Jack Johnson

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Richiesta di Janessa_Johnson

Salvee!
Non ho idea del motivo per cui io stia pubblicando un capitolo così tardi ma mi era venuta l'ispirazione e allora ho detto perché no?
So che vi mancano le lunghe attese eh! É strano che pubblichi due capitoli con così poca distanza tra loro ma la scuola é ricominciata quindi tra poco ci saranno di nuovo le care attese, tranquilli.
E nulla, buona lettura!
Julie
xx

P.s.: ammetto che in alcuni aspetti del campo estivo mi sono ispirata al campo mezzosangue di Percy Jackson. È una delle mie saghe preferite, non potevo non farlo.

La sveglia suonò come al solito alle 5 e 30 della mattina e Vanessa si alzò serena e felice, nonostante fosse stanca dato che non si era ancora abituata all'orario della sveglia animatori. Si alzò dal letto e dopo essersi fatta una doccia e aver indossato dei pantaloncini, la solita maglietta arancione del campo e delle Nike consumate, legò i suoi capelli in una coda alta. Mise solo un velo di fondotinta per coprire qualche imperfezione ma non osò mettere il mascara. Aveva imparato a non giocare troppo con la capanna dell'Oregon durante l'ora dei gavettoni se non voleva diventare un panda bagnato.

Guardò fuori dalla finestra e ammirò il campo ancora silenzioso ed illuminato da un pallido spiraglio di luce. Le capanne erano tutte diverse e contrassegnate da bandiere e insegne, sebbene alcune fossero illeggibili. Le capanne dell'Ohio, per esempio, sono entrambe famose per la loro insegna rosa. L'artista, che poi chiamarlo tale é un insulto, aveva degli evidenti problemi di calligrafia. Infatti sulla fantomatica insegna rosa la parola Ohio splendeva in tutto il suo viola e glitter che ne rendeva impossibile la comprensione. Più volte Vanessa si era sbagliata chiedendo l'Olio credendo che quella fosse la dispensa e non la capanna dell'Ohio.
Le capanne del Campo Estivo di Long Island erano in tutto 100, 50 per gli animatori di ogni stato di America e lo stesso valeva per i ragazzi. Essendo divisi per stato i ragazzi così come gli animatori avevano abitudini simili e magari potevano abituarsi a un diverso fuso orario più velocemente.

Vanessa era nella capanna del Nebraska, non c'erano parecchi animatori, anzi erano quattro gatti.
Ma quattro per davvero.
Due ragazzi e due ragazze.
Si conoscevano tutti e quattro poiché avevano deciso di passare la loro estate insieme in un posto che non fosse Omaha. Cosa meglio di Long Island?
Inoltre, la cosa positiva? Stanze e bagni singoli.
La ragazza uscì dalla sia stanza ed entrò nella stanza della sua migliore amica.

- Jas! Sveglia, sveglia Jasmine!-

Il cumulo di coperte si mosse,  dando finalmente segni di vita così Vanessa decise di svegliare il primo dei due ragazzi. Jack.
Jack era un ragazzo parecchio alto e bello che si era trasferito nel Nebraska all'età di cinque anni, conoscendo Vanessa al kindergarten.

- Gilinsky!- disse bussando.

- V, lasciami stare!- disse lui tirandomi le coperte fino agli occhi.

- Su alzati, sfaticato.- disse la ragazza per poi andare verso l'ultima camera.

- Ma sei tu che fai divaning come sport!- borbottò Jack.

Vanessa, ignorando il moro, si fermò davanti all'ultima porta. Quella del suo migliore amico Jack. No, non lo stesso Jack di prima.

Vanessa e Jack erano cresciuti nella stessa via, tra serate videogiochi a casa di Jack e serata cinema a casa di Vanessa. Nella stessa via abitavano anche  Jack e Jasmine. Erano un gruppo inseparabile. Li chiamavano le quattro J. Anche se beh, Vanessa non inizia con la J ma il suo cognome, Jones, invece sì.

Bussò alla sua porta seguendo il ritmo di She's Kinda Hot dei 5 seconds of summer, come facevano da un po' di tempo. Alla porta andò ad aprire un Jack senza maglietta e Vanessa rimase senza fiato.

- Oh... ehm.. sei già sveglio... io... colazione di sotto!- borbottò la ragazza scendendo le scale.

Jack rimase un secondo interdetto. Che cosa era appena successo?
Non poteva fare altro che pensare a come le stesse bene quella maglietta arancione, e dire che lui odiava l'arancione. Scese le scale di corsa e diede un bacio sulla guancia a Jasmine, più morta che viva, che faceva colazione e lo stesso fece con Vanessa che arrossì fino alla punta dei capelli.

- Buongiorno Vanny!- disse il ragazzo addentando un toast.

- Pronti per un'altra nuova giornata?- chiese Gilinsky correndo giù per le scale per poi cominciare a cantare l'inno del campo con la sua bellissima voce.

Tutti gli altri lo imitarono ridendo e mentre Jasmine salutava Gilinsky, Jack e Vanessa non facevano altro che guardarsi. Desiderosi di qualcosa di cui probabilmente loro non sapevano l'esistenza.

Magcon Imagines (#Wattys2016)Where stories live. Discover now