Un nuovo conquilino.

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Prima di leggere sappiate che la storia è ambientata nel Galles, tra le praterie e le fattorie nella più completa pace dei sensi.
Hamptown è inventata , ma i passaggi no.
Inoltre più avanti capirete cose porta la famiglia lì.



« Non posso davvero credere che papà abbia fatto una cosa del genere.» Urlò Ashton salendo in macchina, seguito dalla sorella Arlene.

Babie li lasciava e li prendeva a scuola ogni giorno da quando avevano cinque anni.
Ashton non andava più a scuola, aveva 22 anni e seppure lo avevano bocciato più volte, alla fine, il diploma lo aveva preso.
Teneva al liceo statale di Hamptown un corso accelerato di chitarra per matricole, ovviamente, gratis.
La musica era sempre stata la sua più grande passione nonché il suo unico talento.
Non era sempre stato semplice per Ashton coltivare e sponsorizzare il suo amore per la musica, soprattutto quando tuo padre è un allenatore di calcio rispettato ed apprezzato in tutto il mondo.
Quindi veniva naturale alla gente etichettare Ashton come la pecora nera della famiglia. Ed effettivamente un po' di sentiva così.
Il suo completo disinteresse nei confronti del calcio aveva un po' messo delle  barriere tra lui e suo padre, venivamo a mancare delle cose padri - figli tipiche della società.
Commentare assieme una partita, perchè no andare a vederne una, tifare lo stesso team o ancora meglio tifarne uno diverso e tutte queste piccole cose.
Gli dispiaceva insomma non ereditare l'amore per il calcio come suo padre prima di lui aveva fatto.
Giorgio era stato abbandonato da suo padre ma sua mamma aveva saputo colmare tutto alla perfezione: adorava il calcio. Non si è però ben capito se lo amasse da sempre o se se lo sia fatto piacere quando il marito l'ha mollata.
«La cosa strana è che lo abbiamo saputo da Twitter e dalle persone che ci guardavano emozionate. -aggiunse Arlene - Paulo Dybala sta venendo da nooooi.» imitò la voce di un'ochetta della sua scuola. 
«Poi cazzo viene a fare qui, c'è solo merda da spalare, non ne esistono discoteche.» Ashton sbatté una mano sul cruscotto, incazzato.
Babie sospirò «Io l'ho saputo stamattina pure» sussurrò.
«Dio, non ci posso credere, ma sei sua moglie per niente?» urlò ancora Ashton.
«L'ho visto uscire e gli ho chiesto dove andasse, mi ha detto tutto. »

Arlene sospirò « Le ragazze come l'hanno presa?» domandò preoccupata per le sorelle, mentre si faceva spazio tra i sedili posteriori.
Babie sorrise«Come tipico di loro- rise- Audrey voleva andare dalla nonna in Italia per la disperazione.Agnes ha seguito tuo padre in aereoporto, sai quanto ami i calciatori. »

Era sempre stato così: Audrey e Agnes si sbagliavano di 18 mesi, sembravano gemelle esteticamente ma erano una la nemesi dell'altra.
Audrey amava l'ordine. Una persona in più avrebbe disturbato il suo modo di organizzare le giornate compulsivamente.
Agnes amava il caos. Una persona in più? Meglio, più siamo più ci si diverte.
Arlene pensava a quanto l'avesse combinata grossa sua volta loro padre, ne combinava molte ma non così grandi.
E si chiedeva se di loro a lui interessasse davvero qualcosa, perché quando c'era qualcosa da decidere insieme lui , non c'era mai.
                               ***

Quando arrivarono a casa , trovarono la cucina piena di cose da mangiare: Audrey aveva cucinato compulsivamente per combattere l'istinto omicida.
Il numero 21 che mangiava qualcosa , incazzato e stufo della situazione. Dato che Audrey discuteva e urlava con Giorgio da più di un'ora, quanto detto da Agnes.
Audrey alla vista della madre non perse tempo «Mamma! -urlo'- puoi dire a tuo marito di riportare indietro questo individuo?- domandò- cioè guardalo! Mangia pure i langostinos con le mani! »
Paulo si bloccò un attimo da quello che stava facendo ,ovvero sbucciare i gamberoni «Nel mio paese si mangiano così, isterica!»
Audrey diventò di otto colori «Riportalo indietro - punto' il dito contro il padre- o perdi lui o me.»
Lasciò la stanza, sbattendo la porta.
Giorgio cercò con lo sguardo i suoi figli, ma Ashton scosse la testa«Dovevi chiedere,Giorgio. »
«Sono tuo padre, chiamami papà.» rispose lui, arrabbiato.
«Sarai chiamato così solo quando ti deciderai a comportati da tale. »
E anche lui lasciò la stanza, facendo cadere il silenzio, disturbato dal rumore dei gusci dei gamberoni che il numero 21 continuava a spicchiare come se niente fosse.

****

Heeeelloo boyS and girls, rieccomi con nuovo capitolo!
Le cose si fanno più movimentate, non trovate?
I capitoli da questo in poi saranno più lunghi perché la storia non dovrebbe durare molto (cioè io lo spero per voi).
Detto questo se avete domande, curiosità sulla storia, vi piace o vi fa cagare lasciate un messaggio.
O una stellina , adoro le stelline!
Adios❣

Break - Paulo DybalaWhere stories live. Discover now