ʻʻJimin, stai bene? Sembri un poʼ teso,ʼʼ chiese Seokjin mentre camminavano verso la prossima aula. Jimin annuì, sistemandosi i libri sulle braccia. Si schiarì la gola in imbarazzo, e Seokjin lo guardò. ʻʻStai mangiando bene? Sei parecchio magro...ʼʼ
ʻʻSto bene.ʼʼ Rispose, non rispondendo propriamente alla domanda. Seokjin lo squadrò, indeciso se continuargli a fare domande o non stressarlo ulteriormente.
ʻʻOk, ma assicurati di mangiare bene. Ti ammalerai se non lo fai,ʼʼ raggiunsero la classe di Seokjin e si fermò, mentre Jimin continuò a camminare. ʻʻCi vediamo di fronte alla tua classe dopo lezione, ok?ʼʼ
ʻʻOk.ʼʼ Rispose Jimin, passando per il corridoio. La tensione dentro di lui stava crescendo più forte, e sapeva esattamente cosa volesse dire. Odiava saper riconoscere il segno che stava per rubare, e continuava a non poterci fare nulla.
Fortunatamente, riuscì ad entrare in classe senza rubare nulla. Non appena si mise seduto aspettando lʼinsegnante, il suo ginocchio prese a rimbalzare nervosamente e trovò impossibile sedersi dritto. Si guardò attorno, prima di notare che il prof avesse lasciato una pila di oggetti sulla cattedra. si alzò, e afferrò velocemente un foglio dal banco, e tornò a sedersi. Sorrise e nascose il pezzo di carta nel libro, la tensione si alleggerì.
Ma non appena la breve sensazione di piacere svanì, Jimin rimase con il senso di colpa. Iniziò ad innervosirsi, guardandosi attorno per vedere se qualcuno lo stesse fissando o se avesse visto quello che aveva fatto. Fortunatamente, era arrivato abbastanza presto che non cʼera quasi nessuno nellʼaula, e quei due presenti non gli stavano neppure prestando attenzione.
Eppure, lʼirrequietezza era alta mente stava seduto, volendo riportare indietro il pezzo di carta, non volendo farsi beccare. Se lo scoprissero, non ammetterebbe di essere cleptomane o qualcuno potrebbe farsi unʼidea sbagliata.