Capitolo XXXIII

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Il silenzio avvolse la stanza bianca adiacente la reception dell'albergo.

Una flebile luce invernale di metà pomeriggio, entrava dal lucernario e l'unico rumore che si poteva sentire in quel momento era quello delle luci al neon sul soffitto.

Sergio si guardava intorno, immobilizzato sulla sedia, girando solamente gli occhi.

Ad un tratto, dopo venti minuti di mutismo assoluto, parlò.

"Sei...ancora.....arrabbiata?" azzardò sapendo che avrebbe portato un'altra infinita scarica di parole.

"Taci Ramos. Chiudi quella bocca!!" sbottò gelida Victoria ancora furiosa.

"Ti ho già chiesto scusa, è stato più forte di me! Non ho potuto resistere davvero.."

"Quale parte di Taci non hai capito?!" protestò ancora la ragazza.

Gli era seduta sulle ginocchia, vicino a lei sul tavolino di legno la cassetta del pronto soccorso aperta e tutti gli oggetti che conteneva sparsi sul tavolo.

"E' esagerato che tu sia così arrabbiata! Infondo non è successo nulla no?"

Victoria si fermò, smise di muoversi e lo guardò dritto negli occhi. Sergio captò il suo sguardo più arrabbiato e cupo che mai e abbassò la testa come un bambino rimproverato dalla mamma.

"Inutile che sminuisci, quello che hai fatto...." si interruppe non riuscendo nemmeno a crederci "..incredibile! Nemmeno i bambini!!"

Sergio sospirò - era quello che ripeteva da mezz'ora. "Senti è colpa sua! Se lui non mi avesse provocato io non avrei fatto niente!"

"Era uno stupido commento Sergio! Uno-stupido-commento! E tu...tu l'hai colpito..e se ci fosse stato un giornalista?! Se questa cosa finisse sui giornali?!"

"Prenditela con lui non con me! Io ho solo.."

"Sei un bambino, siete entrambi dei bambini! Hai venticinque anni tra un mese! Come fai a comportarti così?!"

Sergio non rispose. Limitandosi a sbuffare.

"Adesso stai buono perché devo finire di metterti il cerotto."

William aveva giocato col fuoco e aveva finito per ustionarsi. Si era beccato, dopo l'ennesima provocazione nei confronti di Victoria, un pugno in pieno viso che l'aveva fatto quasi cadere a terra. Sergio, geloso e infastidito, l'aveva chiamata "reazione normale" e i due avevano finito per picchiarsi nel mezzo del corridoio. Fortunatamente senza nessun testimone.

Tranne Victoria, che si era infuriata con entrambi. Soprattutto con Sergio senza alcun diritto di "difenderla" e di dare libero sfogo alla sua gelosia in quel modo.

Il risultato di quella scenata da bambini dell'asilo, era che Sergio si era ritrovato con un sopracciglio tagliato e una ferita sullo zigomo. Molto peggio era ridotto William con un occhio nero curato prontamente con del ghiaccio poco tempo prima.

Victoria, arrabbiata con il suo ex ragazzo, aveva accettato di medicarlo solamente perchè Del Bosque non se ne doveva accorgere e bisognava fare in fretta senza coinvolgere né medici né assistenti.

Sergio era rimasto fermo a guardarla, mentre lei concentrata applicava un cerotto sulla ferita dopo averla disinfettata.

"Brucia." si lamentò lui.

"Se continui a parlare ti metto il sale oltre che il cerotto." sentenziò nera lei.

"Ce l'avrai con me a vita?"

"Probabile. Bambino che non sei altro."

"Non hai mai visto una rissa tra uomini?" rise ad un certo punto, per sdrammatizzare.

Looking for paradise (I parte) || RamosDove le storie prendono vita. Scoprilo ora