Cap. 6

2.4K 182 151
                                    

In piedi con zaino in spalla e mani in tasca, fisso senza muovere un passo quella sottospecie di prigione creata appositamente per noi poveri ragazzi, anche detta scuola. Orde di giovani mi passano affianco come spettri, anche se in tutta questa confusione lo spettro sembro essere io. Sono le otto e un quarto, la  campanella suonerà tra cinque minuti. Sono ancora in tempo per fare dietro front, ma non lo farò. Ho promesso a Juuzou che sarei tornata a scuola. E poi non ho nemmeno voglia di far tardi, altrimenti mi troverei tutti gli occhi della classe puntati addosso e ciò è assolutamente da evitare.

Sospiro per farmi coraggio e comincio ad avanzare nel cortile. Lo attraverso velocemente con lo sguardo rigorosamente puntato a terra. Alzo la testa solo quando sono nell'atrio. Attraverso velocemente anche quello, salgo le scale che conducono al primo piano dell'edificio e dopo aver attraversato un piccolo corridoio, finalmente giungo davanti la porta aperta della mia aula. Sbircio dentro senza farmi vedere dai compagni già presenti. Non ho la minima voglia di entrare, ma ormai quel che è fatto è fatto.

"Okay Aka-chan, fai un bel respiro e... aspetta... Aka-chan?! Cavoli, l'influenza di Juuzou comincia a farsi sentire..."

Entro in classe tenendo la testa alta e lo sguardo dritto davanti a me, ma l'improvviso silenzio non riesco a ignorarlo. Rivolgo lo sguardo più truce che riesco a fare alla classe che, ovviamente, mi sta fissando con delle espressioni a dir poco sorprese. Non appena i miei occhi incontrano quelli dei miei compagni, tutti, nessuno escluso, ritornano a fare quello che stavano facendo. Vado a sedermi al solito banco vicino alla finestra e inizio a fissare fuori sperando di non dover lanciare altri sguardi assassini. Non amo passare per quella "tosta" che incenerisce tutti con lo sguardo: sono semplicemente una a cui piace stare per conto proprio. Odio essere ritenuta chi non sono, ma in un certo senso è l'unico modo per andare avanti in questa società.

O divori o vieni divorato.

Non è facile essere deboli.

***

La campanella dell'intervallo è suonata da poco e con mia sorpresa nessuno è uscito dalla classe come di consuetudine. Solitamente, allo scattare dell' intervallo, tutti schizzano in cortile o nei corridoi.

Decido di ignorare questo strano evento e mi getto a capofitto nello zaino per cercare le solite pillole. È da un po' che non le prendo e ho stranamente iniziato a sentirmi male... non malissimo, ma ho una spiacevole sensazione allo stomaco, come se io abbia sempre fame anche se mangio regolarmente.

-Ehm... Aisaka-san...

Attorno a me si è formato un piccolo gruppetto, ma me ne accorgo solo dopo aver sentito la voce di una mia compagna di classe chiamarmi. Essere accerchiata in questo modo basta a farmi sentire a disagio, ma cerco di non darlo a vedere.

-Sì?

La rappresentante di classe si fa avanti posizionandosi proprio davanti a me.

-Ecco... ti porgo le condoglianze a nome di tutta la classe. Ci teniamo a manifestarti disponibilità e solidarietà.

Okay, questo proprio non me lo aspettavo.

-Oh... grazie...

-Aisaka Akane?

Una collaboratrice scolastica fa irruzione in classe cercando tra il gruppo di giovani adolescenti una mano alzata che sarebbe stata la risposta alla sua chiamata.

-Eccomi- dico, infatti, alzandomi in piedi mentre gli studenti attorno a me si spostano per farmi passare.

La bidella fa un cenno con la testa indicando il corridoio alle sue spalle.

𝐇𝐮𝐦𝐚𝐧 || 𝐽𝑢𝑢𝑧𝑜𝑢 𝑆𝑢𝑧𝑢𝑦𝑎Where stories live. Discover now