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Paige

Ormai erano più di dieci minuti che fissavo l'accumulo di panni ammucchiati disordinatamente nell'armadio. Il problema era che non avevo neanche la più lontana idea di cosa indossare per quella dannatissima festa, o semplice incontro tra amici, come si ostinava a chiamarlo Harry.

Ed io in compenso mi ostinavo a credergli.

Dopo tanti giri di parole, Harry era riuscito a convincermi ad accompagnarlo a quella festa, forse per il tono con cui aveva insistito. La frase che mi aveva portata finalmente ad accettare era stata: "Non ci saranno molte persone e probabilmente finiremo a guardare un film davanti alla TV".

Alla fine, uscire di casa ed evitare di passare il sabato sera addormentata davanti a un reality show scontato e che non avrei neanche seguito era il pensiero che più mi aveva spronata ad alzarmi per prepararmi.

Dopo altri cinque minuti di riflessione, imbambolata a osservare senza il minimo entusiasmo quella montagna di vestiti, tirai fuori una semplice maglia abbinata a un paio di jeans.

Scelta prevedibile.

Il suono acuto del citofono mi costrinse a prendere in mano le chiavi di casa e uscire. Non appena aprii il portone, scorsi Harry appoggiato su un muretto, con gli occhi fissi su di me.

-Pronta?- mi chiese quando gli fui davanti.

Annuii e mi prese per mano.

Nel momento in cui mi accorsi che mi stava trasportando verso l'unica moto parcheggiata nel vialetto isolato, ebbi uno strano presentimento. Lo guardai per qualche istante, immobile e con lo sguardo severo.

-Cosa c'è? Non sei mai salita su una moto?-

-No, mai,- ammisi e mi avvicinai per osservarla più attentamente: era lucida, perfettamente curata e di un rosso fiammante. -È tua?-

-No, è di Liam... ero a casa sua e non sapevo in che altro modo raggiungerti per non arrivare in ritardo. Me l'ha prestata,- disse. -Ma la so guidare, non preoccuparti. Andrò piano, promesso.-

Esitai qualche altro secondo, prima di abbandonare quella briciola di buonsenso rimastami e afferrare il casco che mi stava offrendo.

Rise mentre montava sulla moto e l'accendeva con un gran boato.

-Tu non lo metti il casco?- gli domandai.

-No, è soltanto uno. Mettilo tu.-

Annuii sistemandomi dietro di lui, inconsapevole sul dove posizionare mani e piedi. Mi aggrappai alle sporgenze del sedile, mentre appoggiai i piedi sui pedali sottostanti. Ma quando le mani di Harry afferrarono le mie guidandole attorno alla sua vita, trasalii.

-Ti devi tenere a me, altrimenti cadrai alla prima curva,- mi avvertì sorridendo.

Lo strinsi non appena alzò i piedi da terra e partì sulla strada, come una biglia spinta su una pista di sabbia perfettamente spianata. Delle improvvise scariche di adrenalina si propagarono per il mio corpo e mi sentii leggera come una piuma, mentre le gomme scivolavano sull'asfalto e il cuore mi batteva prepotentemente nel petto.

Appoggiai la testa sulla sua schiena e socchiusi gli occhi.

Le varie luci della città mi apparvero come sfocate scie indefinite, che andavano a dissolversi a ogni mio battito di ciglia.

Solo quando la moto cominciò a rallentare, riuscii a distinguere i bagliori dei lampioni e le varie case affiancate lungo quella stradina silenziosa e immersa nel buio della notte. Non appena ritoccai terra sentii ancora l'adrenalina scorrermi per il corpo. Liberai i capelli e riconsegnai il casco a Harry, che mi guardava con un punto interrogativo stampato sul volto.

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