Unexpected events

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Passarono sei mesi.

 Sei mesi durante i quali la vita di Harry ruotò essenzialmente dietro una cosa sola:riavere Albus con se. Non pensava fosse così difficile e soprattutto che dovesse compilare scartoffie su scartoffie di burocrazia.

Ginny era stata di parola, da quella sera non si era fatta più vedere. Lasciò a Ron la sua parte di documentazione e poi sparì di nuovo nel nulla, Harry non si preoccupò minimamente di cercarla.

Per prima cosa dovette rinunciare ai suoi studi, gli assistenti sociali erano stati molto chiari: se voleva adottare Albus doveva avere una casa di sua proprietà. Non ci pensò su due volte a mollare l'università e si rimboccò le maniche nel cercare lavoro: aveva raddoppiato il turno in caffetteria da Baston, per il quale lavorava dal mattino fino al pomeriggio, per poi attaccare alla pizzeria sotto casa come cameriere. 

L'unico giorno di riposo era la domenica, che passava puntualmente con Draco e talvolta anche con Scorpius. Durante la settimana arriva a casa esausto, ma spesso si fermava dal suo compagno anche solo per cenare insieme o per accoccolarsi sul divano dove poi cadeva addormentato.

Draco fu paziente, anche se si vedevano di meno rispetto a prima. Gli era sempre vicino, anche quando per la prima volta viaggiò fino a Manchester per vedere Albus.

La notte precedente non aveva chiuso occhio, era emozionato e preoccupato allo stesso tempo, avrebbe visto suo figlio. Moriva dalla paura di non piacergli e di rimanere ferito dal suo sguardo di diffidenza quando lo avrebbe visto, alla fine era uno sconosciuto per lui.

Invece Albus fu meraviglioso: rideva sempre, era un bambino molto allegro, e volle subito mostrargli la sua collezione di macchinine.

Era davvero piccolo, camminava sculettando su quelle gambotte un po' instabili, ed Harry sapeva già di amarlo.

Andava a trovarlo almeno due volte al mese, e mano a mano che il tempo passava, Albus imparò a riconoscerlo e a corrergli incontro quando lo vedeva. Harry passava quelle ore coccolandolo infinitamente e giocando con lui, morendo dalla voglia di portarlo via con se ogni volta.

Ma gli assistenti sociali erano molto severi: volevano sapere quanto guadagnava al mese, se avrebbe potuto mantenerlo, se aveva una casa, un lavoro fisso...

In un primo colloquio Harry si arrabbiò molto, era suo figlio cavolo, aveva il diritto di tenerlo con se! Ma quella era legge, dovevano tutelare un povero minorenne indifeso abbandonato dalla madre. 

Sentì ancora più rancore verso Ginny intuendo come sarebbe stato difficile chiedere l'adozione di Albus. Ma Harry si sentiva temerario, avrebbe combattuto coi denti pur di avere suo figlio con sé.




Quella mattina stava cercando su internet l'ennesimo appartamento in vendita a Londra meravigliandosi dei prezzi stellari delle case.

Si alzò deciso a prepararsi del the. Afferrò il bollitore e lo riempì d'acqua mettendolo sul fuoco sentendo il cellulare suonare ripetutamente.

"Buongiorno piccolo!"

Sorrise, amava quando Draco lo chiamava così.

"Buongiorno a te Principessa."

Sentì Draco sbuffare "Non sono una principessa!"

"Si invece, sei la mia principessa sul pisello."

"Harry!"

Amava anche quando faceva il finto puritano, perché sapeva quando gli piacesse essere chiamato così.

-Drarry- Unexpected eventsWhere stories live. Discover now