Sono felice per te e sveglia alle 5.30

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Vi prego di leggere lo spazio autore perché ci sono delle novità belle belle.


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Arlene

Mi piaceva l'odore dell'estate nell'aria, mi piaceva vedere il sole che splendeva fiero e insistente nel cielo.

Me ne stavo sempre in giro, giorno e notte, senza preoccuparmi della scuola o dell'ansia.

Maggio era arrivato ed era arrivato anche il momento per Paulo di splendere.

Dopo il catastrofico rientro dall'italia non avevamo più parlato, ma io andavo a guardalo sempre agli allenamenti e lui si accertava sempre che io ci fossi. Non era stata una cosa da una notte, quello era poco ma sicuro, ma era stata una cosa affrettata, di cui nessuno dei due si pente.

E' brutto da dire, ma quel tipo di amore che provavamo l'uno nei confronti dell'altro era troppo impegnativo. Non avevamo tempo nessuno dei due per amare come esigevamo. Quindi volevamo troppo, ma avevamo troppo poco.

Mio padre poi era un grande problema, non per la gelosia di un padre in generale, ma mio padre era davvero così attaccato al suo lavoro che voleva vedere Paulo solo come calciatore e niente più.

Era un periodo di novità quello, Luke, che al momento era in tribuna con me, aveva trovato un nuovo amore. Agnes si era trovata un lavoro di meccanico di moto ed avrebbe iniziato a studiare ingegneria meccanica a breve a Milano. Mio padre aveva ricevuto una proposta sempre dall'Italia, gli era stato chiesto di fare l'aiuto tecnico di una squadra di serie A, ma che aveva in fretta rifiutato.

Mio padre non era portato per lavorare come aiuto, lui doveva essere il capo.

E poi a prescindere da questo, lui non era pronto per tornare in Italia.

Lasciare Hamptown per lui sarebbe come perdere Logan per la seconda volta, e lui era ancora sofferente per la prima.

Io adoravo Hamptown, ma mi stava iniziando ad essere anche per me stretta, in una città così piccola non puoi permetterti nemmeno di pensare od avere sogni ed ambizioni, perché non c'è spazio in città.

«Mi piace il modo in cui Paulo gira il volto verso di te per assicurarsi che tu ci sei.» esordì Luke.

Già, piaceva tanto anche a me.

Non risposi perché non sapevo cosa dire, sarei risultata stupida con qualsiasi tipo di risposta. Luke pensava fossi un'idiota, lo ero infatti, ma alcune volte non puoi semplicemente stare con una persona e mandare a puttane tutto. Ci sono delle persone, responsabilità, carriere in mezzo alle nostre decisioni, siamo artefici del nostro destino, non dobbiamo essere egoisti.

«Lo sai cosa penso?- continuò Luke- nella vita puoi amare chi vuoi, chi se ne frega cosa pensa papino.»

Scossi la testa, falsando una risata «Non è solo papà, questo non è proprio il momento- lo indicai. Guardalo, sta lavorando duramente per quello che vuole, non possiamo fare aggiungere altre complicazioni.»

Luke sbuffò, sapevo che non capiva, non gliene facevo una colpa, ma le cose stavamo così, punto.

«Non capisco come quello- continuò ad indicarlo- possa essere un problema.» alzò la voce.

Break - Paulo DybalaDove le storie prendono vita. Scoprilo ora