Pensando all'America

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ZAYN

-Dio..- strinse le labbra sottili tra di loro facendole quasi scomparire, si fermò in tempo prima di bestemmiare.

-Ok dobbiamo darci tutti una calmata.- parlai alzando le mani.

Louis mi fulminò con i suoi occhi azzurri e fece cadere il pugno chiuso sul banco della cucina.

-Come cazzo faccio a calmarmi? Anzi, perché tu non sei agitato semmai? Io e Harry quasi non dormiamo.- sbraitò contro di me.

Harry, al suo fianco, gli accarezzò una spalla per tranquillizzarlo. Louis si spostò subito.

Sospirai, guardai il ragazzo dai capelli ricci e lui abbassò gli occhi verso il pavimento.

-Se mi agito non riesco più a pensare.- mormorai, alzandomi dal tavolo.

-Spero che tu stia pensando al fatto che Horan abbia guardato le registrazioni e trovato la nostra targa, o al fatto che Abel abbia scoperto che Meghan è scomparsa magicamente lo stesso giorno in cui gli abbiamo detto di aver rapito Oralee!- urlò.

Mi passai una mano sul viso, certo che ci pensavo.

-Ok, non siamo in una bella situazione.- commentai.

-Già, cazzo!- Louis si avvicinò a me, Harry lo prese per un braccio e lui sembrò calmarsi a quella stretta.

-Dobbiamo elaborare un piano.- parlò Harry -Se Abel scopre che teniamo qua Meghan ci fa ammazzare.-

-Quindi, cosa facciamo?- Louis era il più agitato. Lo era sempre stato.

Il più agitato, intelligente, figlio di puttana che avevo mai conosciuto.
Era anche mio amico da anni.

-Non possiamo più lavorare per Abel.- iniziai, i due ragazzi mi guardarono perplessi, continuai -Dobbiamo andarcene da Bradford.-

-Vuoi andartene? Così?- chiese Louis corrugando le sopracciglia.

-Non posso rischiare che Abel arrivi qui e veda Meghan, non posso. La prenderebbe.- parlai velocemente, l'agitazione prese il possesso anche del mio corpo.

-E dove vorresti andare?- chiese Harry, d'un tratto era diventato vigile e attento.

-Avevo pensato ad un posto lontano, l'America forse, non lo so.- spiegai.

-Non sono cose che possiamo decidere così da un momento all'altro!- Louis agitò le braccia arrabbiato. Iniziò a ripetere parolacce a massa voce come se fosse un rituale che magicamente avrebbe portato ad una soluzione. 

Harry si girò verso di lui. Gli prese il volto con le mani e lo obbligò a guardarlo. 

-È quello che abbiamo sempre voluto Louis. Quante notti siamo rimasti svegli a sperare di poter vivere una vita migliore? Se solo provassi a contarle, lo sai, sarebbero un'infinità. È la nostra opportunità per ricominciare, insieme.- mormorò.

Li guardai, sollevato dal fatto che Harry la pensasse come me.

Louis vacillò, chiuse gli occhi e lasciò cadere la testa sulla spalla del ragazzo. Poteva ancora vedermi, ed io riuscivo a vedere parte del suo viso.

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