14. Calda come la neve

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La neve aveva sempre un che di poetico, anche quando era grigiastra e mezza sciolta a causa dei passi continui delle persone. Sembrava essere così dannatamente morbida  che Lily avrebbe tanto voluto buttarci dentro la testa e assaggiarla come fanno i cani, scuotendo i capelli e schizzandola qua e la in giro. Adorava pensare alla neve come ad una coperta calda e non fredda: del resto, non si era forse sempre detto che ricopriva tutto portando al silenzio ogni cosa, esattamente come le coperte di pile stese sopra qualcuno di addormentato?
Lily allungò una mano fuori dalla finestra per catturare un po’ di neve, ma una raffica di vento gliene spinse alcuni fiocchi dentro all’occhio destro, facendole perdere tutta la poeticità del momento.

-Porco Merlino, mi si sbava il trucco.- sibilò e sentì alle sue spalle una risatina divertita, che le fece accapponare la pelle sulle braccia e sperare ardentemente che qualcosa di ben più grande di un fiocco di neve atterrasse nell’occhio di chi aveva riso.
-Non sapevo fossi così fissata con queste cose, Evans.- disse lui sorridendo e lasciando intravedere delle minuscole fossette sulle guancie rasate. Lily osservò il ragazzo davanti a sé, costringendosi ad ammettere che, effettivamente, con quello smoking addosso lo si poteva definire ben più che carino. Lui dovette accorgersene, perché, ammiccando, catturò di nuovo il suo sguardo e spinse il petto un po’ più in fuori.
-E non sapevo che tu Black frequentassi certi posti.- brontolò Lily, allontanandosi dalla finestra con un gesto irritato. Le scarpe decolté verde scuro che aveva ai piedi la stavano uccidendo, ma decisamente starsene lì seduta a guardare la neve con dietro Black deciso a prenderla in giro rischiava di rendere quella serata a dir poco disastrosa. Più di quanto già non fosse, se proprio bisognava dirla tutta.
-Infatti non sono io che li frequento. E’ James, quello che li frequenta. Solo che siccome è come voi ragazze e non gli piace andare da qualche parte da solo, ha portato anche me...- spiegò lui, il sorriso dispiegato sulle labbra e una mano aristocraticamente appoggiata alla tasca. Sarebbe potuto davvero sembrare un nobile, se non fosse stato per la camicia slacciata in cima e le ferite provocate dal rasoio ben visibili sulla mascella.
-Immagino sarebbe contento nel sentirti paragonarlo ad una ragazza, mettendo in dubbio la sua... virilità...-esclamò lei, provocando le risatine incontrollate di Sirius Black, che si piegò in due e tolse addirittura la mano dalla tasca per portarsela sulla pancia.
-Sei divertente, Evans. Ora capisco perché James ama tanto farti arrabbiare...- si complimentò lui, ricevendo solo uno sbuffo indispettito in risposta. Lily conosceva bene quel tipo di battutine, non era la prima volta che lei e Black facevano una sorta di discorso del genere. Ovviamente tutte le altre volte era finita con lei che se ne andava sdegnata dalle battutine del ragazzo e dalle frecciatine di Potter, perciò si stupì quando si sorprese a rimanere lì a guardare Black con un sopracciglio sollevato senza fare molto altro.
-E io capisco perché si trova tanto bene con te. L’idiota uno aveva bisogno dell’idiota due per sentirsi più intelligente.- mormorò, quasi annoiata. Sirius la guardò negli occhi, buttando il mento in avanti e facendo vedere ancora di più le piccole feritine che aveva sulla mascella.
-Chi sarebbe l’idiota uno, tra noi?- chiese Sirius, provocatorio, la mano che era di nuovo in tasca e il portamento di nuovo eretto come al solito.
-Quello che tra voi arriva prima a capirlo.- rispose lei, sorridendo fiera nel vedere Black accigliarsi un secondo nel tentativo di capire la frase. Probabilmente quella era la conversazione più lunga sostenuta in sei anni di forzata convivenza e a Lily sembrava quantomeno assurdo il modo in cui era passata dall’ammirare la neve al pensare che Black era un povero idiota che avrebbe cercato di pavoneggiarsi anche con una tenda.

-Sempre così acuta, eh, Evans?- una voce le arrivò da dietro la schiena e lei sussultò, voltandosi e trovandosi faccia a faccia con James Potter, anche lui in smoking e con i capelli straordinariamente in ordine per essere quelli che di solito assomigliavano ad un cespuglio.
-Dipende, non sono io quella che è stata appena definita dal suo migliore amico “simile ad una ragazza”.- ghignò, mentre l’idea di allontanarsi prendeva sempre più piede nel suo cervello. Black magari poteva anche sopportarlo, visto che comunque i loro dialoghi risultavano più che altro essere scambi di frecciatine basati solo sul piacere di farlo, mentre quelli con Potter erano spesso sfiancanti, inutili e assolutamente stupidi.
-E io che giuravo che lo smoking mi donasse!- fece lui, infatti, melodrammatico, scoccando un’occhiataccia a Sirius che nel frattempo si era distratto, annoiato dalla consapevolezza della piega che avrebbero preso gli eventi. Lily storse il naso, ma non replicò, perché in effetti dire che Potter stava male con quel completo sarebbe stato del tutto falso e fuori luogo.

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