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𝑱imin osservava Yoongi sedutogli difronte sul letto, che faceva i compiti di matematica

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𝑱imin osservava Yoongi sedutogli difronte sul letto, che faceva i compiti di matematica. Il suo sguardo si era abbassato non appena il maggiore prese a leccarsi lentamente le labbra, per un attimo distratto dalla sua lingua; dopo essersi accorto di quello che stava facendo, guardò altrove. Guardò in basso verso i suoi libri, tirandosi su le maniche del maglione, mentre fissava con aria assente gli scarabocchi di scrittura su di essi.

Si scostò la frangia dagli occhi, pensando che avrebbe proprio bisogno di tagliarsi i capelli il più presto possibile, non prestando più attenzione ai compiti. Stava avendo delle difficoltà a concentrarsi quando aveva lì un ospite non invitato che era determinato ad auto‒definirsi ʻil ragazzo di Jiminʼ fregandosene per quanto avesse protestato.

ʻʻJimin...ʼʼ lo chiamò Yoongi, la sua voce spezzò il silenzio e fece sobbalzare il ragazzo. Guardò verso Yoongi, che si stava grattando la testa prima di accigliarsi e ricambiare il suo sguardo. ʻʻCome faresti questo?ʼʼ

Yoongi gli allungò il libro e Jimin lesse velocemente la consegna. Il maggiore lo scrutò non appena questi aggrottò la fronte nel mentre leggeva lʼequazione, sorridendo per lʼespressione che stava facendo.

ʻʻBeh, prima devi trovare il fattore comune.ʼʼ Disse Jimin, indicando lʼequazione. Yoongi sorrise semplicemente mentre continuava a spiegare, donandogli parzialmente la propria attenzione a ciò che stava dicendo. ʻʻHai capito?ʼʼ

ʻʻCosa? Oh, sì,ʼʼ disse Yoongi allegramente e Jimin lo fulminò, ben certo che non lʼavesse ascoltato. ʻʻSei molto intelligente, Jiminnie.ʼʼ

ʻʻNon proprio,ʼʼ gli restituì il libro, ignorando il nomignolo. ʻʻE le avevo già fatte nella scuola che frequentavo, quindi so come farle.ʼʼ

ʻʻComʼera la tua vecchia scuola? Non ti ho mai sentito parlarne...ʼʼ fece notare, guardandolo con curiosità. Jimin rimase in silenzio per alcuni secondi prima di scuotere il capo, guardando le lenzuola. Passò la mano sopra di esse, lisciandole.

ʻʻNon voglio parlarne.ʼʼ Disse a bassa voce, evitando il contatto visivo. Yoongi annuì lentamente, rispettando il suo volere e tornò ai suoi compiti.

Jimin cercò di fare i suoi di compiti, ma trovò ancor più difficile concentrarsi ora. Per la maggior parte, aveva uno sguardo vuoto, si masticava il labbro inferiore nel tentativo di bloccare i ricordi che da tanto provava a dimenticare.



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ʻʻPosso stare qui stanotte? Non voglio farmi la strada a piedi per la mia camera,ʼʼ chiese Yoongi mentre si allungava, dopo aver finalmente finito i compiti. ʻʻDormirò sul pavimento se devo, e prometto che non farò niente.ʼʼ

ʻʻOk.ʼʼ Disse Jimin piano, anche se non voleva che rimanesse, ma non voleva neppure dirglielo. Continuò a pizzicarsi il polso, sentendo il grasso tra le sue dita.

Lo sguardo di Yoongi cadde sulle dita di Jimin, prima di fingere di non aver visto, e tornò a guardarlo. Gli sorrise, saltando su e rimettendo i libri il più ordinatamente possibile sulla scrivania. Jimin cercò di ignorare il disagio che gli stava procurando con la sua organizzazione, prima di alzarsi e rimettere tutto a posto. Li mise assieme agli altri libri, e poi si sentì strano a soccombere al suo doc.

ʻʻScusa.ʼʼ Mormorò tornando verso il suo letto.

ʻʻVa bene così. Non devi scusarti,ʼʼ disse Yoongi, continuando a sorridergli. ʻʻQuando vuoi andare a dormire?ʼʼ

Jimin scrollò le spalle. Sarebbe comunque rimasto sveglio quando Yoongi si sarebbe addormentato, non gli interessava molto quando sarebbero andati a dormire. Yoongi sospirò leggermente.

ʻʻVuoi cambiarti e metterti il pigiama? Non ti guarderò, oppure lascerò la stanza se vuoi,ʼʼ Jimin scrollò di nuovo le spalle. ʻʻTi lascio cambiare.ʼʼ

Yoongi allora uscì fino al corridoio e Jimin lo seguì, chiudendo la porta una volta che fu fuori. Fece un giro di chiave e si avvicinò allʼarmadio, tirando fuori i vestiti che indossava per andare a letto. Non appena si cambiò, si diede unʼocchiata allo specchio, vedendo del grasso dove non ce nʼera e sospirò leggermente.

Non era stato abbastanza attento.



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Jimin si stava tenendo sui bordi di un edificio, sentendo le dita scivolare dal sostegno mentre cercava di tenere duro. Se fosse scivolato, sarebbe caduto, e allora lʼoscurità lʼavrebbe inghiottito nuovamente.

Lo sorpassò unʼombra e Jimin alzò lo sguardo. Riconobbe una persona che ergeva sopra di lui, e cercò di chiamare aiuto ma non fu in grado di parlare. Poteva sentire la sua presa sciogliersi e regolò le dita, guardando la persona con fare disperato.

Sorrise quando pestò le sue dita, cercando di far allentare la morsa. Jimin si calò nel panico non appena la presa scivolava di nuovo e si sentì precipitare ancora una volta.

Ma poi qualcosa afferrò il suo polso e non stava più cadendo. Alzò gli occhi e vide uno dalla chioma aranciata guardarlo in basso, stringendo il suo polso.

ʻʻJimin,ʼʼ disse lui, la sua voce gli fece desiderare di piangere dal sollievo. ʻʻVoglio aiutarti.ʼʼ

Yoongi sentì Jimin piangere e si alzò, voltando la lampada verso il suo letto mentre si arrampicava sul letto. Jimin era ancora addormentato mentre urlava.

ʻʻJimin,ʼʼ lo chiamò piano, scuotendo leggermente le spalle del minore. Non voleva scuoterlo troppo forte, per paura di fargli male. Sembrava ancora più fragile del normale mentre si chiudeva in una posizione fetale. ʻʻJimin.ʼʼ

Si svegliò allʼimprovviso, guardandolo mentre continuava a piangere. Si mise poi seduto lentamente, afferrandolo debolmente e avvolgendogli un braccio attorno. Yoongi ricambiò lʼabbraccio, carezzando la sua schiena tremante mentre sentiva i singhiozzi del ragazzo.

ʻʻAndrà tutto bene, Jimin,ʼʼ disse piano, sperando non fosse una fesseria. ʻʻSono qui, non devi preoccuparti.ʼʼ

ʻʻPer favore non lasciarmi,ʼʼ singhiozzò Jimin sulle sue spalle, aggrappandosi a Yoongi al pensiero che sparisse nel giro di un secondo. ʻʻPer favore non farmi cadere.ʼʼ

ʻʻNon lo farò. Sarò sempre qua ad afferrarti.ʼʼ


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