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STILES'S POV

Oddio. ODDIO. Ditemi che ho sentito male. Ditemi che non lo ha detto veramente.

Cercai di ingoiare il groppo che si era formato in gola, dopo quello che aveva detto, mentre sentii l'erezione farsi talmente dura da incominciare a far male, e pensai che lui lo sapesse visto che ce l'aveva spiaccicata sulla coscia.
Lo vidi fare un sorrisino sfacciato, mentre si avvicinava al mio orecchio
<< Che c'è? Giá duro per me? >> mi disse con voce roca.

PORCO IL MONDO DATEMI OSSIGENO.
MENOMALE CHE IERI SERA AVEVO TUTTO SOTTO CONTROLLO.

Dio solo sa cosa gli avrei fatto, o cosa mi sarei fatto fare, in quel momento, ma non potevo. Dovevo mantenere il mio autocontrollo, e anche se il mio 'fammi quello che vuoi' di prima, poteva sembrare ben altro che autocontrollo, decisi che alla fine non volevo dargliela vinta.
Mi allontanai da lui con uno scatto repentino, mentre rilasciai un sospiro, che non mi ero accorto di trattenere.
<< No. Ora se non ti dispiace, vorrei finire di studiare, e anche se ti dispiace, studierò lo stesso. >> dissi, prendendo in mano il libro che avevo prima sul divano.
Mi diressi verso la cucina e mi sedetti su una delle sedie dell'isola, prima di aprire il libro e iniziare a leggere, cercando di concentrarmi e non pensare alla mia erezione insoddisfatta.
<< Sai, non sembravi così preoccupato per lo studio, quando mi hai permesso di farti quello che volevo >> disse il lupo al mio orecchio, facendomi prendere un infarto.
<< Menomale che sono io il diciottenne con gli ormoni a mille in questa stanza >> dissi sarcastico.
<< Il tuo amichetto lì giù mi fa pensare ben altro >>
<< Lasciami in pace, Derek >> sputai, guardandolo negli occhi.
Lui se ne andò, ma sapevo che non era finita lì.
In qualche modo, quel lupone, aveva qualcosa di familiare, qualcosa che avevo giá visto ma che non ricordavo. Era una sensazione strana, come se lo conoscessi da una vita, anche se chiaramente non era così, dato che l'avevo conosciuto per la prima volta il giorno precedente.
Cercai di non pensarci più, per la mia salute mentale, e ricominciai a studiare.

Il tempo volò e, in un batter d'occhio, si fece sera, e il mio stomaco fu subito pronto per reclamare la cena.
Proprio in quel momento entrò in cucina il lupo.
<< Hai fame? >> mi chiese con un tono strano. Gentilezza? No, Impossibile.
<< Moltissima >> risposi.
<< Pizza? >>
<< Pizza >> esclamai felice. Perchè si sa, la pizza è felicitá.

Quando arrivarono le pizze, ci sedemmo sull'isola, uno di fianco all'altro, con le gambe a penzoloni e i cartoni delle pizze sulle ginocchia.
Okay non era il massimo della comoditá, ma infondo io ero abituato a mangiare la pizza così, o sul divano davanti la Tv. Approposito.
<< Perchè non c'è la Tv? >>
<< Non mi piace la tecnologia >>
Sgranai gli occhi. Cos'era, dell'ottocento?
<< Cosa? Allora che fai quando sei a casa? >>
<< Sai ci sono altre cose, molto più interessanti, da fare a casa. Tipo leggere, o fare esercizio fisico. >> rispose continuando a mangiare.
<< Non sono come te, che non riesci a sopravvivere un giorno senza tecnologia >> continuò, ridacchiando.
<< Ehii, e poi tu come fai a saperlo? >>
Il lupo si pietrificò. Arrossì.
<< Non lo so infatti, ma sembri il tipo >> sussurrò appena.
<< Oh, okay, non che lo neghi comunque >> risposi tranquillo.

Quando finimmo, ci alzammo e Derek stava per andare di sopra, quando

Okay, ora lo faccio

Lo chiamai.
<< Derek >>
<< Dimmi >>
<< Puoi venire un attimo? >>
Prese posto sul divano, accanto a me.
<< Mi racconti un pò di te? >>
Okay, si, è ridicolo, ma avevo una voglia matta di sapere di più su di lui, del suo passato.
Lo vidi irrigidirsi. Probabilmente non voleva parlarne.
<< Se non vuoi lo capisco >> ripresi subito.
Tirò su un sorriso.
<< Grazie, magari la prossima volta >> disse flebilmente e con lo sguardo puntato nel mio.
<< Okay, però, ad una condizione >> dissi con un sorriso sincero, che contagiò anche lui.

Oddio il suo sorriso. Giuro, è la cosa più bella che abbia mai visto.

<< Spara >>
<< Che tu mi dica il tuo cognome >>
Sospirò
<< Hale >> disse abbassando lo sguardo.
Sgranai gli occhi. Per fortuna non lo notò.

Hale? Quell'Hale? Quello che vidi, da bambino, il giorno dopo l'incendio? Quel ragazzino con in volto l'espressione più triste che abbia mai visto, e con gli occhi pieni di lacrime.

Quel ragazzino era stata la mia ossessione fino alla terza elementare, quando vidi Lydia Martin per la prima volta, e me ne innamorai, o almeno credevo, in quel momento non ero tanto sicuro.
<< Ora è meglio che vada a dormire >> disse Derek, alzandosi.
<< O-okay >>
Si avvicinò alle scale
<< D-Derek >>
Si voltò.
<< Mh >>
Mi avvicinai e gli lasciai un bacio sulla guancia, alzandomi sulle punte.
<< Buonanotte >> sussurrai, ancora vicino al suo viso.
Mi allontanai, stendendomi poi sul divano. Mi addormentai subito dopo, ma non prima di aver sentito un flebile
<< Buonanotte >>

Derek Hale, il mio ultimo pensiero prima di addormentarmi definitivamente.

Angolo autrice
Ed eccomi qui con un aggionamento fast. Il capitolo è molto più corto, me ne rendo conto, ma oggi mi sentivo ispirata e mi scocciavo di aspettare per aggionare. Il prossimo sará più lungo, promesso. *mostra il mignolo*
Come sempre commentate e mettete tante stelline.
YOLO.

All I AmWhere stories live. Discover now