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𝒀oongi sospirò quando la sveglia iniziò a suonare fastidiosamente. Aggrottò la fronte, tentando di beccare il pulsante per disattivarla, mancandolo, colpendo invece lo spazio vicino allʼorologio; tentò di nuovo, provando poi dal lato opposto.
Dopo altri tentativi, riuscì a premere il pulsante e azzittire lʼallarme, anche se ormai era già sveglio. Si mise seduto, strofinandosi le spalle, sbattendo in contemporanea gli occhi un paio di volte. Si prese alcuni secondi per realizzare che era un giorno di scuola, e questo lo fece grugnire.
Sbadigliò ampiamente prima di inciampare fuori dal letto, le coperte si aggrovigliarono tra le gambe quasi portandolo a schiantarsi a terra. Fortunatamente, la sua coordinazione in qualche modo lo aiutò, anche se il resto del cervello e del corpo non proprio.
ʻʻOdio il martedì...ʼʼ mormorò prima di chiudere gli occhi, discutendo se fosse il caso di alzarsi dal pavimento.
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ʻʻHoseok!ʼʼ Gli urlò contro, afferrandolo per la spalla per girarlo nella sua direzione.
ʻʻYoongi!ʼʼ Gli urlò di risposta.
ʻʻHo bisogno del numero di stanza di Jimin,ʼʼ disse solenne, e Hoseok glielo rivelò, neppure pensandoci su. Yoongi ghignò dandogli qualche pacca sulla spalla, facendogli leggermente male per la stretta. ʻʻGrazie. Ci vediamo, amico.ʼʼ
Hoseok lo guardò correre via prima di sorridere leggermente, stringendosi i libri al petto.
ʻʻMi ha chiamato amico...ʼʼ
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ʻʻJimin,ʼʼ lo chiamò Yoongi tra i bussi alla porta. ʻʻJimin,ʼʼ bussò ancora. ʻʻJimin.ʼʼ
ʻʻStai cercando di imitare quel ragazzo di quel telefilm?ʼʼ Gli chiese un ragazzo che gli camminò affianco. Yoongi si guardò alle spalle e annuì, sorridendo. Poi bussò di nuovo, ma la porta si aprì lentamente.
Si aprì uno spiraglio e vide Jimin scrutarlo dallʼinterno della stanza buia.
ʻʻCosa vuoi?ʼʼ Chiese a bassa voce, e Yoongi fece un passo in avanti per avvicinarsi alla porta.
ʻʻTaehyung ha detto che non eri in classe? Stai bene?ʼʼ Chiese, guardandolo dalla fessura. Solo parte del suo viso era illuminato dalla luce del corridoio, e tutto quello che Yoongi riusciva a vedere, era un ragazzo stanco che ricambiava il suo sguardo.
