Capitolo 5

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Quando sento una mano sul mio fianco apro gli occhi istintivamente, la musica continua a suonare, ma Calum, con i suoi orribili capelli ossigenati , sta ballando con me, sulla canzone che più associo a mia sorella, mi sta sostenendo, così, anche se non è da me, appoggio la testa sulla sua spalla e balliamo come fossimo due liceali che ballano un lento al ballo di fine anno, e io gliene sono grata.

La canzone finisce e così anche il momento magico che si era venuto a creare, un applauso si leva dal silenzio, e io arrossisco abbassando la testa.

-Grazie, siete bravi, anche se continuerò a valutare la vostra musica rumore- dico con un sorriso beffardo, Calum non è più al mio fianco, ma accanto ai suoi compagni , schierati, come se si aspettano qualche mia mossa, ma io ne sono a corto,ancora sbigottita dal gesto di Calum.

-Che ore sono? - chiede Calum all'improvviso, forse per spezzare il ghiaccio

-le cinque meno cinque- risponde Michael

-allora mi sa che dobbiamo proprio andare, ho troppe cose da fare , abbiamo- dice guardandomi , e per un momento penso che potrei benissimo affezionarmi ad una persana come Calum, è quel tipo di persona.

Saluto tre dei cinque secondi d'estate per poi risalire sull'auto di Calum.

Mette in moto e la canzone che risuona nel silenzio dell'abitacolo è Castle on the Hill di Ed Sheeran , e io amo questa canzone.

-Sei fortunato ad averli-spezzo il silenzio, troppo pesante per i miei gusti

-per cosa?- corruga la fronte, guardando sempre la strada

-per aver Luke, Ashton e Michael. Siete amici da sempre, almeno per quello che si dice in giro- sorrido tra me e me.Lo guardo, ancora, forse perché vorrei conservare questi momenti, per il futuro, magari, per quando un giorno, quando anch'io andrò lassù da Ally e gli racconterò come ho passato il giorno del mio ventiduesimo compleanno.

-Si, sono fortunato ad averli, anche perché non credendo nell'amore, ho il costante bisogno di essere amato.- sussurra l'ultima frase, come se avesse paura del mio giudizio, ma io sono messa peggio di lui, non potrei mai giudicarlo

-Ma tu sei amato, non è l'amore che tutti conoscono, ma io so, che mia sorella a modo suo ti amava- dico, più che altro sussurro, più a me stessa, per ricordarmi il perché di questo viaggio.

Cala nuovamente il silenzio nell'auto, neanche la musica risuona, solo il rumore dei nostri respiri.

-Che segno sei ?- mi chiede improvvisamente, o forse questa è la mia impressione , perché ero in sovrappensiero

-gemelli, tu capricorno. Lo so già- dico pavoneggiando con un sorrisetto

-simpatica, quindi il compleanno o lo hai già fatto o lo fai a breve- commenta, e io i limito ad anniure, mentre lui posteggia e mi guarda. Non voglio dirgli che è il mio compleanno, non mi è mai piaciuto festeggiare, e non mi piacerebbe per nulla mettermi al centro dell'attenzione oggi.

-Ti va una pazzia? - sembra un bambino , a cui la mamma ha appena detto che lo porta al luna park

-okay, vuoi per caso fare shopping?- gli faccio l'occhiolino e lui alza gli occhi al cielo, per poi scuotere la testa.

Scendiamo dall'auto e mi ritrovo particolarmente sorpresa, siamo davanti un negozio "Evans tatoo" , sorrido , poi mi squilla il cellulare , sullo schermo un nome : Mammina

-Calum scusami un secondo- dico portando il cellulare all'orecchio, lui annuisce

-Mammi- esclamo, stamattina non ci siamo salutate prima della mia partenza, e per questo mi sono sentita un po' una ladra 

Twelve Hours||Calum HoodDove le storie prendono vita. Scoprilo ora