove terre, conoscerei nuove popolazioni, culture, religioni e un'infinità di altre cose, senza rendere conto a niente e nessuno. Ma mia sorella viene prima di tutto.

«Ma diventare è il tuo sogno...» disse, con un'espressione triste in volto.

La guardai, così piccola e innocente e altruista, e sorrisi. «Non preoccuparti, non è così importante». Non sembrava convinta. Alzai il bordo delle coperte per farle spazio. «Vieni qui, tesoro». Immediatamente, prima ancora che finissi la frase, Lucy sgattaiolò al mio fianco e mi si rannicchiò contro, come fosse un gatto.

Ci addormentammo insieme, abbracciate forte una all'altra.

Tiger's Blade [INCOMPLETA/NON CONCLUSA]Where stories live. Discover now