7. Pieces

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Pieces - Red

***

Faceva molto più freddo quel pomeriggio. Come se l'inverno avesse fin troppa fretta ad arrivare, portando con sé quel clima ghiacciato, insopportabile senza un giaccone abbastanza pesante.

Eppure in casa, con le finestre sigillate e i termosifoni accesi, sembrava che l'autunno non se ne fosse mai andato.

-Scommetto che è il solito mascalzone che cerca di conquistare la prima che capita, con una moto strafiga e qualche frase ad effetto,- disse Ed, masticando la pizza che avevamo portato a casa mia.

-Sembra che tu abbia fatto qualche ricerca su come poter conquistare una ragazza in una sola serata,- commentai prendendone l'ultimo spicchio rimasto.

Scaraventai lo scatolone della pizza vuoto sul bancone della cucina, sopra a quello precedente.

-Perché, tu la pensi diversamente?-

-Io penso che sia un ragazzo normale e senza strane intenzioni.-

-Be', ovvio, altrimenti non lo avresti seguito su quel palazzo...- disse. -Ancora non hai capito come ragiona il cervello maschile,- aggiunse, scuotendo la testa.

-Certo, perché tu invece lo hai capito...- dissi. -E poi perché ne parli così male? Nemmeno lo hai conosciuto.-

Si strinse nelle spalle mentre si alzava dalla sedia per raggiungere il frigorifero.

-Una volta l'ho visto al Tetch fare il cascamorto con una moretta,- disse tirando fuori la bottiglia del latte.

Ormai i suoi accostamenti con il cibo avevano smesso di stupirmi da un pezzo.

-Ma se nemmeno sai chi è.-

-Certo che lo so chi è,- si difese, lanciandomi uno sguardo severo. -Biondino, non troppo alto, occhi castani e accento americano,- continuò e bevve un sorso del latte direttamente dalla bottiglia. -Guarda che ho fatto le mie ricerche.-

Cercai di trattenere la risata mentre vedevo la sua espressione ferma nella convinzione di aver fatto le giuste ricerche, e mi incamminai verso il salone per poter raggiungere il divano.

Nonostante fossero già scoccate le due del pomeriggio ormai da un pezzo, quel sonno che appesantiva le palpebre degli occhi non mi aveva mai abbandonato.

Vidi il tavolo sommerso da alcuni fogli e mi ricordai le ore della notte precedente passate a scriverci sopra. Cercai di sistemarli, accatastandoli e mettendoli da parte.

-Cosa sono?- chiese Ed, protendendosi in avanti per prendere in mano uno dei tanti fogli spiegazzati.

-Niente di che.-

Glielo strappai di mano, posizionandolo sopra agli altri che avevo appena raccolto. Li ammucchiai e li infilai rapidamente nel cassetto del tavolo.

-Niente di che?-

Sospirai.

-È solo la bozza di una nuova canzone, qualche idea buttata giù così.-

-Una nuova canzone? Figo! E di cosa dovrebbe parlare?-

-Non ha ancora un testo. Sono solo idee.-

Presi la chitarra che avevo lasciato sul divano e la portai in camera. Poi tornai in salone e trovai Ed a fissarmi con la fronte aggrottata.

-Quando l'hai iniziata?- continuò e si acciambellò comodamente sul divano.

-Ieri pomeriggio.-

BraveOnde as histórias ganham vida. Descobre agora