10. Polvere

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La cena.
Momento importante, fondamentale della giornata.
O almeno così lo definiva quello stomaco con due occhi e una bocca spropositata che era James.
Lily, dopo ben tre mesi di convivenza, aveva iniziato a capire quanto la cena fosse un momento intoccabile.
Per l'ora di cena tutto doveva essere in ordine, i vestiti sporchi accumulati con ordine sul traballante tavolino del bagno e gli spazzolini con le punte verso la porta, pronti e scattanti per essere usati.

Ma soprattutto, la cena doveva essere pronta.

In seguito, Lily avrebbe dato la colpa a James per quella terribile svista e lui l'avrebbe affibbiata a Sirius, poi a Peter ed infine a Remus.
Il quale era l'unico che non centrava relativamente nulla.

Ma procediamo con ordine.

Era un lunedì. Non che questa cosa dica molto, in effetti.
Ma per James era importante qualunque dettaglio.
Lily si era alzata piena di aspettative e di buoni propositi e per tutta la mattina aveva messo a posto qua e là per casa, disponendo allegramente le foto sulle mensole del camino.

La ragazza adorava quel camino. Era partita bene, con l'idea di non riempirlo troppo e subito, ma aveva subito rinunciato, preferendo esporre ogni cosa adorabile le capitasse per le mani.
A casa sua non c'era mai stato un camino con una mensola disponibile ad essere riempita. Lily ne aveva sempre sentito la mancanza e aveva sempre guardato con invidia quelli degli altri. Petunia le lanciava un'occhiata disgustata ogni volta che tirava fuori la parola suppellettile e sbuffava con aria altezzosa, dicendo che la casa così era molto più ordinata.

Lily pensò amaramente alla casa che Petunia avrebbe preso con Vernon, un giorno non troppo lontano. Probabilmente non ci sarebbe stato spazio per nessuna foto e per nessuna statuetta o oggetto su un ipotetico camino. Non che si aspettasse di trovare foto o ricordi suoi. Se non c'era spazio per lei nel cuore della sorella, come poteva ambire ad un posto, seppur piccolo, sul suo caminetto?
Quando aveva comprato casa con James, Lily aveva subito chiarito che non le interessava dell'ordine, non in quell'angolo della casa per lo meno. Dopo tre mesi non aveva comunque difficoltà a trovare posticini vuoti dove infilare pezzetti di vita.
Ed ecco che si erano conquistati uno degli ambiti posti un gatto di porcellana cinese, una campanella svizzera e una serie di foto da far concorrenza ad un archivio storico.

La preferita di Lily era quella di lei e James che se ne stavano in spiaggia sotto un sole cocente con in testa due enormi sombreri. Era buffo, ma ogni volta che guardava quella foto la ragazza aveva la sensazione di essere protetta e sicura, come se la guerra non fosse altro che un raggio di sole che poteva essere allontanato da qualche filo di paglia.
Lily odiava essere fotografata, ma collezionava foto di ogni cosa, di ogni dettaglio. Voleva tenersi caro anche il minimo ricordo, voleva legarlo a sé come un ancora dalla quale farsi trascinare in caso di necessità.
Non pensava che sarebbe sopravvissuta senza ricordare quei giorni che di particolare avevano solo l'essere passati pieni di dolci quotidianità.

Quel lunedì, dunque, Lily stava risistemando le foto sul camino, senza particolari preoccupazioni. Cominciò a canticchiare una canzone babbana, divertendosi a sostituire di tanto in tanto qualche parola babbana con una magica, fino ad ottenere improbabili rime e strofe.
Il campanello suonò all'improvviso, facendo sobbalzare Lily e minacciando di far cadere una foto che la ragazza stava tenendo tra le mani. Lei sbuffò, mentre andava ad aprire la porta pulendosi le mani sui jeans.

-James?- disse, nel vedere il suo adorato fidanzato guardarla stralunato, gli occhiali un po' storti e il fiatone.
-Lils? C'è un problema. Molto grande.- ansimò lui, guardandola con un braccio appoggiato allo stipite.

Lei incrociò le braccia al petto e iniziò a tamburellare nervosamente a terra con un piede, cercando di nascondere la preoccupazione che le era salita dentro nel vederselo apparire lì tutto scompigliato.
Lily amava James, era una cosa che tutti ripetevano fino allo sfinimento, eppure era bello vedere come gli dimostrasse il suo amore in un modo tutto suo, alternando baci e carezze a scappellotti e a battutine che lo spiazzavano sempre.

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