21 - Dobbiamo parlare

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A giudicare dalle facce sorridenti delle modelle la sfilata andò più che bene quella sera. I camerini erano di nuovo pieni a causa delle ragazze che si stavano cambiando, quando una voce squillante mi ruppe quasi un timpano.
《Allora, ti è piaciuta?》Viola mi prese a braccetto, e trattenni il respiro portando le labbra in dentro. Sapevo che stava cercando di essere gentile solo per arrivare a Bieber.
Era lui il punto centrale.
A quanto pare sembrava essere il punto centrale di tutto.
Annuii, anche se in realtà non ero riuscita a vedere quasi niente.
Tra il caos dietro la passerella, e il mio cervello che aveva continuato a torturarmi con l'espressione di Justin alcune ore prima, per tutta la sfilata, non sarei riuscita a capire nulla nemmeno se fossi stata tra il pubblico, in prima fila e con gli occhi puntati sulle dirette interessate.

Quando un'ora dopo misi finalmente piede fuori dal palazzo, il freddo invase le mie ossa. La temperatura risultava davvero bassa per essere nel mese di Luglio, e improvvisamente ricordai quanto amassi l'inverno. Nonostante non avessi fatto granché, ero distrutta.
Le mie gambe sembravano mattoni sul marciapiede, e il mio cervello sembrò riempirsi maggiormente. La mia mente sembrava stesse quasi per scoppiare a
causa dei numerosi pensieri che la invadevano, e mi guardai intorno, alla ricerca di Scooter, per pensare ad altro.
Mi strinsi nella giacca e sbuffai quando riconobbi una figura fin troppo conosciuta poggiata ad una Ferrari nera.

《Cosa vuoi ancora?》la mia voce mi tradì, spezzandosi nella domanda facendomi sospirare. Non avevo abbastanza forze né sanità mentale per potermi permettere uno scontro con lui. Lui ripeté la mia stessa azione, ma non risultò stufo come me. Era strano che mi fosse sembrato solo distrutto dal mio tono? Si fece spazio con la sua mano nella mia prima che me ne potessi accorgere. Chiusi gli occhi, immaginando non fosse successo
niente tra noi due.
In questo momento molto probabilmente avrei stretto la sua mano. Ma purtroppo niente va come dovrebbe, o almeno come si vorrebbe.
Quindi semplicemente non la strinsi, guardandolo negli occhi prima di allontanarla dalla sua. Mi rifiutai di lasciare spazio ad altri pensieri nella testa, volevo solamente tornare a casa.
Era freddo, buio e umido. E io morivo dalla voglia di stare sotto le coperte calde.
《Scooter non poteva venire》il suo tono sembrò quasi tremante, e scossi la testa per far uscire la sua voce dalle mie orecchie. Lo ignorai e mi ritrovai a salire in auto senza dire una parola.

《Yasmine》salì e si chiuse lo sportello dietro. Puntò lo sguardo su di me.
Il silenzio ci avvolse nel più totale degli oblii. Dal suo tono riuscii a capire che stesse per dirmi una cosa abbastanza seria, o forse fu solo un'illusione della mia mente stanca.
《Tu non parlerai, non lo fai mai》sospirò sbattendo leggermente le mani sul volante《Quindi voglio farlo io》
Gli rivolsi uno sguardo, vedendolo guardare fuori dal finestrino, e chiusi gli occhi di nuovo mentre poggiai la testa sul sedile.

《Non sono mai stato sincero con una persona come lo sono con te.》fece quel tono strano, quello che mi faceva venire la pelle d'oca. Aprii gli occhi.
《Non riesco a capire cosa ti sia preso, o cosa ti abbia fatto》strinse le mani al volante, facendo diventare le nocche bianche, e mi ritrovai a volerlo schiaffeggiare. Respira, Yasmine.
Come faceva una persona ad essere così dannatamente falsa e doppiogiochista?
《Ma quello che voglio dirti non è questo》si voltò verso di me nel momento in cui feci la stessa cosa, fulminandolo con lo sguardo.

《Sai come sono fatto, in parte almeno. Sai che non ho un carattere da prendere come esempio, e sai che le mie azioni non lo sono》prese un attimo per pensare a quello che stava dicendo, e abbassò lo sguardo.
《Continuo a pensare quale sia la cosa giusta, ma la verità con te è che non penso》puntò lo sguardo su di me, leccandosi il labbro inferiore.
Guardai le sue labbra sentendo una morsa al petto, e mi voltai di scatto verso il finestrino.
《Non riesco a pensare, agisco e basta. Sono orgoglioso, cazzo se lo sono, ma ogni volta quando si tratta di te il mio orgoglio va a puttane》scossi la testa lentamente, cercando di non farmi colpire minimamente dalle sue parole, ma la verità è che lo avevano già fatto.
Sapevo stesse cercando di aggiustare le cose, di rimettere tutto a posto tra noi.
Conoscevo il suo scopo, buttare tutte le mie difese giù, ancora una volta, seguendo la scia che aveva lasciato precedentemente dentro di me.
Aveva fatto scattare un interruttore mai stato acceso, e ora, ogni qual volta ne avesse avuto bisogno, sapeva esattamente come accenderlo di nuovo.

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