18 - Il Buongiorno e Victoria's Secret

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Mia madre aveva vomitato sul tappetino del bagno della camera degli ospiti, e Justin l'aveva obbligata a mettersi a letto, mentre pulivo il risultato di una bella sbronza. Passai esattamente trentadue minuti nel cercare di smacchiare il tappetino in ogni modo possibile e immaginabile, ma alla fine ci rinunciai, sempre più schifata, e arresa all'idea che lo avesse rovinato. Presi una busta e lo buttai via, uscendo in compagnia del ragazzo che mi aveva aiutato con uno dei miei più grandi incubi, nel silenzio più totale.
Nessuno dei due aveva proferito parola, ed era stato meglio così, piuttosto che affrontare il discorso che sapevo lui avrebbe voluto farmi.

Ormai mia madre dormiva da ore, ed io mi ero rannicchiata nel letto sotto le coperte. Avevo chiesto a Justin di restare per quella notte, e ora le sue braccia circondavano il mio corpo, tenendolo stretto al suo.
《Jus》sussurrai piano, ma non ricevetti risposta. Erano le cinque del mattino, ed eravamo entrambi sfiniti, non lo biasimavo per essere crollato in un sonno profondo. Era rimasto sveglio per un'ora intera, prima di addormentarsi finalmente.
《Jus》lo vidi aprire gli occhi, puntando lo sguardo su di me. Mi sentivo in colpa per averlo svegliato, aveva un dannato bisogno di dormire. I suoi occhi erano rossi e lucidi, e a malapena riuscivano a rimanere aperti.
《Piccola》la sua voce assonnata e roca mi fece portare lo sguardo su di lui.
《Che hai?》domandò. Il suo tono preoccupato mi fece quasi sorridere. I muscoli delle sue braccia diventarono di colpo tesi, mentre aspettava che gli rispondessi. Scossi la testa lentamente, girandomi sotto le coperte. Le nostre facce ora erano l'una di fronte all'altra.
《Non riesco a dormire》sussurrai, sentendomi ancora in colpa. Gli avevo fatto passare una serata a dir poco infernale, e ora lo avevo svegliato alle cinque del mattino per colpa della mia insonnia.

Quel ragazzo doveva essere già pazzo, per riuscire a non impazzire a causa mia. Lui sorrise appena, prima di sistemarsi meglio sotto le lenzuola.
《Vieni qui》sussurrò poi. Sorrisi, seguendo il suo consiglio. Mi stesi accanto a lui, con la testa sul suo petto coperto dalla maglia bianca. Il sugo era secco sopra la stoffa, e mi sembrarono passati giorni dalla cena a casa di Claire, invece erano passate solo otto ore.
《Posso fare una cosa?》domandai incerta. Justin annuì prima di sbadigliare. Mi sedetti e lo tirai per le braccia facendolo mettere nella mia stessa posizione, poi poggiai le dita sul tessuto della sua canotta. La alzai lentamente, tenendo lo sguardo fermo sul ragazzo davanti a me. Quando la tolsi del tutto, gli sorrisi poggiandola sul comodino. Lui si sdraiò di nuovo, e lo seguii a ruota poggiando la testa sul suo petto.

Il giorno dopo mi svegliai verso le nove, a causa della sveglia impostata dal giorno precedente. Mi diressi verso il bagno, spalancando la porta, e mi sciacquai il volto. Rabbrividii quando ricordai quello che era successo la nottata precedente, e afferrai lo spazzolino per lavarmi i denti. Quando alzai il volto dal lavandino, osservai attentamente il mio riflesso nello specchio quasi inorridita. Le occhiaie sotto gli occhi erano ben visibili, e il mio colorito era più chiaro del solito. Scossi la testa, decidendo di tornare in camera. Justin stava ancora dormendo, e stringeva un cuscino tra le braccia, il mio. Sorrisi, pensando a quanto potesse risultare tenero, mentre dentro di lui regnava un uragano grande almeno quanto il mio.
E poi la mia sveglia era così fastidiosa e stridula, come aveva fatto a non svegliarsi?

Uscii dalla camera decidendo di non svegliarlo, e scesi le scale in silenzio, diretta in cucina. A terra c'erano ancora i vestiti che mi ero rifiutata di raccogliere la sera prima, ma questa volta mi piegai. Afferrai un indumento alla volta con occhi sbarrati, costatando anche la presenza di abiti maschili.
Respirai profondamente.
Tutto si fece più chiaro e limpido nella mia mente, mentre mettevo insieme i pezzi del puzzle della nottata orrenda che avevo passato.
Avevo trovato mia madre di nuovo ubriaca dopo tre anni, nel bagno era stato lasciato un preservativo usato in bella vista, sul bordo del lavandino, e per terra erano sparsi vestiti maschili.
Raccolsi ogni singolo panno, compreso l'intimo di mia madre, ad ognuno sempre più schifata. Misi tutto a lavare, e poi mi avviai verso la macchina per il caffè, con il cervello già straripante di pensieri.
Mia madre aveva sicuramente vissuto una nottata movimentata.

Who We Are - J. B. || #Wattys2018Where stories live. Discover now