11.

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L'indomani mattina, fu Alessandro che con le sue urla mi svegliò. Mi alzai di soprassalto. Quanto urla questo bambino, pensai. Lo presi in braccio, e andammo a fare colazione. Dopo avergli fatto mangiare una merendina, lavato e pronto, presi il necessario per andare a lavorare. In ufficio sarebbe passato il papà a riprendersi suo figlio. Molto ore dopo, verso le 10.00, mentre stavo parlando con la squadra e con il mister, bussano alla porta. Si affacciò lui. 

:- Papà! Accennò Ale correndo verso di lui. Gli mostra anche il regalo.

:- Guarda che mi ha dato Gonzalo! Espone la maglia fiero.

:- Wow, che bella.

:- Dai io sto lavorando non è momento! Mi stavo innervosendo, in più mi fissavano tutti. 

:- Puoi uscire un attimo, che devo parlarti?

Chiesi al mister, e mi diede cinque minuti.

..

:- Insomma, che vuoi?

:- Senti, io ho un problema al lavoro, devo partire per qualche giorno.

:- Dovrei tenerti Alessandro?

:- Per forza, a chi lo lascio, chi meglio di te.

:- Cazzo però, lo sai che non lo so fare!

:- Fatti aiutare anche dalle amiche tue e da Sara, è urgente!

:- Eh se, ciaone.

:- Ti fai aiutare da quello screanzato dell'amico tuo. Disse in maniera ironica, e provocatoria.

:- Smettila, che mi faccio aiutare da quello lì! Lo sai le cose come stanno.

:- Senti, 'sta volta va così. Aiutami, mi sdebiterò. E mi raccomando, attento a quello lì. Ci vediamo. Ciao Ale, ci vediamo tra qualche giorno!

Alessandro iniziò a piangere. Mio Dio che inferno. Il mister esce dalla porta, e mi guarda malissimo. Spiego ad Ale cosa bisognava fare. Lo dissi con tono serio, non replicò. Lo porto dentro, e continuo a lavorare. Ero un pò nervosa, ha scombinato tutti i miei piani. Però si doveva fare, e basta. Alla fine della riunione, stavo mettendo a posto, anche se stavo facendo ancora più casino. Si avvicina Gonzalo, anche se in questo momento non volevo sentire nessuno.

:- Che ti ha detto?

:- Niente, ora lasciamo stare perchè non è proprio momento.

:- Qualcosa di grave?

:- Devo badare ad Alessandro per cinque giorni, se non di più!

Notai il suo volto un po' sorridente. Ma che cazzo si rideva?

:- Tu ci ridi pure? Iniziai davvero a spazientirmi.

:- Pensavo peggio, dai è solo qualche giorno.

:- Vatti ad allenare, fai prima.

:- Ci vediamo dopo.

Porto Alessandro in campo, avevo finito il lavoro. Lo lascio correre con la palla, e fare qualche tiro. In tutto questo caos, altro problema era quella coppia belganapoletana. Dries aveva accompagnato Sara agli allenamenti. Approfitto della distrazione di Ale, per parlare.

:- Che avete fatto ieri? Dovevo sapere.

:- Ma niente, cosa vuoi che abbiamo fatto. Abbiamo riso, scherzato, parlato. Poi siamo arrivati qua.

:- Allora, vedi di ascoltarmi. Capisci che non puoi stare con lui perchè è fidanzato?

:- Allora, ascoltami tu. Io non sto facendo niente, lui mi cerca e mi scrive. Io non ho fatto nulla. Poi tu parli, che prima dici che non vuoi più vedere Gonzalo poi un altro pò vi baciate?

Stringiti forte su di me,così non ho paura mai. ||Gonzalo Higuain||Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora