Capitolo 10 - Ultima sera

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Il sole stava tramontando mentre io e Lucy tornavamo verso casa. La luce tiepida del sole filtrava attraverso i rami lunghi e contorti degli alberi, creando pozze chiare lungo il sentiero.

Rividi me stessa a sei anni che mi arrampicavo su quegli stessi alberi, giocando con Hanashiro. Poi il mio piede che scivolava e la caduta, il senso di vuoto sotto di me come se qualcosa mi inghiottisse... e qualcuno che mi prendeva al volo. << Presa! >>. La voce era calda e familiare e mi trasmetteva sicurezza, quasi quanto sentire quelle braccia muscolose sorreggere e stringere a sé una creaturina esile come me. La paura per il capitombolo che stavo per fare mi aveva serrato gli occhi e, quando li riaprii vedendo quel volto noto, ricordo che sorrisi dicendo: << Sai che dovresti farti la barba, papà? >>

Allontanai bruscamente quei pensieri. Spesso ricordavo senza volere scene di questo tipo, come se nella mia mente ci fosse un omino che non ha niente da fare e per combattere la noia giocherella con un pulsante su cui c'è scritto "RICORDA". - Vai al diavolo e trovati uno stupido hobby! - gli ordinai nella mia testa mentre cercavo di pensare ad altro.

Preferii concentrarmi sulla mia mano: il male era ancora piuttosto intenso, ma le bende umide a contatto con la pelle bruciata mi davano un piccolo spiraglio di sollievo.

Ace e Marco ci raggiunsero pochi secondi dopo. Per tutto il tragitto di ritorno, continuarono a chiedermi come avevo fatto a scaraventare Tetsuya a quel modo con "le braccia magroline che mi ritrovavo". Non avevo la minima voglia di rispondere, ma erano talmente insistenti che ci mancò poco che non gli tirassi un calcio negli stinchi. O in un altro posto molto più doloroso.

Evitai di far perdere loro certe parti del corpo accelerando il passo. Di tanto in tanto uscivo anche dal sentiero e zigzagavo tra gli alberi. Così, giusto per confonderli.

Un potente soffio gelido del vento mi rallentò leggermente, ma non ci feci quasi caso diversamente da Lucy, che rabbrividì. << Da quando agli ultimi giorni di agosto fa così freddo?! >> disse stringendosi le braccia al petto.

<< A quanto pare da ora >> rispondemmo io e Marco all'unisono.

<< Vi siete messi d'accordo per fare il "coretto sarcastico" o è stato solo un caso? >> domandò Ace facendo rimbalzare le iridi scure da me al biondo e viceversa.

Scrollai le spalle e aumentai ancora il passo. << Muoviamoci, è quasi ora di cena. Restate a mangiare da noi? >>

<< Ma come, Ace non ti ha detto nulla? >> chiese Marco.

Alzai un sopracciglio e lo guardai confusa. Cosa avrebbe dovuto dirmi? << Di che parli? >>

<< Volevamo- >>. Ace gli somministrò un pugno in testa prima che potesse dire altro.

<< Il tizio del bar ti cercava >> si sbrigò a dire. Aveva un sorriso tirato, si vedeva che stava recitando. Nella mia mente aleggiò una domanda: - Che avrà in mente? -. << Pana-qualcosa, non ricordo il nome... >> aggiunse.

<< Intendi Hanashiro...? >>

<< Sì, lui. >>

- "Pana-qualcosa"... - pensai. - Sarà stato il vento a fargli congelare i neuroni...? -.

Cercando di non ridere a quel pensiero, dissi: << Motivo in più per sbrigarci >> e a passo veloce uscii dal bosco dirigendomi verso il bar. Sentii Marco restituire il pugno ad Ace, ma lo lasciai fare senza dire nulla.

Il vento era calato e si era fatto meno pungente. Malgrado fosse ancora caldo, le foglie degli alberi stavano iniziando ad ingiallirsi e cadere: l'autunno era alle porte. Le foglie già a terra venivano crudelmente calpestate dai miei stivali e ogni suono che producevano mi sembrava un gemito di dolore. Mi sentivo veramente una brutta persona...

Tiger's Blade [INCOMPLETA/NON CONCLUSA]Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora