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𝑵amjoon fece irruzione nella loro stanza, fissando Hoseok con il fiato corto dopo aver corso praticamente per tutta la strada del ritorno

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𝑵amjoon fece irruzione nella loro stanza, fissando Hoseok con il fiato corto dopo aver corso praticamente per tutta la strada del ritorno. E poi capì...

Non cʼera alcun modo di poter confessargli i suoi sentimenti. Specialmente quando lui stesso non era sicuro di quali fossero. Aveva appena rovinato un appuntamento e usato tutte le sue energie per nulla.

Al posto di dichiararsi ad Hoseok, ora confuso, Namjoon semplicemente lo ignorò mentre si avviava a letto, lasciandosi cadere su di esso. Fissava Hoseok, che ora si era messo seduto, riconoscendo la sua presenza a differenza di quando se nʼera andato.

ʻʻDovremmo andare ad ubriacarci di nuovo qualche volta...ʼʼ mormorò, sospirando nuovamente. Hoseok continuò a guardarlo torvo. ʻʻSarà divertente, potremo dimenticarci dei nostri problemi.ʼʼ

ʻʻHai dei problemi?ʼʼ Namjoon annuì, chiudendo gli occhi.

ʻʻNon tanti, solo uno, piccolo, che non ne ho fatto carico fino a mezzʼora fa,ʼʼ sbadigliò. ʻʻNon parliamone proprio adesso, sono troppo stanco per una conversazione seria.ʼʼ

ʻʻVuoi che spenga le luci?ʼʼ Namjoon scosse la testa ma continuava ad ascoltarlo anche quando si alzò in piedi. ʻʻSei ubriaco?ʼʼ

ʻʻNo a dir il vero, non ho bevuto quando ero fuori,ʼʼ aprì gli occhi e vide Hoseok accovacciato affianco a sé. Il ragazzo scattò allʼimprovviso, non aspettandosi che gli occhi di Namjoon aprissero così bruscamente. ʻʻCosa stai facendo?ʼʼ

ʻʻDevi andare a cambiarti, avevo intenzione di lasciartelo fare.ʼʼ

ʻʻNon voglio essere disturbato.ʼʼ Hoseok lo fulminò, e Namjoon gli sorrise di rimando. Hoseok allora si alzò in piedi, con lʼintento di sollevarlo. Namjoon non si preoccupò nel resistere mentre Hoseok lo metteva a sedere sul letto, guardando come lo stesse fulminando.

ʻʻDevi cambiarti,ʼʼ gli ripeté e Namjoon continuò a sorridere. ʻʻTi odio.ʼʼ

ʻʻTi amo anche io.ʼʼ Eccetto ora, quello doveva essere uno scherzo in risposta e lo aveva fatto leggermente arrossire alla preoccupazione che quelle parole potrebbero essere vere. Fortunatamente Hoseok si era avviato verso lʼarmadio, non prestandogli attenzione.

Frugò nei cassetti prima di lanciargli alcuni pigiami. Lo colpirono in viso prima di cadergli sulle sue gambe. Namjoon li afferrò e sospirò, prendendoli e poggiandoli sul letto affianco a sé e sbottonandosi la camicia. Una volta tolta, alzò lo sguardo a Hoseok beccandolo fissare. Ghignò.

ʻʻFai una foto, durerà di più.ʼʼ Scherzò e Hoseok sobbalzò, scuotendo la testa e deglutendo nervosamente.

ʻʻHo una buona memoria, non ho bisogno di una foto.ʼʼ Namjoon ridacchiò e scosse la testa, mettendosi il pezzo di sopra. Si sarebbe spogliato degli altri più tardi, ma per il bene di Hoseok avrebbe potuto come minimo far finta di indossarli.

ʻʻHo fatto i tuoi compiti, sennò ti beccavi unʼaltra punizione,ʼʼ disse Hoseok aspettando per le luci, il suo dito era fermo sullʼinterruttore mentre attendeva che Namjoon finisse di prepararsi per andare a letto. ʻʻNon ti preoccupare, ho mimato la tua grafia, non è stato troppo difficile, ho dovuto però mettere la maggior parte delle risposte sbagliate e scrivere in un modo apparentemente illeggibile.ʼʼ

ʻʻAdesso dovremmo definitivamente andare ad ubriacarci assieme, anche se mi hai tipo insultato.ʼʼ Hoseok scrollò le spalle, spegnendo la luce non appena Namjoon fece cadere i vestiti a terra.

ʻʻPerò è vero.ʼʼ Disse tornandosene sul letto, lʼunica fonte di luce era il telefono di Namjoon in un tentativo di aiutare Hoseok a vedere. Namjoon ridacchiò.



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Jimin tirò su col naso mentre si stringeva il cuscino al petto, non volendo dormire per paura di sognare. Voleva andare da Yoongi, ma non voleva stressarlo con la sua presenza. Quindi invece si mise seduto nel buio, sobbalzando alle ombre e soffocando i singhiozzi nel cuscino.

Aveva provato a dormire, ma poi faceva il suo solito sogno. Di nuovo, cadeva nel buio. Jimin odiava il buio. Jimin odiava lʼoscurità.

Con una mano tremante, si avvicinò e accese la sua lampada. Strizzò gli occhi per alcuni secondi per farli aggiustare alla luce, e poi si alzò per cercare il telefono. Lo accese e scrollò tra i suoi pochi contatti fino a quando trovò lʼunico che cercava, chiamandolo.

ʻʻJimin, qual è il problema?ʼʼ La voce della persona che aveva attaccato gli fece desiderare sia di sospirare di sollievo sia di piangere di più.

ʻʻNonna, ho paura...ʼʼ


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👟 𝕶𝐥𝐞𝐩𝐭𝐨𝐦𝐚𝐧𝐢𝐚Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora