14.

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14. Martin Garrix ft. Mike Shinoda - Waiting for tomorrow.

Pov ?

Vorrei tanto scoprire chi è? Se è lei? Vorrei tanto conoscerla, realmente.

Chi è, veramente?

È questa la domanda che continua a ripetersi nella mia mente, facendomi diventare scemo.

Sbuffo, passandomi tutte e due le mani nei capelli e poi sulla faccia, respirando profondamente. Sto così per un bel po', sognandomi quei fottuti occhi.

La porta della camera si apre, è lui. Rimango con le mani a coppa sulla mia faccia, per poi passarle nei miei capelli spostando lo sguardo alla mia sinistra, verso la porta.

Rimaniamo a fissarci in silenzio, stessi occhi contro gli stessi.

"Io..." Lascia la frase in sospeso sospirando e guardandomi con dolcezza. Seriamente? Ah no. "Io devo andare via." Evviva, la freddezza e la serietà.

"Sì bene, ok, ciao." Sempre la stessa storia, mai una volta che mi chieda qualcosa, che mangi insieme a me, che passi del tempo con me. No, è solo concentrato su quel fottuto lavoro.

[...]

Il solito incubo. Sospiro pesantemente alzandomi dal letto, vestendomi velocemente.

Scendo le scale in silenzio per non fare rumore e svegliarlo, ma, purtroppo, è già sveglio davanti al computer a lavorare. Gli passo accanto prendendo le chiavi di casa dal giubbotto.

"Dove vai?" Sempre freddo e serio da quel giorno. Anch'io ero così, poi ho capito che la vita va avanti, con o senza di te, e tu devi andare avanti e loro non ti lasceranno mai.

"Da loro." Rispondo e lo vedo irrigidirsi capendo a cosa mi riferisco. Annuisce appena, tenendo sempre lo sguardo fisso sul computer acceso davanti a lui.

Esco di casa e l'aria gelida mi colpisce in faccia, dandomi una carica positiva e aiutandomi a ripulirmi la mente.
Cammino da casa fino a quel posto, quel fottuto posto, dove non avrei mai pensato di andarci così presto.

Sospiro passandomi una mano nei capelli spettinandoli.

Non sono mai stato un tipo di persona ordinata. Cioè si, se prendiamo come esempio la mia stanza o anche solo la scrivania; per i primi minuti e quando mi ci metto con impegno è ordinata, ma dopo neanche due minuti tutto è sottosopra come adesso la mia mente.

Arrivato, mi fermo davanti al cancello in ferro battuto leggendo la scritta su di esso e rimango a fissare per un po' quella parola, che rivedo sempre e ovunque.

[...]

Apro la porta di casa ed entro dentro non trovando nessuno, come al solito. Sbuffo chiudendo con poca delicatezza la porta alle mie spalle.
Mi siedo, sempre con la mia leggiadra delicatezza, sul divano. La televisione non trasmette nulla di interessante e infatti mi addormento, e al mio risveglio trovo la televisione spenta e lui. Guardo l'ora sull'orologio, stiracchiandomi per bene.

Passo davanti alla grande finestra da cui i raggi d'un sole freddo entrano in casa riscaldando di poco l'ambiente cupo. Cupo come il suo sguardo, come il loro ricordo o come lei.

Prendo il telefono e nel frattempo salgo le scale, scompigliandomi i capelli e bagnandomi le labbra, mordendole con la speranza e l'ansia di vedere un suo messaggio.

.....

Mi scuso.

Ma tra questi mesi non riuscirò ad aggiornare sempre. Mi scuso ma va così.

Ciao.

Non Mi Conosci.Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora