Capitolo 3

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Dopo alcune ore le lezioni finirono e ci fu l'intervallo, Marinette era solita rimanere al suo banco, chiacchierando con Alya, ma questa volta non c'era la sua amica al suo fianco, ma Adrien.

La ragazza cercava di evitare lo sguardo del biondo, ma lui sembrava osservarla in continuazione.
«Allora, Marinette. Ti piace il tuo nuovo posto?» Chiese il ragazzo appoggiando una mano sulla spalla della compagna, Marinette si sentì mancare un battito quando si accorse del gesto di Adrien.
«S-Si! Certo che mi piace! Perché non dovrebbe piacermi? Non potrei chiedere di meglio!» Rispose la corvina un po' troppo velocemente, ricevendo un'occhiata strana dal biondo che si stava chiedendo il perché dello strano comportamento ogni volta che era in sua presenza.
«Mari, va tutto bene?» Chiese esitante il ragazzo.
“Alla grande! E adesso che gli dico? "Sono innamorata pazza di te e ogni volta che ti vedo non faccio altro che balbettare perché ti amo troppo"? Probabilmente sarebbe la risposta esatta.” Pensò Marinette.
«Si...» Riuscì a rispondere lei quasi senza balbettare.
«Posso farti una domanda?» Chiese il ragazzo mettendosi una mano tra i capelli e sorridendo, cercando di alleggerire la tensione tra i due.
“Sentire qualcuno chiederti questo è sempre così brutto, di solito non permette niente di buono! È come dire "Dobbiamo Parlare"!” Pensò lei ancora una volta.
«Certo che puoi!» Rispose cercando di rimanere più normale possibile... ci stava riuscendo.
«Perchè sei sempr-» Stava per chiedere Adrien, quando un boato non gli fece neanche finire di parlare.

Immediatamente tutta la classe si nascose dove capitava, chi sotto il banco, chi in un angolo della stanza e qualcuno nelle altre stanze della scuola come la biblioteca.

Ma mancava qualcuno all'appello: Marinette Dupain-Cheng e Adrien Agreste.

Nel frattempo in classe non si capiva più niente, tra urli e alunni che correvano, Marinette riuscì a fuggire e nascondersi in bagno, dove riuscì a trasformarsi.
Adrien riuscì a trovare una stanza libera dove trasformarsi e dopo pochi minuti, correndo verso dall'altra parte della scuola, incontrò Ladybug.
«Ciao gattino» Lo salutò lei baciandolo sulla guancia, non avrebbe mai potuto dimenticare quant'era stato gentile con lei alcuni mesi prima.
«Ciao insettina» Lui ricambiò il saluto chiamandola con il soprannome che le aveva attribuito e che, prima della seconda battaglia contro Volpina, la faceva tanto innervosire.

Ma per lui era così bella quando si innervosiva a causa dei suoi flirt.

«Liberiamoci in fretta di quest'akuma, non ho voglia di lavorare oggi.» Scherzò Ladybug ondeggiando il suo yo-yo in aria.
«Agli ordini, m'lady» Rispose lui scherzosamente, facendo un saluto alla militare come faceva qualche volta.

Tell Me Who You Really Are || Miraculous Ladybug Where stories live. Discover now