Capitolo IV

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Quando Victoria fece il suo ingresso nella "sala colazione" vicino agli spogliatoi, calò il silenzio lungo tutto il tavolo occupato dalla squadra al completo che finiva di mangiare prima di iniziare gli allenamenti.

"Ma guarda un po'! Buongiorno cara!" esclamò Pepe alzandosi di scatto con la caraffa del caffè in mano. "Caffè?" domandò prendendo una tazza dal volo lì vicino.

"Buongiorno" sorrise timida Victoria "E' forte?" domandò guardando il calciatore.

"Abbastanza per reggere un allenamento di Del Bosque."

Victoria non capì cosa volesse dire e lo guardò perplessa.

"Ci puoi ammazzare un bisonte con questa cosa" chiarì Iker avvicinandosi all'amico.

"Ah ok, allora è quello che fa il caso mio!" sorrise Victoria prendendone una tazza.

Lo bevve d'un fiato, sperando che sortisse l'effetto desiderato.

"Accidenti, avevi sete o sei una drogata caffeinomane?" domandò perplesso un ragazzo mai visto prima, avvicinandosi ai due giocatori.

Era alto, molto più alto di Victoria, con due grandi occhi azzurri e i capelli biondi.

"Oh, mia cara qui ci vuole l'inchino" scherzò Pepe.

Victoria lo guardò, inclinando il capo. Un altro giocatore che doveva conoscere, probabilmente.

"Gerard. Piacere." sorrise. Gerard Piqué - pensò Victoria - aveva letto di lui nelle schede di presentazione datele in redazione. Iniziava a ricordarsi i nomi, ad associarli ai volti, a conoscerli insomma. Aveva letto un po' di più sulle loro vite, per lo meno sapevano in che ruolo giocavano e da dove venivano.

"Victoria."

"Mi hanno detto di te." sorrise lui. Sembrava molto elegante e gentile. Sembrava più un modello che un calciatore.

"Eh lui è un principe" lo schernì Iker "devi conoscerlo.."

"Sei molto carina" fece prendendole la mano e dandole un bacio sul dorso.

Victora la ritrasse, arrossendo. Oltre che educato e gentile era anche un po' sfacciato.

In quel momento, mentre la ragazza aspettava di far passare l'imbarazzo per quel gesto desueto, qualcuno si schiarì la voce vicino a lei. Era Sergio.

I due si guardarono negli occhi, poi lui passò oltre. "Permesso." disse a bassa voce.

Victoria si spostò leggermente per farlo passare, mentre gli altri lo guardarono senza dire niente.

Sergio, sempre freddo come il giorno prima, le passò accanto e, forse per sbaglio, con il braccio le sfiorò la schiena. Fu come se quel gesto le avesse trapassato la t-shirt leggera e le avesse lasciato la stessa scossa elettrica sulla pelle. Victoria si spostò ancora di più, come se volesse evitare di sentire quella sensazione nonostante fosse su di lei e non potesse fare a meno di rabbrividire.

"Sergio! La mattina è intrattabile perdonalo! Nemmeno saluta!" sospirò Iker guardandolo andare verso il campo.

"Ah sono abituata, mia cugina è uguale di prima mattina! E poi..immagino siate concentrati per l'allenamento..giusto?"

"Sì beh" iniziò Gerard vicino a lei "ci concentriamo sempre..certo non qui, prima di entrare in campo...il mister non ci vuole distratti altrimenti ci mette a correre per il campo..e non è bello te lo confesso" sorrise. Il suo sorriso era davvero affascinante - ma non colpì Victoria come l'aveva colpita quello di Sergio. Fu istantaneo il paragone nella sua testa.

Looking for paradise (I parte) || RamosDove le storie prendono vita. Scoprilo ora