23 - Drug

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La giornata era passata serenamente escludendo l'accaduto di quella mattina, ma non avevamo ancora parlato del motivo del nostro allontanamento. Quella discussione che aveva avuto al telefono dentro al centro commerciale. Pensare che io probabilmente non avrei dovuto assistere mi fece venire i brividi. Se fosse stato tutto come pensavo fosse? Justin avrebbe continuato a prendersi gioco di me, sicuramente.

Sospirai e mi strinsi nel giubbotto. Erano le sei del pomeriggio, e Jordan mi stava aprendo lo sportello dell'auto per farmi salire. Un sorriso si fece vivo sul mio volto quando mi sedetti, mordendomi il labbro inferiore. Un pensiero letteralmente incoerente con quelli che avevo avuto precedentemente era vivido nella mia testa. Aspettai che salisse, prima di voltarmi verso di lui.
《Vieni da me?》domandai con tono energico. Un grande sorriso occupò anche il suo volto, mentre si girava verso di me. I suoi occhi avevano una strana luce, erano vivi.
《Non c'è tua madre?》Scossi la testa. Non vedevo mia madre da quando aveva fatto irruzione nel mio appartamento, evidentemente aveva deciso di ripartire. Scacciai dalla testa l'idea che non mi avesse nemmeno salutato, e poi pensai a quanto fosse stata ubriaca. Probabilmente l'avrei mandata al diavolo, piuttosto che salutarla.
《Prendiamo la pizza?》domandai alcuni minuti dopo. Non avevo sentito la sua risposta sul da farsi per la sera, troppo occupata dai miei pensieri.
《Si》rispose, ma non spostò lo sguardo dalla strada.

Alcuni minuti dopo, ci ritrovammo dentro una pizzeria, con gli occhi di tutti puntati addosso. Numerose persone chiesero foto, o autografi, e una ragazza pianse addirittura per me. La abbracciai calorosamente sotto lo sguardo di Justin. Le lasciai una firma completa di fiore sul braccio, prima di salutarla con un sorriso. Notando quanto potesse risultare impossibile mangiare in pizzeria, decidemmo di prendere due semplici margherite e portarle a casa.

《Ha ragione Scooter》Justin ruppe il silenzio che si era creato nell'auto. Non era un silenzio di tensione, o di vergogna, semplicemente non avevamo nulla da dire in quel momento. Abbassai il finestrino.
《Su cosa?》risposi voltandomi. Mi soffermai a guardare i tratti del suo volto, di nuovo. Averlo accanto quando guidava era una droga. Non sapevo fare altro che fissarlo, ormai conoscevo ogni suo tratto quasi a memoria, ma non riuscivo a spiegarmi perché ogni volta che poggiavo gli occhi su di lui risultava sempre più attraente e diverso da quella precedente.
《Piaci a tutti, quasi》corrucciai le sopracciglia, presa alla sprovvista, e poi mi soffermai sull'ultima parola che era uscita dalle sue labbra.
《Quasi?》feci eco. Si voltò verso di me, restando comunque attento alla strada.
《Non piacerai mai a tutti, le fans sono gelose》sorrise, e lo feci anch'io, contagiata dalla bellezza del suo volto felice. Era normale la gelosia delle fans. Ringraziai solo che fortunatamente non mi era mai passata per la mente l'idea di farmi Twitter, altrimenti il mio profilo sarebbe stato invaso da una strage, e la mia mente dai loro probabili insulti.
《È normale che lo siano》portai lo sguardo fuori dal finestrino, e osservai le ville scomparire a causa della velocità a cui stavamo viaggiando. La strada era completamente libera, e Justin non andava di certo piano. Rallentò quando trovammo altre macchine, e sbarrai gli occhi quando attorno a noi se ne accostarono alcune. I finestrini vennero abbassati, e alcune ragazze iniziarono a urlare indicandoci. Feci un cenno con la mano a una ragazza, che prese di colpo a piangere, e Justin accanto a me sorrise, prima di parlare:《Ecco a cosa servono i finestrini oscurati》Scoppiai a ridere e accesi la radio, canticchiando le note di qualche canzone.

Arrivammo a casa una decina di minuti dopo, ed estrassi le chiavi dalla borsa con un sospiro. Quando varcammo la soglia accesi le luci, e  Justin poggiò le pizze sul bancone in cucina, prima di tornare da me. Circondò da dietro la mia vita con le braccia e poggiò la testa nell'incavo del mio collo. In quel momento la chiamata che avevo ascoltato si fece viva di nuovo nella mia testa. Dovevamo chiarire quello che avevo sentito giorni fa.
《Dobbiamo parlare》affermai. Le sue braccia mi strinsero ancora di più, e sorrisi energicamente. Mi voltai e poggiai la testa sul suo petto. Riuscii a sentire il battito del suo cuore aumentare, e il mio sorriso si allargò maggiormente quando gli circondai il collo con le mani. Sentii i brividi farsi spazio nella sua pelle sotto il mio tocco, e un sentimento appagato si fece spazio in me. Non poteva riuscire a fingere in quel modo, giusto? Alzai il volto verso di lui, guardandolo negli occhi.

Who We Are - J. B. || #Wattys2018Where stories live. Discover now