Effie

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«non voglio più giocare con te, Effie.»
Il bambino sbatte gli occhi ripetutamente per impedire a quelle dolorose lacrime di scendere dai suoi occhi e rigare le sue paffute guance.
Che cosa aveva fatto di male ora? Lui voleva solamente giocare, ma lei lo rifiutava.
«p-perché non vuoi più giocare con me? non ti piacciono le mie pedine?»
Disse prendendo in mano ì cadaveri degli animaletti che aveva ucciso appositamente per giocare con lei.
«no, non mi piacciono affatto, non mi piace nemmeno quel gioco in cui mi tocchi tutta, tu sei disgustoso! Lasciami in pace, malato! Sei solo uno psicopatico».
Disse la ragazzina, spezzando così il fragile cuore del bambino che le stava accanto.
La ragazza cominciò a correre, e non si voltò mai indietro.
Il ragazzino cominciò a riflettere, che la ragazza avesse ragione? era davvero così malato e disgustoso come lei diceva? perché lei non voleva accettare tutto l'amore che lui voleva offrirle?
Il giorno dopo, la bambina non si presentò a scuola, e così per tutto l'anno seguente.
Si era trasferita.
La ragazza che gli aveva spezzato il cuore, se n'era andata.
Passarono gli anni, e molte persone spezzarono il dolce cuore del bambino, che poi divenne un adulto.
Ogni persona che lo feriva, lui la uccideva.
Stava così pian piano formando una scacchiera.
Lui era il re, ma gli mancava una regina.
Un giorno decise che sarebbe stata lei, il suo primo amore ad avere l'onore di essere accanto a lui nella scacchiera.
Ora doveva solamente trovarla.
Ci mise un po' di settimane a rintracciarla, ma riuscì a ritrovarla.
Era cresciuta, diventata più bella.
"chissà quanto sarà bella da morta„.
Si chiese l'uomo, che provava uno strano amore per i cadaveri.
Di notte, si infiltrò dentro casa sua, e la rapì drogandola.
La ragazza si risvegliò un paio di ore dopo, stordita e molto confusa.
"dove diavolo sono?„ si domandò guardandosi attorno.
Era in una stanza abbastanza grande, così buia che non poteva vederne la fine.
Sentì dei passi nel buio, e il suo cuore cominciò a battere molto più velocemente del normale.
Era legata ad una sedia, quindi le era impossibile qualunque movimento.
«da quanto tempo, mia adorata Annie»
Disse la voce nel buio.
Annie spalancò gli occhi, possibile che quel maniaco la conoscesse? e perché era in quel posto?
«chi diavolo sei, maledetto? fatti vedere, non ho paura di te» mentì la giovane donna.
Sentì l'uomo ridere, una risata agghiacciante e forzata.
Un brivido le percosse tutto il corpo.
«oh, piccola Annie, non c'è bisogno che tu mi menta, lo sai che puoi dirmi tutto quanto, basta che poi giochiamo assieme»
Anni cominciò a tremare quando finalmente ricondusse quella cupa voce alla persona che la possedeva.
Era Effie, quel bambino malato che l'aveva costretta a lasciare la città in cui era nata.
«che cosa vuoi da me, Effie? non hai già fatto abbastanza quando eri ancora un bambino? lasciami andare, ti prego, non ho raccontato a nessuno di quello che è successo quando eravamo bambini, non ho raccontato dei tuoi giochi a nessuno, quindi, per favore, dimmi che cosa vuoi.»
La donna era disperata, conosceva le persone come lui, bisognava accontentarle sennò per lei sarebbe finita male.
«io voglio che tu diventi la mia regina»
Disse soddisfatto l'uomo.
«che cosa? che cosa significa?»
chiese la donna inorridita e spaventata dalla risposta che sarebbe arrivata.
«beh, Annie, è l'ora che ti presenti la mia scacchiera speciale, lo costruita solo per noi due, non sei contenta?»
Disse Effie accendendo l'unica luce della stanza e rivelando uno spettacolo orribile agli occhi della donna.
C'era un enorme scacchiera al centro della stanza, e sopra vi erano posizionati molti cadaveri, vestiti come la pedina che rappresentavano.
Annie cominciò ad urlare, in preda al panico.
Non voleva morire, voleva fare ancora molte cose nella sua vita, non poteva finire così.
Vide Effie avvicinarsi con una mannaia in mano.
Cominciò a stillare più forte, dimenandosi sulla piccola sedia.
L'uomo nel frattempo era sempre più vicino e la donna non riusciva a trovare una via per scappare.
Cominciò anche a piangere, la vita le stava scivolando via dalle mani in modo troppo frettoloso, innaturale.
Gli occhi della ragazza chiedevano pietà, ma il luccichio di follia negli occhi del uomo le fece capire, che era davvero finita, per sempre.
Effie affondò la mannaia nella carne della ragazza, e continuò facendo tagli profondi su tutto il corpo.
Il respiro della ragazza cominciava a diventare sempre più affannoso, e questo lo fece eccitare ancora di più.
Per lui uccidere era come una droga, questo lo teneva in vita.
Finì con la donna, e la posizionò sulla scacchiera.
«bene, e ora giochiamo.»

mad hatterWhere stories live. Discover now