ih-oh

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Rideva.

Rideva senza sosta, mentre ricuciva con il suo amato filo rosso la ferita che si era procurato.

faceva sempre delle piccole croci quando si cuciva le ferite, le trovava graziose.

Gli altri no invece.

Lo trovavano strano, innaturale.

se solo avessero saputo tutto quello che il ragazzo aveva vissuto, avrebbero capito.

Ma loro non capivano, e non volevano farlo.

Proprio come i genitori del ragazzo.

Fin da piccolo lo avevano maltrattato e torturato.

Ma lui aveva avuto la sua vendetta, e se l'era gustata.

Aveva fatto a pezzi i suoi genitori, e gli aveva ricuciti con un filo rosso, lo stesso che lui usava per il suo corpo.

Ora se ne stavano in cantina di giorno, e di notte infestavano i sogni del ragazzo.

Ma a lui non dispiaceva quello che aveva fatto.

Ignorava le urla nella sua testa, le urla dei suoi genitori, e dei suoi fratelli.

Lui non avrebbe voluto ucciderli, ma loro erano entrati in cantina.

Lui gli aveva detto tante volte di stare lontani da quel posto, ma non lo avevano ascoltato!

Era tutta colpa loro, non avevano rispettato le regole!

E ora urlavano.

Di giorno,

di notte,

sempre.

Solo quando si feriva si fermavano, e stavano finalmente zitti.

Lui voleva solo questo, quindi aveva cominciato a mutilarsi.

alla fine, gli piaceva, era diventata una specie di dipendenza.

Adorava come il sangue scendeva lungo tutto il suo corpo quando si tagliava la pancia, lo faceva sentire bene.

E poi ricuciva le ferite, perché vederle aperte lo irritava.

Ma le voci non si accontentavano.

Volevano sempre di più.

Più sangue.

Più dolore.

Più rischio.

Il ragazzo era sopraffatto da quelle voci.

Cercava di zittirle, ma falliva sempre.

Allora un giorno prese uno dei suoi amati coltelli, e si accoltellò da solo, ripetutamente.

<<È questo che volevate? Eh? Mi volete morto?>>

Urlò a pieni polmoni, rivolto alle voci dei familiari morti.

<<Avete vinto>>

Sussurrò un attimo prima di tagliarsi la gola.

mad hatterWhere stories live. Discover now