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Shells - Mighty Oaks

***

-Poco più in là c'è la National Gallery. La vedi?-

-Sì. Spesso passo a Trafalgar Square, ma la National ancora non l'ho mai visitata.-

-Io ci sono stato come minimo sette volte. Ogni volta che scopro un'opera nuova, mi piace poterla osservare dal vivo. E il fatto che l'ingresso sia gratis mi dà sicuramente spago...-

-Le tue opere preferite che sono esposte?-

-Impossibile scegliere.-

-Allora alcuni dei tuoi artisti preferiti?-

-Rembrandt, Monet, Caravaggio, Turner, Michelangelo, Van Gogh, Velázquez, Constable, Rubens...-

-Okay, okay, ho capito,- sorrisi appena. -Come hai scoperto tutti questi artisti?-

-Ho cominciato ad interessarmi quando mia madre mi ha portato a Londra per la prima volta. È grazie a lei se ho iniziato a curiosare, a leggere, a scoprire nuove opere, nuovi scrittori, nuovi pittori, nuovi stili. Non so come, ma mi affascinano, e ogni artista per un motivo diverso. Le emozioni che suscitano in me, ogni sfumatura, ogni colore me li fanno apprezzare.-

-È meraviglioso.-

-Lo è davvero.-

-Vorrei poter dire lo stesso, ma degli artisti che hai citato ne conosco appena la metà... e per sentito dire.-

-Vorrà dire che il prossimo giro turistico sarà diverso.-

-Sì... ma sappi che questo è anche meglio del giro turistico che mi avevi promesso.-

-Pure meglio della London Eye?-

-Sicuramente più economico.-

Rise mentre i suoi piedi penzolavano nel vuoto.

Ancora non avevo avuto il coraggio di guardare le mie gambe sospese a tutta quell'altezza da terra. La ringhiera di ferro era abbastanza larga da permetterci di starci seduti e quello davanti ai nostri occhi era uno spettacolo assolutamente imperdibile, che mi aveva permesso di accantonare la paura di cadere.

-Quindi sono una buona guida?-

-Direi di sì.-

-Mi assumeresti come tuo personale conducente?-

-Sì, ad un buon prezzo, sia chiaro.-

-Gratis?-

-Ovvio.-

Ridemmo insieme, continuando a osservare il blu della notte, che quella sera pareva un oceano rovesciato; risaltava la mia piccolezza in un mondo troppo grande per ognuno di noi.

I pensieri cominciarono a lievitare ed io ci affondai dentro. 

Pensai a quanto quel panorama fosse una bellezza nascosta; la bellezza era nei nostri occhi, non nella città. Ecco perché bisogna scavare dentro se stessi per tirarla fuori. 

Tutti non fanno altro che lamentarsi e non riescono neanche a passare cinque minuti ad ammirare le vere meraviglie che si celano segretamente nel mondo. Come una notte stellata, il tramonto, l'alba. Siamo davvero così ciechi da non accorgerci nemmeno che la felicità si nasconde nelle piccolezze più comuni?

Ogni volta che mi fermavo a osservare il cielo pensavo a questo: alla bellezza e a quelle persone che non possono vederla. Anche quando in Irlanda mi rifugiavo nella casetta sull'albero abbandonata nel giardino dei miei vicini, pensavo alla bellezza. Quando quella era la mia unica scappatoia dalla realtà che mi avvelenava. Era la mia mezz'ora personale, che sfruttavo soltanto per il bene di me stessa.

BraveWhere stories live. Discover now