Parlare e affrontare

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PARLARE,AFFRONTARE

Sakura se ne stava immobilizzata a letto, ad occhi spalancati alle quattro del mattino mentre il marito al suo fianco, ronfava, per modo di dire, perché anche nel sonno Sasuke era di un eleganza inaudita.

Il sonno quella notte non era stato clemente con Sakura tenendola quindi vigile e furiosa con il marito, migliore amico e cognato, ma doveva ammettere che dopo che Itachi le aveva bloccato, a detta del marito, tutti i punti di chakra, il suo battito cardiaco si era rasserenato e che il suo corpo aveva tirato un mezzo sospiro di sollievo. Non si era nemmeno resa conto dello stato di tensione in cui, in quel periodo, persisteva il suo corpo.

Sakura odiò profondamente constatare quella situazione e quindi di conseguenza dover ammettere che, l'azione fatta contro il suo volere da suo cognato, le aveva giovato parecchio.

Sasuke si mosse lentamente sul letto girandosi verso di lei, sollevando il braccio, quello suo, non quello artificiale fatto con le cellule di Hashirama, e le circondò il ventre gonfio e poggiò il viso sulla sua spalla, sempre continuando a dormire.

Sakura voltò lentamente la testa verso Sasuke e sorrise istintivamente. Sasuke dormiva beatamente e per non percepire il suo stato di nervosismo, doveva essere parecchio stanco e preoccupato e il fatto che lo stesso fratello lo avesse aiutato bloccandole il chakra, lo aveva rilassato parecchio, facendolo riposare serenamente, per la prima volta, dopo aver scoperto la sua malattia.

Sakura si sentì tremendamente in colpa. Non si era resa conto di quanto Sasuke vivesse in allerta in quei giorni, di quanto l'ansia e la preoccupazione, anche se lei aveva cercato di non fargli notare i suoi malesseri, lo stessero divorando dall'interno. Sakura percepì Sasuke stringersi maggiormente a lei, quasi volesse inglobarla dentro di se per poterla proteggere.  La ninja medico era fortemente tentata di sollevare una mano per carezzare il viso del marito e rassicurarlo, ma per colpa di quel dannato di suo cognato e del suo Sharingan, non poteva muovere nemmeno un dito e sinceramente erano quattro ore che stava ferma nella stessa identica posizione e la schiena cominciava a dolerle.

La porta della stanza da letto si aprì lentamente rivelando la figura altra e maestosa di Itachi e la sua testa far capolino dentro prima di tutto il corpo.

"Liberami idiota!" esordì Sakura a denti stretti cercando di trattenere l'urlo di rabbia rivolto a Itachi per rispetto del proprio marito.

"Silenzio signorinella!" esordì Itachi incrociando le braccia al petto. Sakura sbuffò e mise un broncio degno di una bambina di cinque anni.

Itachi si sedette sulla sedia vicino al letto cercando di fare il meno rumore possibile per non svegliare suo fratello, poi si voltò verso Sakura e la guardò nero di rabbia.

"Ora spiegami a cosa è dovuta questa tua incoscienza!" esclamò Itachi calmo, ma Sakura si trovò a deglutire. Non conosceva Itachi, né i suoi modi di fare, ma percepì che il cognato era furioso.

"Itachi mi fa male la schiena!" sbottò indignata Sakura cercando di sviare la domanda di Itachi, ma non aveva fatto i conti con la cocciutaggine Uchiha. Infatti Itachi scosse la testa in segno di negazione.

"Non ti libererò Sakura, non voglio rischiare la vita di mio fratello. Ho fatto di tutto nella mia esistenza per proteggerlo, non permetterò a te, donna incosciente, di farlo soffrire ancora. Ora spiegami per filo e per segno cos'hai al cuore?" esordì sempre calmo Itachi.

Sakura sbottò e voltò la testa di lato trovandosi a un millimetro di distanza dalle labbra di Sasuke, talmente vicina da percepirne il respiro. Sakura sussultò, il respiro di Sasuke non era proprio rilassato e la sua espressione era eloquente. Sasuke, anche se non voleva mostrarlo, aveva paura.

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