panico

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PANICO

Tremai. Non avevo mai tremato tanto in vita mia e mi irrigidii non appena Sasuke mi cadde addosso quasi a peso morto. Lui, che era stato in passato un Nukenin, freddo e spietato e poi un eroe, ora era lì tra le mie braccia, fermo, immobile, con il respiro affannato, quasi cercasse di trattenersi. I suoi occhi scuri erano puntati sul mio petto e le sue mani stringevano le mie braccia con forza, e quasi mi stava facendo male. Però non mi importava.

Vidi Sasuke poggiare la testa sul mio petto in rigoroso silenzio come ad ascoltare ogni minimo battito del mio cuore, poi con il pollice della sua mano destra prese a carezzare ritmicamente il mio braccio.

Lentamente Sasuke sollevò il viso per guardarmi negli occhi.

"Cosa t...ti e successo? Cos'hai di preciso Sakura? Dimmelo!" Mi chiese mio marito per poi stringermi tra le sue braccia in una morsa talmente forte da farmi ansimare e io mi irrigidii nuovamente non riuscendo a proferire parola.

"Tsunade..."

La mia maestra abbassò gli occhi, strinse convulsamente i pugni e sospirò.

"Sasuke io non credo che tu dovresti..." iniziò Tsunade ma mio marito la fulminò con lo sguardo e lei sospirò nuovamente. Io ero più tesa di una corda di violino. Cosa sarebbe successo se Sasuke avesse compreso davvero l'entità del mio male?

"Insufficienza cardiaca "curabile" sussurrò la mia maestra e Sasuke si alzò in piedi allontanandosi da me di qualche passo, ma notai immediatamente che con un occhi osservava ogni mio movimento. L'occhio del rinnegan non mi lasciava scampo.

"Allora se è curabile perché non la curi!" esclamò mio marito freddo e controllato tanto che mi fece venire i brividi

"Ora non posso più." Spiegò la mia maestra e mio maritò si irrigidì.

"Perché?" chiese Sasuke rigido.

Tsunade sospirò e mi guardò con gli occhi lucidi di lacrime e io scossi la testa in segno di negazione.

"Non lo dire. Non glielo dire Tsunade!" urlai e mio marito si voltò verso di me a occhi sgranati.

"Zitta!" disse perentorio e io mi chiusi a riccio in me stessa mentre Ino e Hinata mi si avvicinavano per abbracciarmi. Sollevai leggermente il viso e lo punta su Naruto che era diventato pallidissimo.

Una fitta di dolore trapassò il mio petto comprendendo a cosa stava pensando il mio migliore amico. Non mi ero fidata nemmeno di lui, non gli avevo chiesto consiglio come di solito facevo.

Ma che potevo fare, Naruto sembra stupido ma in realtà è una cima di intelligenza e bontà d'animo. In quel momento compresi che se solo ne avessi parlato con Naruto lui mi avrebbe aiutata a trovare una soluzione consona, lui non mi avrebbe abbandonata, anzi mi avrebbe sostenuta con tutte le sue forze. Ero stata davvero uno stupida. Feci qualche passo verso Naruto e lui se ne accorse allargando le braccia per accogliermi tra le sue. Corsi da lui e scoppiai a piangere sul suo petto mentre Naruto prese ad accarezzarmi ritmicamente i capelli e a sussurrare degli "shh" mal celati ma capivo bene che anche lui era spaventato. Con un occhio osservai Sasuke che se ne stava davanti Tsunade in attesa di una risposta, rigido e pallido forse più di un lenzuolo poi lo sentii esclamare.

"Tsunade dimmi perché non puoi curare Sakura!" ringhiò Sasuke.

Tsunade sospirò.

"La bambina. Se iniziamo la cura, la perdiamo" esclamò Tsunade e Sasuke si irrigidì e così anche Naruto che mi allontanò di scatto dal suo petto e mi osservò allibito, poi guardò Tsunade.

"Se invece Sakura porta avanti la gravidanza che succede?" chiese Naruto e sia io che Sasuke ci irrigidimmo. Poi Naruto continuò.

"Intendo dire..."

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