Capitolo XXVIII

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Le due settimane successive al primo dell'anno erano state piene di lavoro dalle otto di mattina a mezzanotte. Ogni cosa, ogni momento, ogni istante singolo della giornata di Victoria era pieno di cose da fare. Riusciva a tenersi occupata in ogni momento, con poche ore di sonno e tanti caffé. Si era presa avanti con il lavoro, aveva fatto un sacco di straordinario ed era praticamente ritornata a curare la sua carriera professionale puntando a diventare prima giornalista della rivista.

Il capo era sempre più contento del suo lavoro anche se estenuante, molto meno contenta era Ines che vedeva sua cugina uccidersi di lavoro per non pensare.

Non si era mai comportata così, era diventata come un'altra persona. Ines aveva iniziato a spaventarsi quando aveva scoperto proprio da Victoria che cosa fosse successo a Capodanno e alla sua relazione con Sergio.

Glielo aveva raccontato durante una domenica, mentre passeggiavano al parco. Victoria sembrava stesse raccontando una barzelletta senza significato mentre raccontava di come aveva visto Sergio baciare Natalie a Capodanno mentre lei era al telefono nell'altra stanza. Sembrava non la toccasse, sembrava non stesse parlando di lei; tuttavia non era così.

Quello era il meccanismo perverso di Victoria che ogni qualvolta veniva ferita diventava una lastra di ghiaccio dedita al suo lavoro. Non stava bene, non era "tutto ok" come diceva lei. Ines capiva però che farla parlare e farla sfogare era praticamente impossibile contro la sua volontà.

Dal canto di Victoria, aveva apportato un sacco di cambiamenti per il nuovo anno.

Primo tra tutti, aveva tinto i capelli tornando al suo colore naturale, un castano cioccolato. Era tornata ad indossare gli occhiali da vista piuttosto che le lenti, aveva comprato mezzo centro commerciale di vestiti e accessori, aveva rinnovato l'appartamento comprando nuovi oggetti e togliendo quelli vecchi.

Aveva chiuso un baule e portato in soffitta tutto quello che gli ricordava Sergio, le quasi cento foto in giro per la camera erano sparite in meno di una giornata, i regali, la maglietta, ogni singola cosa. Aveva pulito tutto ed era pronta a iniziare una nuova vita e anestetizzava ogni dolore con un sorriso freddo.

Quel pomeriggio, finito il lavoro, era arrivata con la metropolitana vicino casa, aveva camminato a piedi tra la neve che aveva raggiunto di notte anche Madrid, ed era tornata a casa.

Entrando in ascensore però, aveva sentito una sensazione strana, come se avesse un brutto presentimento. Decise di non farci caso, forse erano solo i morsi della fame che le stringevano lo stomaco.

Mise le chiavi nella serratura, girò e aprì. Posò la borsa sul tavolo della cucina e fece per andare in camera sua quando, voltandosi verso il salotto, aveva trovato davanti a sé l'ultima persona che avrebbe voluto e immaginato di vedere.

Trasalì spaventata, il cuore in gola. In quel momento però, oltre allo spavento, non sentì nulla.

Sergio la guardò: in due settimane aveva cambiato tutto. Compresa se stessa.

Lui invece era sempre uguale, a parte, notò subito la ragazza, gli occhi che erano totalmente spenti quasi neri.

"Ciao." disse.

"Come sei entrato?" chiese lei schiarendosi la voce, rimanendo a debita distanza.

"Ines mi ha aperto..era qui stamattina."

"E sei rimasto qui ad aspettarmi?"

"Sì."

"Cosa vuoi?"

"Vedo che hai cambiato..un po' di cose.."

Di tutte le foto in giro per la casa ne erano rimaste solo tre. Sul frigorifero, quella di lei e Cesc allo stadio Santiago Bernabeu, in camera quella con Iker e Sara scattata prima della partita amichevole contro il Portogallo qualche mese prima, e infine quella scattata con Ines, Pepe, Gerard, Joan, Andres e qualche altro scattata a Las Rozas.

Looking for paradise (I parte) || RamosWhere stories live. Discover now