Now I can't wait to see that boy again (parte 5)

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«Non fare così, tesoro...» fece Caroline, togliendole di mano il diario su cui la sua migliore aveva appena cominciato a piangere. «È acqua passata. Lo sai che Damon ha avuto altre ragazze, a parte te...»

Elena scosse la testa, come a volerle dire, visto che a parole non riusciva, che non era quello, il problema: una volta, Damon le aveva raccontato di essere stato come lei, e se lei avrebbe detto fiducioso, lui oggi si sarebbe definito un credulone.

Perciò lei sapeva quanto fosse dovuto contare perfino un rapporto sessuale, per lui. Tra l'altro era solo un ragazzino, ancora in quell'età in cui ti illudi che la tua prima esperienza sarà anche l'ultima.

Doveva aver sofferto come un cane, quando aveva scoperto tutto, doveva davvero essere entrato in conflitto con tutto ciò che lo circondava, troppo diviso tra il dolore di averla persa e la consapevolezza, al tempo stesso, di non averla davvero mai avuta.

Di essere stato preso in giro per anni.

«Senti, che ne dici di cambiare annata?» le suggerì, sfilando da sotto il materasso un altro diario. «Magari è migliorata anche lei.»

Dato com'erano finite le cose, Elena ne dubitava seriamente, ed era già stanca dopo due sole pagine, ma ormai erano entrate, e se voleva qualche altra risposta, doveva continuare.

Così annuì, e ci pesò Caroline a cercare la loro prossima lettura, e stavolta fu lei a dare voce alle parole di Katherine.


2002-06-04

Caro diario,

questa notte è speciale, per me. Dicono tutti quanti che i diciassette anni sono un'età magica, e io ci credo, non so perché. Magari quest'anno è la volta buona che riesco a realizzare i miei sogni: due anni fa – sì, so di essere una ragazza precoce! - ho deciso che sarei andata via da questo buco di città per studiare moda, e dal momento che è il mio penultimo anno di liceo, intendo gettare le basi perché questo accada.

E sì, so che non ho mai frequentato un club extrascolastico, ma credo che sia l'ora di cominciare a farlo, se voglio davvero andarmene e sfuggire al controllo soffocante dei miei genitori.

Credo che mi andrebbe bene anche fare la cameriera per come si stanno rivelando le cose.

Domani compio gli anni, insomma, ne faccio diciassette, sono un'adulta! La mamma, naturalmente, non la pensa così, e papà lo stesso.

Ma andiamo! Quanto possono essere ipocriti da uno a mille? Forse un milione, o anche di più. La mamma aveva la mia età quando ha scoperto di essere incinta di me, e secondo loro io, invece, dovrei starmene chiusa in casa vita natural durante, forse fino ai trenta, prima di frequentare qualche ragazzo.

Be', troppo tardi, ormai è andata. Loro pensano ancora che io sia una di quelle sciocche verginelle che non sono state in grado di trovarsi qualcuno che se le portasse a letto.

Non sono mica una di quelle secchione sfigate, io.


«Direi che non è migliorata per niente.» si interruppe la bionda, esasperata. «Certa gente non cresce mai... ops, scusa Ele...»

Lei fece semplicemente spallucce, sorpresa di aver appena pensato la stessa cosa. «Dai, andiamo avanti.» la incitò, ma fiacca.

Caroline non si lasciò certo pregare.


I miei genitori non vogliono che io dia una festa in casa per il mio compleanno. Loro devono andare a Dallas a trovare degli amici, dei tizi che hanno una figlia su per giù dell'età di quella rompiscatole di Elena, che ha non so che problemi di salute, insomma vogliono che papà la visiti, ma io non ho nessuna intenzione di andare con loro, a fare cosa, poi?

Dear Diary - The Vampire DiariesUnde poveștirile trăiesc. Descoperă acum