2.

515 16 3
                                    

Giugno 2013. Il direttore sportivo del Napoli aveva adocchiato tre dei nostri , Higuain , Callejon e Albiol. Chissà come sarebbe andata a finire. Mi sarebbero mancati tutti molto,anche quello li.

Ecco il fatidico giorno,il primo colloquio con Gonzalo e Nicola (manager e fratello), il d.s. Bigon, e io. Eravamo seduti su un piccolo tavolino del mio ufficio, ognuno ad un lato. Gonzalo era di fronte a me. Che occhi che ha.. Quello sguardo lo conosco bene, era il mio preferito. Giuro che l'avrei baciato!

Ma no,siamo seri. Basta Serena. Concentrati. Bene,iniziamo.

Il direttore sportivo iniziava a mostrarci la sua offerta. Che personaggio. Iniziavo ad odiarlo, non volevo che convincesse Gonzalo. Inizia a tradurre le sue parole..

:-Non so se ha mai sentito parlare della nostra società, una delle più forti del campionato italiano..-

-No sè si usted..Escuchado hablar de nuestro equipo..-

Avevo tradotto non so quanti discorsi,francese, inglese, tedesco e spagnolo. Ma quel discorso, quel colloquio, per me stava diventando difficile. Non riuscivo a pensare che quel signore elegante, con la barba un pò bianca, venuto da Napoli, potesse in un attimo prendersi ciò che a me era caro.

Avevo comunque fatto una scelta, non potevo tornare indietro. Anche se, come si dice, al cuore non si comanda.

E continuava ancora, mille parole. Erano passate quasi due ore. Nicola continuava a fare domande, più di Gonzalo. Lui non faceva altro che fissarmi.

Il discorso volgeva al termine. Con una stretta di mano, Bigon ci saluta, e sull'uscio della porta ci dice

:-Spero sia un arrivederci, a presto fratelli Higuain!-

Lancia un'occhiata maliziosa verso di noi, e se ne va col sorriso sotto i baffi a prendersi un caffè. Sarebbe tornato dopo, per discutere degli altri due giocatori, provando a concludere l'affare.

Che nervi! Non poteva essere riuscito nel suo intento,pensai.

Nicola aveva uno sguardo fiero.

:-Gonzalo, forse ci siamo, è quello giusto. Tu che pensi?

Il (mio) uomo, stupito, disse:-Ehm.. Si forse. Ma devo pensarci su_.

Io gli consigliai di pensarci su davvero, sarebbe stato un grande cambiamento. Lui mi guardò negli occhi. Forse l'aveva capito che mi sarebbe mancato.

Erano le sei del pomeriggio. Nicola se ne era andato. In corridoio, io e Gonzalo aspettavamo gli altri due, Callejon e Albiol, insieme al loro agente Quillon.

Eravamo seduti su due sedie blu:io fingevo di leggere la mia cartella piena di fogli, e lui aveva il cellulare in mano. Ogni tanto buttava l'occhio su di me, e rideva.

Chissà cosa pensava davvero di me.

Mezz'ora dopo, si presenta questo signore con una buffa cravatta,insieme ai suoi due calciatori. Erano arrivate anche le loro mogli : non prendevano mai decisioni senza la presenza della loro dolce metà. Saluto velocemente Josè e Raul, e mi affrettai a raccontare a Marta e Alicia il resoconto del colloquio precedente. Giusto cinque minuti, prima che il vocione dell'agente attirò la mia attenzione. 

Era tornato anche Bigon, quel "simpatico"personaggio.

:-Insomma, Serena, vediamo di iniziare.

Pensai bene di iniziare e finire al più presto. Di quella giornata, non ne volevo più sapere. Anche in questo caso, ho dovuto tradurre tante inutili parole. Faceva sempre gli stessi discorsi, che persona priva di inventiva! E ancora, in questo caso, Raul e Josè sembravano sempre più presi dalle sue parole. Sapevo, se ne sarebbero andati anche loro, tutti.

Bigon ci saluta con fare frettoloso, disse che aveva un impegno. Wow, immagino che grande impegno! Ero molto stizzita da questo suo atteggiamento.

Marta, che forse mi conosceva meglio di tutti, mi lancia un'occhiata, e sottovoce mi chiede il motivo di tanto nervosismo. Le dissi che non avevo niente.

:- Niente, lasciami stare ora. Non iniziare col tuo solito terzo grado!

Lady Callejon guardò Alicia; avevano capito che c'era qualcosa che non andava. Mentre tutti erano rimasti in corridoio, tornai nel mio ufficio a sistemare tutto quel casino. In realtà, non stavo facendo altro che aumentare il caos. Non c'ero proprio con la testa.Questa storia mi stava davvero urtando.

Pensai bene di accendere la t, magari sarebbe riuscita a farmi distrarre. Come una stupida forse, seleziono Premium Sport. Eccolo lì, Dario Donato che introduce il suo servizio : Napoli e Real, si può fare!

Rimasi col telecomando in mano, senza parole. Non sapevo se ridere o piangere. Se fosse uno scherzo del destino. Iniziai a tremare, ma decisi che era meglio mantenere il controllo. Del "mio" problema, nessuno doveva saperne niente. Scese qualche lacrima, ma sentivo le voci degli altri che stavano arrivano. Mi affrettai per asciugarmi il viso. Stava colando il trucco, sembravo un panda gigante!

Entrarono tutti, e io mi girai verso l'armadio. Alicia, mentre stava mangiando il suo solito snack senza zuccheri - *quante briciole, pensai *- mi disse.

- Allora, vieni da noi stasera?

E' vero, stasera dovevo andare da loro. Ogni due volte a settimana mangiamo insieme, tutti e sei. Da quando io e Gonzalo ci siamo lasciati però, avevo sempre meno voglia di frequentare quell'ambiente. "Il mio piccolo ricordo in cui nascosi anni di felicità". Non potevo non andare, ci sarebbero rimaste male. E io non potevo trattare male le "mie" sorelle.

:- Verrò, ma forse farò più tardi. Devo finire di lavorare.

:-Rimango io con te, se vuoi.

Ed ecco che la voce del numero venti risuona nella stanza. Stavano per cadermi tutti i fogli, per fortuna non persi di lucidità. Dovevo dire di No. Il mio orgoglio era troppo grande per cedere.

:-Non ce n'è bisogno, posso restare benissimo da sola. Tanto non ho molto da fare.

:-Ma dai Serena, se vuole restare con te..

Il solito Raul, che di queste cose non c'ha mai capito niente. Sghignazza mentre lo dice, odio quando fa così.

:- Raul, smettila.

Dovevo controllarmi, e non far vedere a nessuno che ci stavo male. Ma fingere purtroppo, non è mai stato il mio forte.


Stringiti forte su di me,così non ho paura mai. ||Gonzalo Higuain||Where stories live. Discover now