winnie

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La ragazza si stava tormentando le dita affusolate, cercando di non pensare a quella sostanza che le dava assuefazione.
Sapeva che le faceva male, ma non poteva più farne a meno.
Sarebbe morta senza di essa.
La sua era una dipendenza, lei lo sapeva, i suoi amici lo sapevano, e lo sapevano anche i suoi genitori.
L'avevano rinchiusa nella sua stanza, sicuri che la figlia potesse guarire da sola da quella sua ossessione.
Ma pian piano la disperazione ammontava, e con essa anche la rabbia.
Aveva cominciato a strapparsi i capelli, cercando di non pensare a quella sostanza, ma era costantemente nella sua mente.
si graffiava le gambe, fino a farle sanguinare, ma ancora pensava alla sua droga.
era cominciato tutto per scherzo, un tiro, due tiri, tre tiri, fino a quando non poteva più farne a meno.
Era malata, un pericolo sia per se stessa che per gli altri.
I suoi genitori parlavano spesso, di mandarla da uno psichiatra per aiutarla, ma rinunciavano sempre all'idea credendo che ce l'avrebbe fatta da sola.
Ma lei non poteva, e non voleva.
Si alzò dal letto, con le gambe e le braccia sanguinanti, e con i capelli biondi che le ricadevano spettinati sulle spalle.
Con la sua forza, aprì la porta, trovando i suoi genitori fuori in corridoio.
Aveva un obbiettivo: raggiungere la sostanza che la faceva sentire tanto bene quanto male.
I suoi genitori ancora non l'avevano ancora né vista né sentita, visto che stavano discutendo ad alta voce.
Lei prese una delle statuine che sua madre teneva sul comodino in salotto, la sua preferita.
"questo angelo mi ricorda tanto te, piccola mia, perché tu sei il mio angelo.„ le diceva sempre la donna quando era piccola.
Non riflette nemmeno su quello che stava facendo, e colpì prima la madre, poi il padre sul collo, rompendoglielo.
Erano morti, ma lei riusciva solo a pensare alla sua droga.
Scese le scale, arrivando finalmente all'oggetto designato.
Lo poté inalare, lo poté vivere, e finalmente era tornata ad essere se stessa.
Risalì le scale, e vide i corpi dei propri genitori distesi a terra, con gli occhi spalancati ed una espressione terrorizzata in volto.
Si sdraiò accanto a loro, e si fece circondare la vita con le forti braccia del padre, e quelle gracili della madre.
I loro corpi morti ancora erano tiepidi, e lei pian piano si addormentò beata in quel tepore.

n/r
questa è una "storia„ che mi è venuta in mente una volta guardando winnie the pooh (sì winnie qui è una ragazza) e boh, spero non faccia troppo schifo. i capitoli parleranno ognuno di un personaggio diverso, ed essi non si conoscono tra di loro. c:
-ro

mad hatterDove le storie prendono vita. Scoprilo ora