Capitolo 6

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Dopo essersi calmata, mi ha ringraziata ed è andata in camera sua. Strano che non abbia sentito l'odore di veleno che emana il vassoio. Forse aveva così dolore dentro che non ha percepito niente. La porta si spalanca ed entra Marcus con una busta bianca in mano, pare che dentro ci siano libri. Guarda me e dopo guarda il vassoio, odora l'aria e si precipita al vassoio. Odora il panino e dopo si ritrova davanti a me con le mani sulle spalle. "Non hai mangiato e bevuto niente da quel vassoio, vero?" Chiede preoccupato. Evidentemente deve aver capito che c'è del veleno. "No, non mi piacciono gli Hamburger e nemmeno le patatine, perché me lo chiedi? Hai paura che ingrasso?" Lui mi guarda negli occhi e sospira. "Per fortuna non hai mangiato niente. Quel panino e tutto il resto è avvelenato." "Come?!" Chiedo incredula. Posso fare l'attrice per tante di quelle volte che sto mentendo. "È avvelenato. Ma ti posso garantire che non sono stato io. Ma so chi è stato. Resta qui." Dice uscendo dalla camera. Se pensa che starò ancora qui dopo una giornata se lo può scordare! Esco e lo vedo in cima alla scala che tiene per il collo il ragazzo che mi ha portato il vassoio. "Tu! Come ti sei permesso di avvelenare il cibo della mia schiava!" Sembra più un affermazione che una domanda. "Non... stato... io." Dice il vampiro a mala pena. "Certo ed io ci sto già credendo. Ora la pagherai!" Succede tutto in un attimo, Marcus morde il collo del ragazzo e gli stacca la testa. Il sangue, il corpo a terra senza testa, è tutto troppo uguale a quel giorno. Entro di nuovo dentro e mi siedo sul letto, facendo finta che non sia successo niente. Mi tengo la testa e i ricordi mi opprimono, i corpi di tutti quei Vampiri e Lupi, i corpi dei miei genitori, il corpo di Jason pieno di morsi e graffi. Mi sento una mano sulla spalla e salto per la paura, vedo Marcus con la bocca piena di sangue che mi guarda preoccupato. Sento qualcosa colare dalla mia guancia, lacrime, lacrime e ancora lacrime. Stanno diventando le mie migliori amiche. D'impulso mi butto nelle braccia di Marcus e continuo a piangere mentre lui mi accarezza la schiena in modo dolce.

Dopo aver finito di piangere mi stacco da lui e vedo che ho la maglietta sporca di sangue e lacrime ma non è di certo quello il mio problema più grande. "Scusami, non sapevo che avresti reagito così... Mi dispiace tanto ma mi sono fatto prendere dalla rabbia e dalla paura che se avessi mangiato qualcosa da quel vassoio tu... Tu..." "Sarei morta?" Dico guardandolo negli occhi e vedo che guarda a terra e ha la mascella serrata. "Sì... Non avrei potuto sopportare una cosa del genere." Rimaniamo vari minuti in silenzio e poi lui stringe i pugni. "Mi consideri un mostro?" "No..." Lui alza lo sguardo e mi guarda scioccato. "Non hai paura di me? Non mi consideri un mostro?" "No, perché tu non lo sei. È vero hai ucciso una persona ma eri portato dalla paura per me." Si sta avvicinando e dai suoi pensieri sento che mi vuole baciare quindi mi alzo e lui mi guarda sofferente. So che lo sto facendo soffrire ma nessuno si deve innamorare di me. "Posso cambiarmi e farmi una doccia?"Chiedo. Lui continua a guardarmi. "Sì, puoi fartela. Quando uscirai troverai dei vestiti puliti." "Grazie." Dico per poi entrare nel suo bagno sentendo il suo sguardo su di me.

Finita la doccia, mi avvolgo una tovaglia addosso ed esco. Vedo che non c'è nessuno nella stanza così prendo i vestiti e rientro in bagno. Mi metto un pigiama grigio e rosa morbidissimo ed esco di nuovo dal bagno. Appena esco, la porta della stanza si apre e vedo Marcus con una camicia nera e un pantalone bianco, con scarpe nere. Mi guarda e sorride. Vedo che si è cambiato e anche lavato, evidentemente. "Il pigiama di mia sorella ti sta bene vedo ed io che avevo paura che non ti andasse." "Vedi che non sono grassa." Dico incrociando le braccia sotto il seno. "Lo so. Io intendevo per via del tuo seno, lei lo ha più piccolo mentre tu lo hai... Abbondante." Dice guardandomi il seno ed io arrossisco. "Pervertito." "Non sono pervertito, dico solo la verità." Dice continuando a guardarlo. Mi giro e vado verso la finestra e vedo che è notte ormai. "Io dove dovrei dormire?" Chiedo continuando a guardare fuori. "Con me ovvio." Mi giro e lo guardo come se fosse impazzito. "Pensi veramente che dopo quello che è successo io ti lasci a dormire sola in una stanza lontana dalla mia? Scordatelo." Dice serio. "Ti puoi scordare che io dorma con te." "Se preferisci il pavimento non sarò di certo io a vietarti di dormirci. Basta che però non mi sbavi sul parquet." Dice togliendosi la camicia e coricandosi sul letto, si gira e mi guarda. "Allora che vuoi fare?" Sbuffo e vado a coricarmi vicino a lui. Sento due braccia fredde che mi trascinano vicino un corpo ancora più freddo. "Che stai facendo?" Chiedo cercando di liberarmi. "Non voglio di certo che cadi dal letto." "Io non cado dal letto." "Non si sa mai. Ora dormi. Buonanotte, mia bella." Dice schioccando le dita e la luce si spegne. Sbuffo e chiudo gli occhi e cado nelle braccia di Morfeo.

Angolo Autrice

Che ne pensate della reazione di Marcus? Rimanete ancora della vostra idea su di lui? Il capitolo vi piace?

Prossimo aggiornamento: sabato 20 maggio

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