uffa

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La guardava ossessivamente da quasi un'ora oramai.
Amava fissarla, amava guardare cosa faceva, e con chi lo faceva.
La amava.
Amava il modo in cui si spostava i capelli quando era in imbarazzo, amava il modo in cui rideva e amava il modo in cui si mostrava agli altri.
Ma lui amava anche la parte più nascosta di lei, quella che mostrava solo nella sua cameretta.
Quella che nessuno aveva mai visto, o almeno, lei credeva che nessuno avesse mai visto.
Ma lui era ovunque, come una ombra.
E lui era la sua ombra.
La guardava dormire.
E la fotografava.
Aveva milioni di sue foto, e andava fiero di tutte quante.
Le teneva al sicuro, nella sua camera oscura, cosicché nessuno potesse vederle.
Avrebbero considerato il suo amore malato ed inquietante.
Ma per lui non era così.
Una volta gli avevano detto "ognuno di noi ama in un modo diverso„.
Beh, quello era il modo in cui mostrava il suo amore.
Quella gracile ragazza, che nemmeno conosceva, era entrata nel suo cuore e non sarebbe uscita facilmente.
Ma c'era di mezzo lui.
Uffa l'aveva vista molte volte con lui, e aveva indagato anche su di lui.
Non era un bravo ragazzo, non era degno del suo amore.
Lui invece lo era, e il ragazzo doveva sparire.
Così, una notte, dopo aver controllato che la sua amata stesse bene, si era introdotto nella casa del suo rivale in amore.
Era entrato furtivamente dalla finestra, e aveva fatto tutto molto silenziosamente.
Si era avvicinato al suo letto, e per un po' l'aveva guardato dormire beato.
"chissà quanto tempo impiegherà a morire„ pensò l'uomo, mentre si avvicinava ancora di più al volto del ragazzo.
Cominciò ad accarezzargli la guancia, sperando che così si sarebbe svegliato senza urlare.
<<sveglia giovinetto, è arrivata la tua ora.>>
il ragazzo aprì improvvisamente gli occhi, e con orrore vide che c'era qualcuno nella sua stanza.
Aprì la bocca per urlare, ma le sue grida furono soffocate dal cuscino che l'uomo gli aveva stretto in faccia.
Il ragazzo non riusciva a respirare, e cominciò ad entrare nel panico.
Uffa guardo la vita pian piano abbandonare il corpo di quel giovane, che piano a piano si accasciò a terra.
Era fiero del suo lavoro, ma mancava ancora una piccola cosa.
Face un piccolo taglio sul braccio del ragazzo, e si sporcò le dita di sangue.
Si avvicinò all'unico specchio che c'era nella stanza, e con il sangue scrisse "tessa, ora sei solo mia„.
Sapeva che lei lo avrebbe visto, e sperava capisse che lui non le avrebbe fatto del male.
Perché lui la amava, e lo avrebbe fatto fino alla fine dei tempi.
La mattina dopo la ragazza vide la scritta con il sangue, e cominciò ad entrare nel panico.
Sentiva spesso degli occhi che la fissavano, e la notte vedeva strane ombre nella sua stanza.
Ma ora sapeva che era tutto vero.
C'era qualcuno che la osservava continuamente, e non aveva paura di mostrarsi.
La ragazza nei giorni seguenti all'omicidio di Lucas sentiva di più questo sguardo che si nascondeva nell'ombra.
Era spaventata, ma non sapeva a chi dirlo.
Perché lui lo avrebbe scoperto, e lei non voleva che lui lo sapesse.
Allora, colta dal panico, fece la cosa che le sembrava più giusta in quel momento.
Si incise due taglie netti sugli avambracci, e aspettò ansiosa la morte.
Uffa aveva visto tutta la scena dallo spiraglio della porta, ma la ragazza l'aveva bloccata.
L'amore della sua vita stava morendo per causa sua, e lui non poteva fare nulla per evitarlo.
Stava perdendo molto sangue, e la vita la stava pian piano abbandonando.
Erano spaventati entrambi.
Lui di perderla,
e lei di non morire.
Così Uffa vide il corpo della ragazza accasciarsi a terra, inerme, morto.
E con lei, anche una parte dell'uomo morì.

s/r
questo capitolo è davvero orrido, lo so lo so. e ci ho messo anche moltissimo a scriverlo, lo so lo so.
Non lo so, io ci ho provato comunque. ah, per chi non se lo ricordasse, uffa è il gufo vecchio e intelligente che viveva nell'albero :). detto questo buona giornata.

mad hatterWhere stories live. Discover now