As he walked by (parte 3)

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Elena mise su una smorfia: quella ragazza era decisamente troppo bella. Ma chi era, poi? Tra l'altro le sembrava sempre più carina di foto in foto, e ce n'erano così tante. Lei e Damon sulla neve, lei e Damon a bere quella che sembrava una cioccolata calda – le aveva davvero preparato la sua cioccolata speciale? E poi non aveva detto di non aver avuto nessuna ragazza importante tranne Katherine? – lei e Damon di qua e di là.

Premette sul tasto del mouse con più forza di quanta ce ne sarebbe voluta e sussultò, temendo di averlo svegliato. Come spiegare che non riusciva a dormire e che, dal momento che non voleva svegliarlo, anche se stare là a guardarlo era sufficientemente intrattenente, poi si era sentita troppo patetica per continuare? Così aveva deciso di curiosare tra le sue foto, che immaginava sarebbero state piene di paesaggi, non di quella.

Aveva un sorriso dolce – sicuramente falso – e le stava antipatica ogni minuto di più. Come si permetteva di guardare il suo Damon in quel modo?

Era bionda – capelli gialli come il sole, chiaramente –, coi capelli lunghi, degli occhi verdi brillante, ed era così bella, maledizione. Forse era una di quelle ex modelle che il suo fidanzato usava frequentare prima di conoscerla.

Sì perché non la vedeva più, no?

La sua smorfia peggiorò anche di più quando vide il sorriso di Damon, era il suo classico piegato da una parte, leggermente malizioso ma con una sfumatura di dolcezza che aveva sempre creduto fosse rivolta solo a lei, una cosa personale, speciale. E adesso veniva fuori quell'arpia.

Fece scorrere ancora, e adesso nella foto erano in tre: Damon, la vampona, e una bambina coi capelli scuri e gli occhi birichini, attaccata al collo di Damon, come se lasciarlo andare fosse l'ultima cosa che potesse passarle per la testa.

Tornando con gli occhi sulla bionda, si sentiva una specie di barbona: spettinata, con l'impellente bisogno di una doccia, e non esattamente formosa come quella. Era magra e anche prosperosa, perché no?

Autostima meno mille.

Almeno.

Sospirò, seccata e sconsolata: non si sarebbe più vista allo stesso modo.

«Che cosa fai, piccola impicciona?» le domandò Damon, divertito, all'improvviso, facendola sobbalzare leggermente. Il computer le tremò sulle ginocchia, mentre si portava una mano sul cuore, per tranquillizzarsi: non si aspettava che fosse sveglio, figurarsi di sentirlo parlare, mentre lei dava una beata sbirciatina tra le sue foto.

«Scusami, non sapevo cosa fare.» si giustificò, con un'alzata di spalle. Tornò a prestare attenzione a quelle immagini, piegandosi in modo che potesse guardarle anche lui, e giusto per testimoniare che non stava facendo niente di male.

Certo non poté evitare di notare che Damon riuscisse ad sexy anche in tenuta da scii.

«Chi è lei?» accennò alla ragazza che lo stava abbracciando, anche se separati dalla piccola. «È bellissima.»

E non solo era splendida, ma anche lui la stava guardando con un'adorazione che gli aveva visto sul volto soltanto quando aveva avuto il dispiacere di imbattersi in foto di Katherine, ma era una sfumatura ancora diversa.

Damon sorrise. «È Arianna.» spiegò, ma senza che lei capisse. «Mia cugina, la sorella maggiore di Sofia, siamo cresciuti praticamente insieme. Vedi la piccoletta che mi strangola? Sofia.»

Si sporse un po' verso di lei, e l'unico punto che riuscì a raggiungere per baciarla, senza tirarsi su dal materasso, fu il fianco, e si accontentò, mentre lei indirizzava una strana occhiata allo schermo del pc.

Dear Diary - The Vampire DiariesWhere stories live. Discover now