50. (Epilogo)

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50. Molly Kate Kestner- I don't know. 

*"Ora."* Svolto l'auto verso sinistra, tagliando gran parte di strada a vari mezzi, finendo in una stradina di quartiere di Montréal, procedendo con il vero piano. La competizione è solamente una copertura.

Dopo vari chilometri raggiungo un vecchio bacino, che mi farà tagliare gran parte di strada, per dirigermi verso la Canadian Imperial Bank Of Commerce. Ma due fanali bloccano la mia corsa contro il tempo e contro la pioggia.

Rimango in macchina a fissare l'altro veicolo davanti a me, aspettando non so cosa di preciso. Sono pronta a fare retromarcia quando una voce, oramai inconfondibile, mi ferma con la mano sul pomello del cambio, intenta alla manovra.

"Tale padre tale figlia. Stai proprio seguendo le sue orme." Merda. Stringo le mani sul volante, fissando la sua figura che si stanzia davanti ai suoi fari e sotto la pioggia, che non esita a calmarsi. Scendo dalla Rs3 riconoscendo benissimo il soggetto che mi blocca la strada. Sbuffo tirandomi su il cappuccio della felpa che la pioggia non esita a inzuppare.

"Tu?" Esclamo osservando meglio l'altra figura alle sue spalle, e dire che sono sorpresa di vederlo proprio con lui è proprio un eufemismo del cazzo.

Cosa diavolo ci fa con lui?

'Lo sapessi ti risponderei.'

Che carina.

Un campanello di allarme mi risuona in testa; che l'abbia rapito per qualche scopo. Magari ha qualcosa in sospeso anche con lui o lo tiene in ostaggio per farmi cantare.

Ahh, ma in che cazzo di situazioni mi caccio ogni volta.

"Io ti conosco." Schiude le labbra sorpreso da quanto ha detto.

"Eh già, i due amichetti si son ritrovati." Sghignazza il primo alternando lo sguardo da me all'altra persona, che è confusa e smarrita. "Ora capirai il perché di tutti quegli avvisi e quelle litigate sul suo conto. È stata lei, il suo sangue, a uccidere il nostro." S.d. gesticola contro di me con una pistola. Cosa? Aspetta, non sto capendo niente. Lascio che i due bisticcino, mentre io cerco di capire che cosa intende chi ha parlato con nostro sangue. O sono cugini o non mi spiego qualche legame tra loro. E poi il secondo non sa chi c'è sotto queste vesti, il che è un bene si, ma ho paura della sua reazione alla fine di questa storia. Anche se, sinceramente, penso abbia collegato i fatti notandolo fissarmi con uno sguardo deluso. Si avvicina forse per verificare i suoi sospetti fondati su di me, la piccola dolce e ingenua Camille.

"Camille?" Urla una voce che conosco fin troppo bene e mi gelo all'istante sul posto. Cazzo, sempre nei momenti più opportuni eh. Taylor arretra di qualche passo come scottato da qualche fiamma invisibile che mi avvolge. La voce, cioè Caleb, mi raggiunge affiancandomi e osservando tutti e tre i soggetti presenti.

"E questo è suo fratello; saluta Caleb Henderson fratello di Camille Henderson, nonché figli di Jacob Henderson, quel Henderson." La faccia di Taylor sbianca sul colpo. Passa in rassegna la mia figura e quella di mio fratello.
Sospiro togliendomi la bandana; oramai ha capito che sono io tanto vale continuare a nascondermi.

"Ecco perché i tuoi occhi non mi erano nuovi, ecco dove ti avevo già vista. Perché sei tu quella bambina, sei tu piccola Camille." Sussurra deluso da tutta questa farsa, nel mentre S.d. fa smorfie alle ultime parole.

Io ti avevo avvisato Tay: non mi conosci.

" Patetici. Mamma mia ma come hai fatto a dividere giornate intere con...questa?" Sbotta indicandomi ancora. Sento mio fratello irrigidirsi, sentendosi magari in dovere di proteggermi, e noto Taylor stringere i pugni.

Non Mi Conosci.Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora