cpitolo 23

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Finalmente questi 20 giorni sono passati. Il tempo non mi è mai parso trascorrere così lentamente.
Oggi rivedrò Ignazio dopo che ci siamo salutati per capodanno. Ci siamo sentiti tantissimo, ma averlo accanto è un'altra cosa. Come farò a sopportare l'intero tour, che lo terrà lontano per mesi, se già ho avuto difficoltà a rimanere aggrappata alla sanità mentale per 3 misere settimane?
Ania è arrivata a minacciarmi fisicamente se avessi continuato a farmi del male guardando ancora le migliaia di foto e video, circolanti nell'etere di Ignazio con una fan, di Ignazio con due fan, di Ignazio con le tette delle fan...
Adesso sono qua in stanza, perché Ania è a dir poco elettrizzata dall'idea di questo concerto, così ha voluto che ci preparassimo insieme prima di andare a prendere il treno che ci porterà a Caserta. Io avrei trovato infinitamente più comodo ed elegante usare una delle macchine dell'albergo con tanto di autista, ma lei è entrata in questo vortice del “dai facciamo “dai facciamo le adolescenti!”. E allora facciamo le adolescenti con il viaggio delle speranza... tanto al ritorno siamo con i ragazzi, quindi almeno una tratta me la risparmio.
Sento bussare, mi avvio alla porta e me la ritrovo davanti in tenuta super casual, jeans, felpa con cappuccio e scarpe da ginnastica, ma la cosa che mi sbalordisce di più sono le due treccine a lisca di pesce che si è fatta ai capelli. Sembra davvero una ragazzina.
Perché ha tutta quella roba in mano e mi guarda con gli occhi da psicopatica?
“non penserai mica di venire così? Abbiamo detto adolescenti e adolescenti saremo! Fila a cambiarti!” mi ordina

Dopo che sono passata dalle sue grinfie, quasi non mi riconosco. Abbigliamento fin troppo giovanile, coda di cavallo alta, trucco acqua e sapone. Sembriamo davvero uscite da un telefilm per ragazzine.
“ed ora mia cara, il tocco finale!” esclama la mia amica, la vedo armeggiare ad uno zainetto, dal quale estrae due fascette tremende con una gigantesca ed inquietante scritta “il volo” sopra, me le sventola davanti agli occhi.

“no” dico risoluta
“sì” ribatte lei
“almeno mettiamole quando saremo dentro al palamaggio!” chiedo implorante
“non se ne parla. Adolescenti, ricordi?”
“Ania....”
“non costringermi a ricorrere a vodka e banana mary, lo sai che effetto ti fa poi...” e mentre mi dice questo ha già iniziato a cingermi la fronte con quel tremendo pezzo di stoffa.

Le permetto di uscire fuori dall'albergo solo quando troviamo un momento di vuoto nella hall, la trascino letteralmente fuori in modo da non farci vedere. Poi quando siamo per strada, e più tardi, dentro la stazione, comincio a rilassarmi e perfino a divertirmi. La gente ci guarda con gli occhi sgranati e io e Ania ci andiamo a nozze facendo le sceme.

Sul treno cantiamo, mangiamo delle patatine, Ania vuole che le disegni una chitarra sulla guancia con la matita per gli occhi. Io le chiedo che mi disegni un microfono.
Tutta la coca cola che abbiamo bevuto ha fatto il giro completo ed ora devo andare in bagno. La gente continua a guardarmi esterrefatta mentre attraverso lo scompartimento. Ma chi se ne frega!

Mi sto lavando le mani nell'angusto bagno del treno e alzo gli occhi sullo specchio. Voglio morire. Ora. Qui. Quella stronza non mi ha disegnato un microfono sulla guancia, mi ha disegnato un cazzino! Con tanto di occhietti e sorrisino. Ecco perché la gente mi guardava così. Non era per la fascia. Non era per l'abbigliamento da giovinetta. Appena smetto di ridere esco di qua e la uccido. Oppure la bacio e me la sposo.

Dopo aver compiuto lo scempio di cancellare quell'opera d'arte, esco dal bagno e torno al mio seggiolino. E con Ania inizio a ridere e credo che davvero in questo momento potremmo sembrare due ragazzine. Ridiamo così tanto che non ci accorgiamo di aver mancato la fermata di Caserta, così scendiamo alla fermata successiva e pensiamo ad un modo per tornare indietro.
“chiediamo a qualcuno dove prendere un autobus” dico io mentre mi guardo intorno
“assolutamente no! Mary, porcaccia miseria, noi faremo l'autostop!” mi dice prendendomi per le spalle
“ma stai scherzando? Con tutti gli psicopatici che ci sono in giro?” le rispondo allibita
“Mary, più di me e te? Comunque dai, proviamoci! Se ne nel giro di mezz'ora non si ferma nessuno, oppure si fermano solo persone che ricordano hannibal lecter, andiamo a prendere un autobus, ok?”

"Scommettiamo Che Mi Ami?"{IB}Donde viven las historias. Descúbrelo ahora