Capitolo 11 - Ammainate le vele!

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La sveglia suonò. In un primo momento ebbi l'impulso di lanciarla convulsamente dalla finestra e tornare a dormire. Invece la spensi e controllai l'ora: sette del mattino. Rotolai giù dal letto e andai barcollando in bagno a lavarmi la faccia. Sembravo un'alcolizzata: occhiaie profonde come pozzi, sguardo più spento di una candela bagnata e capelli a cui una giungla faceva un baffo. Si vedeva da chilometri che non avevo dormito. Ero stata tutta la notte a contorcermi cercando invano di prendere sonno e verso le cinque, proprio quando stavo per contemplare la possibilità di stare sveglia a leggere, sono crollata. - Il karma gioca brutti tiri - pensai mentre mi vestivo e mi pettinavo con la delicatezza di un giardiniere che strappa via le erbacce.

Contemplando il risultato finale e pensando che ci fosse di peggio, scesi le scale e andai in cucina. ...Tranquilli, non avevo intenzione di mettermi ai fornelli. Mi feci solo un caffè, benché lo odiassi profondamente: in qualche modo dovevo pur svegliarmi.

Il vapore che saliva dalla tazza e l'odore intenso del caffè mi fecero credere che seduto davanti a me, dall'altra parte del tavolo di quercia, ci fosse un uomo. Gli occhi grandi e scuri mi guardavano, la bocca una sottile linea nera che curvava leggermente verso l'alto. Mi sedetti anch'io, continuando a fissarlo. << Perché non sei qui? >> mormorai. Sentivo la voce incrinata e cercai di controllarmi. << Perché non sei qui a vedermi diventare un pirata? Dicesti che questo momento prima o poi sarebbe sicuramente arrivato e che saresti stato al mio fianco... che non te lo saresti perso per nulla al mondo. Invece hai rovinato tutto >>. Una morsa gelida mi serrò la bocca dello stomaco. Per alcuni secondi non riuscii a parlare. << Perché non sei qui con me, papà...? >>. L'uomo come risposta mi diede solo un gran sorriso, di quelli che solo lui e Lucy sapevano fare bene, come se non avessi proferito parola. La barba ispida di qualche giorno gli metteva in risalto il viso eternamente giovane. Era bello, lo dovevo ammettere.

Si dissolse con la stessa rapidità con cui era apparso. Mi accorsi di avere la vista annebbiata da qualcosa che i miei occhi non versavano da un sacco di tempo. Quando bevvi, un gusto insolitamente salato prese il sopravvento sull'amaro e mi pervase la bocca. In qualche modo mandai giù tutto e misi la tazza nel lavandino.

Tornai in camera, caricai lo zaino in spalla e uscii di casa. Qualche nuvola candida ricopriva il cielo quella mattina, ma il sole mi batteva indisturbato sugli occhi e i suoi raggi li trapassavano come se mi ci stessero conficcando delle stalagmiti. - Ecco perché ti odio -. Rivolsi al sole questo dolce pensiero e mi diressi alla spiaggia. Anche se erano appena le sette e mezzo del mattino non potevo rischiare che qualche mattutino mi vedesse, perciò feci il giro largo passando attraverso il bosco e in un'altra decina di minuti arrivai davanti alle navi.

Mi paralizzai. Il cuore fece un doppio, forse triplo salto mortale carpiato all'indietro. La Moby Dick era lì, proprio davanti a me; ed io ci sarei salita. Avrei navigato insieme alla ciurma dell'uomo più forte del mondo. - Merda, che ansia - pensai. Espirai a fondo un paio di volte e mi decisi a salire, ma prima che potessi muovere un passo qualcuno alle mie spalle mi chiamò e mi voltai.

<< Sapevo che mentivi, quando dicevi che sareste partiti alle 10 >>. Tetsuya mi lanciò uno sguardo di rimprovero, che però svanì subito lasciando invece spazio ad un'espressione malinconica, come se fossi già partita. Non dissi nulla, mi limitai ad abbassare lo sguardo. Lui si avvicinò di qualche passo. << Ci tenevo a darti questa >> disse, tendendomi qualcosa avvolto in una lunga fodera di velluto rosso, chiusa con una cinghia abbastanza lunga da poterla mettere a tracolla. Presi il regalo. Dal peso e dalla forma che le mie dita percepivano, intuii che fosse una spada. << Ether me la diede quando si ammalò e mi chiese di darla a te non appena fossi diventata un pirata >> aggiunse.

Tiger's Blade [INCOMPLETA/NON CONCLUSA]Where stories live. Discover now