Capitolo XXXVIII

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Rimasti soli nel parco, Sergio si fermò con le mani nelle tasche dei pantaloni.

"Allora cosa c'è di tanto importante?"

"Va bene."

"Va bene cosa?"

"Sono una scema. Una deficiente. Sono stupida. Troppo stupida."

"Scusami non ti seguo..."

Victoria lo guardò negli occhi. "Sergio, io ti amo. Ti amo davvero, con tutta me stessa e credo di avertelo dimostrato in tutti i modi."

"Hai ragione, dire di NO alla mia proposta è uno di questi." sbottò lui.

Victoria si morse un labbro pensando bene a come organizzare il discorso.

"Non ho detto di NO! In realtà non ho detto niente."

"Ancora peggio! Hai deciso di divertirti a vedermi soffrire sulla graticola?!"

"Non voglio vedere soffrire nessuno!! Per chi mi hai preso!?"

"E allora cosa c'è?! Qual è il tuo problema? Se hai qualcosa da dire dimmela ma non farmi perdere tempo il giorno del matrimonio del mio migliore amico!! Preferirei ballare la Macarena con Pepe ubriaco..."

Victoria ci pensò, gli occhi iniziarono a bruciarle: provò a trattenere le lacrime. La paura si impossessò di nuovo di lei. Sapeva benissimo che se lo avesse lasciato andare, lo avrebbe perso per sempre. Non sarebbe più potuta tornare indietro.

"Non ti basta che ti dica quanto ti amo? Che per me sei il paradiso che ho sempre sognato?" disse con voce tremante lottando contro se stessa per non piangere.

Sergio scosse il capo. "Evidentemente è l'unica cosa che sai dire. Perciò siccome la so già, non mi interessa. E ora se non ti dispiace...." si voltò, scrollò le spalle e tornò dentro.

Victoria chiuse gli occhi, le lacrime iniziarono a scenderle: un'ultima possibilità, un ultimo colpo nella pistola carica.

Si voltò di scatto, lo fermò con le sue parole e con la forza del suo amore.

"Sergio, vuoi sposarmi?" domandò.

Sergio si bloccò di colpo sull'uscio. Corrugò la fronte.

Il cuore di Victoria batteva ad una velocità impossibile da registrare. Stava facendo la follia più grande della sua vita ma nel momento in cui l'aveva fatta il suo cuore aveva preso il volo. Era stata forte, senza dubbio era quello che voleva più di ogni cosa - per questo aveva così paura.

Sergio si voltò, la guardò negli occhi in silenzio.

"Sposami ti prego." iniziò lei. "Sposami perché sono troppo paurosa per buttarmi nel vuoto senza sapere cosa accadrà. Sposami perché senza di te non riesco a immaginare nemmeno mezz'ora della mia esistenza. Sposami perché per la prima volta so che voglio questo e che anche tu lo vuoi. Sposami perché se tutto il mondo cerca un paradiso a me verrebbe da dire...è qui! E ce l'ho io! E non voglio che nemmeno la morte ci separi. Sposami ti prego perché ti amo e tu mi ami. Sposami perché in realtà io l'ho sempre voluto. Sposami perché così tua nonna è contenta" sorrise tra le lacrime "sposami perché glielo hai promesso. Sposami perché tutti tifano per questo matrimonio. Sposami perché Sara e Iker si sono sposati e per uscire in quattro dobbiamo sposarci anche noi altrimenti ci potremmo sentire inferiori" Sergio la ascoltava, con il sorriso che ad ogni frase si allargava sempre di più sul suo volto tornando ad illuminarlo come il sole di Maggio che assisteva in silenzio sopra di loro. "Sposami perchè te lo chiedo io. E perchè prima me l'hai chiesto tu e perchè io voglio che tu mi sposi perchè lo voglio davvero e non te lo dico solo per farti contento lo dico per fare contenta me stessa che ti vuole con tutto il cuore qui adesso e per sempre. Ti prego sposami perchè...ho finito le frasi ad effetto e non vorrei cadere nel banale." ormai in lacrime rimase zitta a guardarlo. Sergio ci pensò poi avanzò verso di lei.

Looking for paradise (I parte) || RamosWhere stories live. Discover now