Cose strane e festa di benvenuto.

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«Veramente Ashton è andato agli allenamenti con papà e quello?» chiese Audrey buttandosi sul divano della stanza da pranzo, dove Babie e la sue figlie prendevano il the.
Erano le quattro in punto ed erano quasi 12 ore che Giorgio, Paulo ed Ashton si allenavano, se questo sempre fosse umanamente possibile.

Alle cinque, dopo il the, sarebbero arrivate le parrucchiere per sistemare le ragazze al ballo della scuola.
Il ballo di primavera era un'iniziativa scolastica, ma dato lo scarso numero degli studenti, si imbucava tutta la città, così che si facesse numero e si sa: più si è, più ci si diverte.
«"Quello" si chiama Paulo e dovreste invitarlo al ballo.»
Arlene sbuffò, irritata solo al pensiero di quello che era successo la mattina.
Ne aveva parlato solo con Agnes perché sembrava l'unica che lo apprezzasse a prescindere da tutto.
Sua madre avrebbe sclerato sicuramente, non tollerava certi cose a casa mia.
Audrey già lo odiava e non aveva bisogno di motivi in più.
«Dai, sarebbe carino, una sorta di festa di benvenuto.» si alzò in piedi Agnes entusiasta.
Audrey si voltò con lo sguardo di fuoco «Non è il benvenuto in questa cittá.»
Nello stesso momento entrano dalla porta di ingresso Ashton e Paulo ridendo come due matti.
Seguiti da Giorgio che aveva il corpo occupato da mille fogli, fiori e teglie.

«Finalmente!» esclamò Babie.
Paulo ritornò serio, era come se l'ambiente familiare lo turbasse.

«C'é del the freddo?Sono stanco morto!» si gettò sul divano Ashton accanto la sorella Arlene.
Era davvero tutto sudato.

«Fatti dare un bacio.» si avvicinò alla sorella, ma lei si scansò schifata.

«Dai Ashton! Sei disgustoso.»

«Vi siete davvero allenati così tanto?»chiese Agnes.
«Solo la mattina, fino ad ora siamo stati in giro per la cittá- spiego' Ash- La gente era impaziente di conoscerlo.»

Qualcuno imprecò: Audrey.
Non era andata come sperava.
Era comunque una stare internazionale ed il calcio era una sorta di religione a Hamptown, quindi non c'erano motivi effettivamente per odiarlo e non volerlo conoscere.
E poi lo aveva portato Giorgio e Giorgio nutriva di alta rispettabilità in città. Una leggenda.
Uno che aveva preso il nulla e lo aveva reso qualcosa di bello e malleabile.

«Deduco che ti abbiano detto del ballo.» parlò Arlene, dato che le era stato incentivato dalla madre.

«Lo hanno fatto.» rispose secco.
«E...?» lo spronò la ragazza.
«Vengo, ovviamente.» sorrise, tutto fuorché dolcemente e innocentemente.
Aveva la faccia di chi aveva un piano.

Arlene gli sorrise cattiva di rimando, se pensava che lei fosse una stupida bonacciona, aveva sbagliato persona.
***

«Se il tuo piano è sbronzarti al ballo , creando l'ennesimo gossip / scandalo, puoi anche rimanere a casa.» disse Arlene, giungendo alle spalle del
ragazzo nel corridoio.
Paulo era pronto, si stava solo sistemando i polsini, mentre si avviava verso le scale.
Lui si voltò leggermente​ sconvolto.
Era pronto per dire qualcosa ma la vista lo lasciò senza  fiato.
Lei era davvero bella.

«Quindi? Oggi niente "fatti i cazzi tuoi "?» imitò la sua voce.
«Vestita cosi, puoi rompermi il cazzo quanto vuoi.» e si dileguò.
«Cosa?Hai appena flirtato con me?»urló lei.
Paulo rise, la sua risata riempì tutte le scale.

Break - Paulo DybalaDove le storie prendono vita. Scoprilo ora