15. Tempi sbagliati

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-Testone, testone che non sei altro!- strillò Lily, dando una botta sulla spalla di James, che saltellò lontano dalla teglia di biscotti, tirata fuori troppo presto dal forno a causa della fame sempre maggiore del ragazzo.
-Ma, tesoro, i tuoi biscotti sembravano così belli e buoni, volevo sentire se lo erano davvero...- mugolò lui di rimando, cercando con gli occhi la compassione e il sostegno di Sirius e Remus, che sghignazzavano contenti dal loro angolo di divano, consapevoli del fatto che sarebbe stato meglio aiutare James ad uscire vivo da quella situazione ma che rimanere a guardare era decisamente più divertente.
-Sembri una donna incinta con le voglie, James Potter!- urlò Lily, lasciandosi sfuggire uno sbuffo come tutte le volte che se la prendeva con lui facendo qualche battuta che lei stessa trovava divertente.
-Ma...Lily. Perché? Perché devi pensare che essere incinta sia un insulto, quando lo sei anche tu?- mormorò il ragazzo, allargando le braccia e scuotendo la testa. Ora bisognerebbe dire che James si lamentava sempre della mancanza di tempo che sembrava inseguirlo. Si lamentava di continuo del fatto che molte delle cose stupide che diceva erano semplicemente influenzate dalla mancanza di tempo per pensare e probabilmente sarebbe stato anche vero se questa non fosse stata una scusa che usava ogni volta.
Perciò in quel momento congelato, in quell’istante in cui realizzò il motivo per cui avevano invitato Sirius e Remus a pranzo, in quel dannato microsecondo in cui si rese conto che sarebbe dovuta essere una sorpresa, la prima cosa che gli venne in mente fu “Non avrò mai il tempo di spiegarmi”.

-Lily? Cosa sta farneticando quel disgraziato di tuo marito?- borbottò Remus, ignorando Sirius che al suo fianco si era immobilizzato e continuava a far passare lo sguardo tra James e Lily troppo sconvolto per parlare. Lily aveva un cucchiaio in mano, preso nella foga del litigio e lo brandiva come una bacchetta, probabilmente sperando che si animasse e riuscisse a lanciare un Avada Kedavra contro il nemico, che in quel momento altri non era che quel dannato testone di James.
-Lily, ti prego, visto che James e Sirius hanno appena rinunciato a sembrare due esseri umani pensanti mi rivolgo a te. Cosa stava dicendo prima James?- ripetè Remus, scandendo lentamente le parole come ogni volta che parlava con gli altri Malandrini decisi a fare qualcosa di decisamente troppo stupido. In realtà avrebbe anche voluto dire a Lily che uccidere James avrebbe potuto causarle dei problemi, come per esempio spedirla ad Azkaban, lasciare lui senza un migliore amico o costringerla a crescere un figlio senza padre, ma considerato che le parole figlio epadre gli stavano rimbalzando dolorosamente contro le pareti del cervello, non era sicuro di voler intraprendere quel discorso.

-Beh,- cominciò Lily dopo qualche altro attimo di silenzio e disperazione –diciamo che avremmo voluto dirvelo servendovi i biscotti, ma visto che ciò non è stato reso possibile da James... uhm. Sorpresa! Non avevate sempre detto di voler essere zii?-
Remus fissò scettico Lily che agitava le mani per aria, fingendo un sarcasmo che celava una profonda allegria. Come tutte le volte, Lily era incapace di fingere in maniera completa. Le sue emozioni le uscivano sempre straripanti sulle guance, colorandole di un rosso acceso diverso a seconda delle situazioni. Eppure in quel momento pensava solo alla voglia che aveva di strozzare lei e James perché erano due dannati incapaci tra tutti e due. Erano anche lievemente incoscienti e decisamente spregiudicati, ma questo passava in secondo piano. Erano due veri incapaci: come potevano aver rovinato una sorpresa del genere?

-Remus, quell’aria assassina non si addice con il sorriso che so ti spunterà in faccia tra poco, quindi non mi guardare così male. Forza. Pensa a tutte le prediche che potrai farmi in questi nove mesi! E sveglia un po’ Sirius, ti prego, è orribilmente inquietante il modo in cui si è messo a fissare il gatto.- supplicò James, risvegliatosi improvvisamente dal momento di autocommiserazione e imprecazioni varie. Remus abbandonò la propria aria insoddisfatta e lasciò che un sorriso gigantesco gli inondasse il volto, prima di lanciarsi contro i due ragazzi stringendoli a sé con foga.
-Non ci posso credere, non ci posso credere, accidenti, James, tu che sarai padre? Ma ci pensi? E tutti i discorsi che facevi al quinto anno? “Non voglio figli prima dei trent’anni. Sia ben chiaro, io voglio godermi la mia gioventù!” Ah, beh, certo, non stavi con Lily ed eri ancora un idiota che faceva a gara con Sirius a chi faceva più rutti in un minuto, però insomma, è bello vedere come sei cambiato e maturato, James. E poi tu Lily, non posso crederci, è una cosa così incredibile e comunque già si vede, sei così radiosa, me ne sarei dovuto accorgere!- buttò fuori tutto d’un fiato, ignorando il cucchiaio che gli si era conficcato esattamente sotto lo sterno e la mano di James che in altri momenti sarebbe stata spostata con stizza e con un’esclamazione che metteva in dubbio la virilità dell’amico.
-Remus, la tua felicità mi riempie di gioia, ma ti prego non soffocare Lily e James Jr.- mormorò James, con serietà e per qualche istante la casa si riempì di silenzio.

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