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Slow it down - The Lumineers

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Liam

Il silenzio era il padrone di quella stanza, soltanto il ronzio dei miei pensieri era intenzionato a scacciarlo via. Mi accorsi di avere fame quando anche il mio stomaco entrò in complotto con la mia mente per frantumare il silenzio. Le finestre erano chiuse, eppure il freddo mattutino era costantemente lì a tenermi compagnia, sebbene i termosifoni fossero tenuti al massimo. Diedi una rapida occhiata per la camera, in cerca del maglione che avevo indossato la serata prima, ma tutto ciò che vidi fu il paio di boxer giacente sulla moquette, al fianco del letto. Proprio mentre ero in procinto di accantonare le coperte e scendere dalla comodità di quel materasso, un grugnito soffocato da un cuscino fuoriuscì dalle sue labbra: Zayn, ancora coccolato dal dormiveglia, si stava stropicciando gli occhi, forse inconsapevolmente. Rimasi qualche secondo a guardarlo, quel viso illuminato dalla pallida luce che penetrava dalla finestra, quei tratti netti che componevano la sua fisionomia proporzionata, quelle ciglia nere e lunghe che pendevano dai suoi occhi, che, ora chiusi, nascondevano un colore denso caramello e quelle labbra, che mi avevano giovato per tutta la notte precedente. Mi avevano fatto sentire in paradiso.

Il Natale era passato in un modo strano. Avevo rinunciato alla mia famiglia ormai da tempo. Me ne ero andato da loro perché non erano mai stati capaci di accettare la mia sessualità e a me aveva anche smesso di importare. Però il Natale era comunque stato diverso quell'anno, perché era mancato qualcosa o, meglio, mi era mancato qualcuno. 

I miei sforzi non erano stati sufficienti per accantonare ciò che era accaduto qualche settimana prima con Harry. Nemmeno il destino me lo aveva permesso, visto che ero stato costretto a vederlo al Tetch ogni maledetto giorno. Lui aveva tentato di parlare con me, eppure io vietavo a me stesso anche solo di guardarlo. Sapevo che voleva provare a riallacciare i rapporti. Ma io non lo volevo: avevo capito che mi sarebbe servito del tempo, prima di poter ricominciare a parlargli. Il tempo essenziale per dimenticare l'amore che provavo per lui e che non sarebbe mai stato ricambiato.

-Da quanto sei sveglio?-

Zayn si era definitivamente svegliato. La sua voce era tenue, ancora impastata dal sonno.

-Da un po'.-

Si passò una mano fra i capelli scompigliati - risultato della notte che avevamo trascorso insieme. Le lenzuola arrivavano a coprirlo fin sotto agli addominali: aveva il ventre scoperto e riuscivo a vedere tutti i suoi tatuaggi.

Toccai le linee nere che segnavano la sua pelle olivastra. Emise un gemito, mentre la mia mano percorreva, sfiorava, accarezzava il suo torace, fino ad arrivare collo. Poi ritrassi il braccio e mi appoggiai sulla spalliera del letto.

-Ti ho sognato, questa notte,- mormorò. Stava sorridendo con un'espressione rilassata, appagata dal sonno. 

-Anche io ho sognato qualcosa, ma non me lo ricordo.-

Sapere che Zayn mi aveva sognato mi terrorizzò.

-Liam, va tutto bene? Sembri stranito,- sussurrò, prendendomi la mano che prima lo aveva accarezzato. -Ho fatto qualcosa di sbagliato? O forse questa notte non avremmo dovuto...-

-Non hai fatto nulla di sbagliato, Zayn. Sono io che sto sbagliando tutto. E' solo colpa mia.-

Il tocco delle sue dita era così delicato e prudente, che lo avrei desiderato anche per la notte a seguire e quella dopo ancora. Ero io a non volerlo accettare, dunque lo incenerivo, lo trasformavo in un contatto che bruciava.

E quando ti avvicini al fuoco, d'istinto ti devi allontanare.

Ciononostante, la mia mano continuava a restare nella sua.

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